Milano, 11 novembre 2025 – Nel primo semestre del 2025, i tassi di default delle imprese italiane sono rimasti fermi, mentre gli importi erogati sono cresciuti del 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Lo rivela l’ultimo report dell’Osservatorio Crif sulle imprese, presentato oggi al Tomorrow Speaks, evento in corso a Milano. Un segnale che racconta una ripresa nella domanda di finanziamenti, dopo il rallentamento visto tra il 2023 e l’inizio del 2024, in un momento ancora segnato da incertezze globali e tensioni commerciali.
Crescono i finanziamenti alle imprese
I dati di Crif mostrano che a giugno il tasso medio di default si è fermato al 3%, lo stesso valore di fine 2024. Una prova di tenuta per il sistema produttivo italiano, nonostante le difficoltà legate al contesto internazionale. “Nel secondo trimestre del 2025 la crescita degli importi erogati alle imprese si è fatta più intensa, dopo un’avvio d’anno già positivo”, ha spiegato Luca D’Amico, amministratore delegato di Crif Ratings. D’Amico ha aggiunto che “le condizioni per ottenere credito sono migliorate rispetto all’anno scorso”, anche grazie al calo dei tassi d’interesse.
Ritorna la domanda di finanziamenti
Dopo mesi di frenata, la domanda di finanziamenti aziendali è tornata a salire. In particolare, sono aumentati gli mutui ipotecari (+8,6%) e soprattutto i mutui chirografari e i prestiti (+24,5%). Restano invece stabili le erogazioni per leasing e prestiti auto. Il quadro che emerge è quello di un tessuto imprenditoriale prudente, ma che ha ricominciato a investire e a guardare avanti. “Le prospettive per il 2025 si mantengono in linea con la prima metà dell’anno”, ha concluso D’Amico, “anche se dipenderanno molto da come evolverà lo scenario globale”.
Settori in affanno e altri in crescita
Non tutti i settori si muovono allo stesso ritmo. Il tessile-abbigliamento ha registrato un calo nelle erogazioni (-7,4%) e un tasso di default al 4,6%. Anche le costruzioni hanno subito una flessione (-4,5%) e un tasso di default al 4,3%. Secondo Crif, questi comparti risentono della crisi dei consumi e della fine degli incentivi edilizi. Al contrario, fanno segnare numeri positivi l’agricoltura (+30,3%) e il settore alimentare-bevande-tabacco (+27,3%), spinti dagli strumenti di finanza agevolata e da una domanda estera in crescita.
Le imprese innovative tengono meglio
Interessante il dato sulle imprese innovative, circa 485.000 in Italia. Queste aziende mostrano un rischio più basso rispetto alla media: il tasso di default per le società di capitali si ferma al 2,2%, mentre i ritardi nei pagamenti sono all’8,8%, contro il 12,7% delle altre imprese. La Lombardia resta la regione più vivace, con quasi il 30% delle imprese innovative del paese.
Un sistema stabile in un mondo incerto
Il quadro che esce dall’aggiornamento Crif è quello di un sistema produttivo che tiene, pur con tante incognite sul piano internazionale. Gli operatori guardano con attenzione ai prossimi mesi: la stabilità nei tassi di default e la crescita degli importi erogati sono segnali incoraggianti, ma molto dipenderà dall’evoluzione dello scenario globale e dalle scelte economiche che verranno prese nei prossimi mesi.