Roma, 4 novembre 2025 – Il taglio al fondo cineaudiovisivo previsto dalla legge di Bilancio 2026 ha acceso un campanello d’allarme tra gli operatori del settore. A lanciare l’allarme è stato Mario Lorini, presidente dell’Associazione Nazionale Esercenti Cinema (Anec), intervenuto questa mattina alle audizioni preliminari davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Lorini ha spiegato che, con la riduzione delle risorse da 696 milioni a 550 milioni per il 2025 e a 500 milioni per il 2026, il comparto rischia “danni forse irreparabili”.
Esercenti in ansia per i tagli alla legge di Bilancio
“Il settore è stabile, in buona salute, ma fragile”, ha detto Lorini a Montecitorio poco dopo le 10. “I commenti sulle norme della legge di Bilancio hanno messo tutto il settore in seria preoccupazione”. Per il presidente dell’Anec, a essere colpiti non sono solo le sale cinematografiche, ma tutta la filiera produttiva e distributiva del cinema italiano. “Si mette a rischio il lavoro fatto in questi anni, che dopo il 2020 ha riportato il settore a una buona salute”, ha aggiunto.
Sale, schermi e lavoratori: i numeri del cinema italiano
Lorini ha snocciolato qualche dato: in Italia ci sono 1.658 sale cinematografiche, sparse in tutto il Paese, con 4.002 schermi attivi. Le imprese del settore sono circa 750, perlopiù microimprese. Gli addetti, tra diretti e indotto, superano le 20.000 persone. “Tra il primo gennaio e il 31 ottobre abbiamo venduto 50,3 milioni di biglietti, incassando 358 milioni di euro”, ha spiegato. Un leggero calo rispetto al 2024, ma che – secondo gli esercenti – potrebbe essere recuperato nell’ultima parte dell’anno.
Il valore sociale delle sale e la quota del cinema italiano
Non sono solo numeri. Lorini ha sottolineato il ruolo sociale delle sale cinematografiche, vere e proprie “presenze sociali” e punti di ritrovo nelle città e nelle periferie. “Le abitudini del pubblico, la socializzazione, il ritorno in sala sono un bene per il Paese, per le periferie, per i centri e per la vita commerciale”, ha detto. Un taglio al fondo cineaudiovisivo rischia di bloccare questo percorso positivo.
Sul fronte della produzione nazionale, Lorini ha evidenziato un traguardo importante: “Al 31 ottobre la quota del cinema italiano ha raggiunto il 27,1% del mercato, un dato molto alto che serve a garantire stabilità, anche quando altri tipi di produzioni faticano a decollare nel nostro Paese”. Un risultato ottenuto grazie alle iniziative promozionali messe in campo dal Ministero della Cultura insieme alle associazioni di categoria.
L’appello degli esercenti: servono fondi per non fermare la ripresa
Il presidente dell’Anec ha chiesto con forza “il completo ripristino delle risorse del fondo” per continuare a investire nel recupero e nella ristrutturazione delle sale, oltre che per sostenere i costi di gestione. “Se interrompiamo questo percorso, anche togliendo una piccola parte del fondo per cinema e audiovisivo, rischiamo di mettere tutto in pericolo”, ha avvertito Lorini.
Dalle audizioni parlamentari è emersa una preoccupazione condivisa da altre sigle del settore cineaudiovisivo. Il timore è che i tagli possano mettere a rischio non solo l’economia delle imprese, ma anche la capacità del cinema italiano di attrarre pubblico e investimenti nei prossimi anni.
Il Parlamento è al lavoro sugli emendamenti alla manovra, ma il settore resta in allerta. “Abbiamo bisogno di certezze per programmare il futuro”, ha concluso Lorini. In queste settimane decisive, ogni euro in bilancio pesa più che mai sulle sorti delle sale italiane.