
Il mistero dei nastri di sabbia: cosa sono e perché vanno lasciati lì - Unita.tv
In spiaggia si trovano spesso nastri di sabbia ondulati e gommosi: sembrano rifiuti ma sono uova della Neverita Josephinia. Ecco perché è importante non toccarli.
Passeggiando sul bagnasciuga è facile imbattersi in oggetti strani: conchiglie vuote, alghe spiaggiate, resti di granchi, ma anche cose che sembrano rifiuti e che in realtà non lo sono. Tra queste, in molte spiagge italiane si notano strisce semirigide, a forma di nastro ondulato, spesso confuse con pezzi di plastica. Chi si ferma a osservarle da vicino, magari toccandole, scopre che sono gommose e lasciano una sensazione viscosa sulle dita. Quelle strane formazioni, però, non sono oggetti inanimati: sono aggregati di uova deposti da un mollusco che vive nel Mare Adriatico, noto agli esperti con il nome scientifico di Neverita Josephinia.
Le strane strisce di sabbia che si vedono in spiaggia sono uova
Le prime segnalazioni arrivano da Rimini, grazie al progetto di divulgazione Biologia Marina Sub Rimini Gian Neri, che ha mostrato foto ravvicinate e dettagliate di queste formazioni. Si tratta di nastri sabbiosi, lunghi circa 6 cm e larghi 3, disposti ad arco, con il margine inferiore irregolare. A un primo sguardo ricordano scarti di plastica o imballaggi incastrati nella sabbia, ma la loro origine è totalmente naturale. Sono uova protette da sabbia e muco, deposte da un gasteropode marino nel periodo compreso tra aprile e giugno.

L’aspetto gommoso è dato dal muco vischioso prodotto dall’animale, che agglutina la sabbia creando un involucro morbido. Guardando il nastro in controluce si possono scorgere all’interno centinaia di uova, grandi poco più di 1 mm, pronte a schiudersi quando la temperatura dell’acqua salirà nei mesi estivi. Toccare queste strisce non fa male all’uomo, ma può compromettere la sopravvivenza delle uova: un semplice gesto può alterare la struttura del muco, farle seccare o esporle ai predatori. Chi frequenta le spiagge del litorale adriatico dovrebbe imparare a riconoscerle per non danneggiarle.
Chi depone le uova nei nastri sabbiosi: il predatore Neverita Josephinia
Il responsabile di queste formazioni è un mollusco predatore che vive a basse profondità, fino a circa 10 metri, sul fondale sabbioso del Mediterraneo. La Neverita Josephinia è un gasteropode della famiglia Naticidae, conosciuto anche come natica. Ha un guscio marrone scuro, con righe concentriche visibili e un diametro tra i 2 e i 5 cm. Il suo aspetto inganna: sembra una chiocciola innocua, ma è un predatore che si nutre di altri molluschi.
Per nutrirsi, individua le conchiglie più piccole, si aggancia alla preda e perfora la conchiglia con un movimento rotatorio della radula, una lingua dentata interna, scavando un foro perfetto per succhiarne l’interno. I forellini che spesso si vedono sulle conchiglie in spiaggia sono la firma lasciata proprio dalla Neverita. È molto diffusa nel Mare Adriatico, soprattutto nei tratti sabbiosi frequentati in estate.
Ogni femmina depone le uova in primavera, rilasciandole in questi involucri sabbiosi protettivi. Anche se non rappresentano alcun rischio diretto per chi cammina sul bagnasciuga, è bene non toccare mai questi nastri: si rischia di compromettere l’intero ciclo riproduttivo della specie e di danneggiare l’equilibrio di un ecosistema che, anche se invisibile, è vitale per la biodiversità marina costiera.