Roma, 4 novembre 2025 – L’Istituto nazionale tributaristi (Int) ha consegnato una memoria dettagliata sulla Legge di Bilancio al presidente di Confassociazioni, Angelo Deiana, durante l’audizione nelle commissioni Bilancio di Senato e Camera sulla Manovra 2026. Il documento, firmato dal presidente Riccardo Alemanno, dal vicepresidente Giuseppe Zambon e dal consigliere Salvatore Cuomo, mette al centro una richiesta precisa: estendere le tutele in caso di malattia, infortunio o maternità a rischio anche ai professionisti associativi, non solo a quelli iscritti agli ordini, come invece prevede la legge attuale.
Professionisti associativi: chiedono gli stessi diritti
La memoria dell’Int si inserisce in una battaglia comune portata avanti da cinque confederazioni – Assoprofessioni, Colap, Confassociazioni, Confcommercio Professioni e Cna Professioni – che hanno inviato insieme una nota a Governo e Parlamento. Il loro obiettivo è chiaro: ottenere gli stessi diritti per tutti i professionisti, che siano iscritti a un ordine o a un’associazione, quando si trovano a dover affrontare eventi che bloccano il lavoro. Oggi, l’articolo 1 comma 933 lettera a) della Legge n.234 del 30 dicembre 2021 garantisce queste tutele solo a chi è iscritto agli ordini. Una distinzione che, secondo le associazioni, non ha più senso.
“Spero che finalmente si ascolti la richiesta di allargare le tutele anche ai professionisti associativi”, ha detto Alemanno. “Da anni denunciamo questa ingiusta discriminazione”. Il presidente ha poi aggiunto che la proposta unitaria manda “un messaggio forte alla politica”, ringraziando Deiana per aver coordinato la stesura del documento.
Le modifiche chiave proposte dall’Int
Nel testo consegnato alle commissioni, l’Int affronta diversi temi legati alla Legge di Bilancio. Si parte dal rispetto dei vincoli di finanza pubblica – “positivo il contenimento del disavanzo”, si legge nell’introduzione – ma si fa notare come questo limiti le possibilità di intervento a favore di famiglie e imprese. Tra i punti toccati ci sono le regole sulle locazioni brevi, la disciplina dei dividendi, il regime forfettario e la cosiddetta rottamazione quinquies. Non mancano osservazioni sulle misure contro le irregolarità in materia di IVA e sulle compensazioni indebite.
Un’attenzione particolare è dedicata all’articolo 129 comma 10, che impone ai liberi professionisti di essere in regola con tasse e contributi per poter ricevere pagamenti dalla pubblica amministrazione. L’Int condivide l’obiettivo, ma chiede più chiarezza su come applicare la norma. “Essere in regola è giusto”, ha spiegato Alemanno, “ma servono indicazioni più precise sui passaggi pratici”.
Due idee nuove per aiutare le famiglie
Oltre alle richieste di modifica che non pesano sulle casse dello Stato – soprattutto per semplificare le procedure professionali – la memoria dell’Int suggerisce due interventi innovativi a favore delle famiglie. Il primo riguarda l’allargamento del fondo famiglia, finanziato da un contributo progressivo sugli accertamenti fiscali definitivi. Il secondo propone di permettere la compensazione delle imposte tra i componenti della stessa famiglia, così da alleggerire il carico fiscale complessivo.
“Pensiamo che queste idee possano dare un aiuto concreto alle famiglie italiane”, ha detto Alemanno, sottolineando come l’obiettivo sia “creare un sistema più giusto e vicino alle esigenze di chi vive ogni giorno queste difficoltà”.
Un appello chiaro al Parlamento
La memoria dell’Int arriva in un momento decisivo per la discussione sulla Manovra 2026. La richiesta di estendere le tutele ai professionisti associativi non è una novità: “Sono già quattro anni dalla sua approvazione”, ha ricordato Alemanno, “e credo sia arrivato il momento di superare la fase sperimentale, che finora ha giustificato di limitare i diritti solo a certe categorie”.
Ora toccherà al Parlamento valutare le proposte di modifica presentate dalle associazioni e dall’Int. Il confronto si annuncia acceso. Sullo sfondo resta la questione della parità di diritti tra professionisti, un tema che riguarda migliaia di lavoratori autonomi in tutta Italia e che, secondo chi spinge per il cambiamento, non può più essere rimandato.