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Cambiare vita attraverso le montagne |
Oggi ospito volentieri il racconto di Matteo, un ragazzo che ha un grande sogno: quello di cambiare vita e vivere un’avventura a piedi attraverso le montagne dell’Europa, contando solo sulle proprie forze, senza soldi o lussi, vivendo di quello che troverà lungo la sua strada, ma rigorosamente facente parte del mondo vegetale.
Sperimentare una vita alternativa, ritrovando il contatto con la natura, per testare le proprie capacità, far riemergere quelle ormai spente dal quotidiano vivere cittadino, allontanarsi dalla follia della società moderna, attraverso un racconto affascinante che ci insegna la riscoperta degli antichi valori.
L'essenza
L'essenza della vita credo sia sempre stata il motore che ha spinto persone di tutte le epoche ad intraprendere un cammino reale e introspettivo per capire il rapporto tra noi, come piccoli individui al cospetto del mondo, della natura e delle sue forze.
Inizio il mio ragionamento dall'osservare di come molti di noi, se non tutti, prendiamo impegni e percorsi di vita che poi limitano sempre più la libertà e il tempo da dedicare alla crescita. Dal liceo al mutuo la strada è breve e ci si trova nella migliore delle ipotesi 8 ore in un ufficio, per viverne una nel traffico, un'altra di corsa al supermercato, a sbrigare faccende per uffici o pulire casa, e quello che rimane a preparare i pasti. Non ho famiglia o figli, per cui non aggiungo al conteggio le ore dedicate ad attività ulteriori, che ovviamente portano il tempo spendibile per noi stessi a quantità risibili.
Per aumentare questo tempo e
Vivere Meglio, molti tentano di cambiare vita aprendo un'attività in proprio, per poi finire col dedicare ancora più ore al lavoro, e portare a casa le ansie che ne derivano. E dunque?
Acchiappare gli anni di vita che volano via
Tredici anni fa finivo la quarta superiore e mi venne all'orecchio la parola "inter-rail". Comprata la mappa dell'Irlanda e stesa sul tavolo decisi che quello venturo sarebbe stato il mio mese sabbatico e quella terra, con tutte le immagini che da sempre riesce ad evocare, il luogo perfetto per riflettere. In treno avrei attraversato l'Europa, passando poi in traghetto all'Inghilterra dove, sempre via treno, sarei arrivato alla costa opposta e da li preso l'ultimo traghetto (dove nella notte tutti i passeggeri dormirono sulla moquette del grande ristorante interno, con il mio enorme stupore).
Avevo pianificato il viaggio in maniera ottimale, contando di visitare i vari posti durante il giorno e, per sfruttare bene il tempo, spostandomi dormendo sui treni notturni, che in Italia sono la norma, mentre in Irlanda, lo scoprii poi, non esistevano. Tutto il mio spirito programmatico andò su per il camino e fu una fortuna. Per la prima volta ero libero da qualsiasi idea fissa o programma, in balia degli eventi e con davanti agli occhi un intero Paese da esplorare. Mi sentivo uno di quei marinai che nell'800 sbarcavano dai galeoni in cerca di fortuna.
L'unico pensiero quotidiano era decidere se andare a destra o a sinistra, seguendo solo le sensazioni e la suggestività dei nomi in gaelico che leggevo sui cartelli. Non è vero che per viaggiare liberi dalle preoccupazioni servono soldi, anzi, io spendevo quasi nulla, girando in autostop, dormendo in tenda ovunque vi fosse un triangolo d'erba e lavandomi quasi sempre nei bagni pubblici o in quelli delle stazioni. Avrei potuto cambiare vita e continuare così in eterno e, sul finire del mio mese sabbatico, questo divenne un pensiero sempre più martellante, ma l’anno successivo mi attendeva l'esame di maturità e sarebbe stato folle non tornare.
Mentre giravo, talvolta a piedi, talvolta in autostop e ormai quasi più in treno (nonostante avessi i viaggi gratis per il biglietto inter-rail già pagato) un aspetto emergeva costantemente: tutte le persone che mi davano un passaggio, assorbivano assetati i pochi racconti delle mie giornate passate ad esplorare la loro terra, luoghi che loro non avevano mai visitato, come spesso ci capita nei confronti della nostra stessa città, noi che snobbiamo una splendida chiesa antica vicino a casa per passare le ferie visitando il Tibet.
Tutti spalancavano occhi ed orecchie, ben sapendo che, in vita loro, non mi avrebbero più rivisto e che dovevano approfittare dei pochi minuti a disposizione per viaggiare con la fantasia all'interno dei miei racconti, prima di tornare alla quotidianità della vita.
La situazione era questa: io vivevo tutto il giorno, mentre loro lavoravano, io dormivo in posti che non costavano nulla (la natura), mentre loro tornavano a casa, pagando a caro prezzo uno stile di vita limitato e monotono, ma ben accetto dalla società, in un ciclo che permette solo di invecchiare, senza poter vivere veramente ciò che ci circonda. Chiaro che io non mettevo da parte nulla per la vecchiaia, né tanto meno avrei avuto i soldi per mettere su famiglia o più semplicemente iscrivermi ad un qualche corso, ad una palestra, per andare al cinema o qualsiasi altra cosa, perché è questo che qualcuno potrebbe obiettare.
Realizzarsi con "le cose"
Non ho mai smesso di pensare a quanto mi sentissi vivo in quei giorni, a quanto fossi appagato e a quante cose nuove tutti i giorni percepivo, assorbivo, annusavo. Io, il perenne incontentabile, satollo di vita, ero lentamente cambiato, fino a raggiungere la pace dei sensi. Tornato in Italia presi il diploma, trovai il lavoro a tempo indeterminato e piano piano raggiunsi gli obiettivi che mi ero proposto, quasi tutti determinabili in termini di acquisti: la chitarra, la batteria, la moto, poi il Westfalia, le ferie al mare e in montagna, fino al fatidico mutuo che mi ha definitivamente inchiodato le scarpe ad un unico luogo e ad uno stipendio fisso.
Che bello però tornare a casa e sapere che "quello" è tuo, sono serio, è un nido di cui ho avuto sempre nostalgia al ritorno dai miei viaggi. Un nido, sì, perché altrove, per quanto l'ostello o l'albergo di turno fosse comodo, non è mai stato paragonabile. Eppure lassù, in Irlanda, tutto questo non esisteva. Che fosse la gioventù? O forse è solo perché siamo drogati di sicurezze? Di certezze?
Qualche volta penso al fatto di aver comperato un miniappartamento in un condominio vicino alla ferrovia e che ogni treno merci carico che passa, fa oscillare tutto e mi fa venire alla mente il crollo improvviso della casa del profumiere Baldini nel film "Profumo", e penso che se quel condominio cadesse, non avrei più la proprietà di nulla.
Pur avendo pagato una cifra folle per ogni metro quadro, dovrei vivere condividere il pezzo di suolo rimasto con gli altri condomini che abitano sopra e sotto di me, e che hanno comperato lo stesso metro quadro di pianeta, quindi tot metri quadri da dividere per sette, i sette piani del condominio.
Mi rimarrebbero ad occhio e croce indiscutibilmente circa 10 metri quadri di pianeta, e penso che potrei finire un mutuo ventennale con questa soddisfazione, 10 metri quadri tutti miei, ho detto miei! Non toccatemeli, capito? Che per vent’anni della mia vita ho sopportato il capo, qualche collega stronzo, il traffico, la routine e le discussioni condominiali, ma che importa, il peggio è passato, ora ho ben 10 metri quadri tutti e solo miei. All'incirca 180 mila euro, a cui vanno sommati gli interessi del mutuo in banca, aggiunti i quali, gli stessi metri costeranno quasi il doppio. Considerando poi le spese condominiali sostenute in 20 anni, arriviamo certamente a 400 mila euro... per dieci metri… e se, come è già successo, mi venisse voglia di "cambiare vita" e trasferirmi all'estero, quello che fino al giorno prima era un nido, diventerebbe banalmente un vincolo di cui doversi liberare.
Torniamo indietro di qualche anno, cancelliamo il colloquio in banca, l'acquisto della casa e proviamo a cambiare il mutuo in un bel contratto d'affitto, non sarà la stessa cosa, ma constatando quanto sopra, è decisamente un'opzione di vita meno vincolante.
Ma da dov'eravamo partiti? Non bisognava parlare di nomadismo? Eh ci arriviamo, ancora un attimo di pazienza. Il nostro omino ora l'abbiamo messo in affitto, ma è ancora imbottigliato nel traffico e fa le sue quotidiane 8 ore tra quattro mura. Facciamo così, immaginiamo che abbia i soldi per cambiare vita, mettersi in proprio e realizzare le sue passioni in quelle benedette otto ore, sì, è vero, ogni tanto ci sarà qualche cliente che non paga, l'ansia dell'esporsi nei pagamenti, affitto, burocrazia, ma che importa, vivere bisogna pur vivere di qualcosa no, per cui mi pare un ottimo compromesso. Se non fosse per il fatto che ora anziché 8 ore, ne lavora 12, e quindi azzerati hobbies, sport e quasi tutte le restanti passioni, nella convinzione che dopo qualche anno di sacrifici la vita migliorerà.
Nel mio caso, in questo momento, urge il bisogno di capire quale sia la via da seguire; in fondo ciò che cerco nella vita è un paio di ciabatte comode, un frigo dove infilare la mano per prendere qualche golosità, un computer col quale fare mille cose, una doccia calda e un piumone morbido dove infilarmi. Non è poco, ma ho visto gente fare miracoli con quello che trovavano nel bosco e un po' di manualità.
Vivere nel bosco come a casa
Le ciabatte nello zaino ci stanno, il profumo della resina degli alberi forse non appaga quanto una tavoletta di cioccolato, ma chissà... forse con un'elevata capacità di riconoscimento botanico, si potrebbe riuscire a riempire decorosamente lo stomaco. Il computer lo sostituiamo con un egregio tablet ad energia solare e con un centinaio di euro ce lo siamo tolto dai piedi. Sulla doccia calda segniamo un punto rosso, ci torneremo in un secondo momento, la soluzione potrebbe essere più complicata anche se, guardiamo i lati positivi, una doccia all'aperto sarebbe certamente più suggestiva.
Il piumone direi che sarebbe più che ben sostituito da un buon sacco a pelo eticamente sintetico e concepito per temperature artiche; in pochi minuti si scalda ed è di una comodità inaspettata. Un materassino autogonfiante come base porterà il livello di comfort quasi a quello di casa nostra. Ovviamente serve preparazione tecnica e fisica per una cosa del genere. Fare un fuoco sulla neve può diventare una cosa banale e realizzabile velocemente, lo zaino non deve infastidirci, quindi enorme attenzione ai pesi.
Infine bisognerà capire come lavare i vestiti; qui la microfibra ci viene in aiuto, poiché si asciuga anche al freddo. Un paio di guanti in gomma per poter sciacquare i panni in acqua di fonte senza perdere l'uso delle dita e per finire un cristallo di rocca ci aiuterà a ridurre il numero di cambi settimanali, limitando le cariche batteriche sugli indumenti.
Purtroppo la morfologia dell'Europa non ci consente tutti gli spostamenti che avremmo in mente, stando sulle montagne, senza discendere, non si arriverà a Parigi, ma si potranno fare altre interessanti escursioni: l’Italia tutta, poi Provenza, Paesi dell'Est e via via fino a Teheran.
Ritorno alla propria identità
Un giorno incontrai una ragazza che mi disse: “Ho 200 euro, vado in Inghilterra a cercare lavoro”. Caspita pensai, non so come vivete voi il rapporto con il denaro, ma io se non ho il sedere coperto per bene, fatico molto ad andare fuori confine. Una volta mi sono trovato in Austria con il bancomat che non funzionava, in inverno, e ho rischiato seriamente di dover dormire dentro qualche scatolone. In un’altra occasione, in Croazia, avevo smarrito il passaporto e la polizia locale disse che se non l'avessi trovato in tempo, mi avrebbe portato in carcere come clandestino, senza lasciarmi fare nemmeno una telefonata a casa.
Insomma, viaggio e ho viaggiato molto, anche molto lontano dall'Europa, ma in certe situazioni cerco di non trovarmi più. Eppure ci sono persone che sembrano vivere di vento, e ce la fanno, e questo vento le porta veramente lontano. Opportunismo, questa è la prima parola che quella volta mi venne in mente, eh sì perché gente così fa sognare, è uno stile di vita romantico e avventuroso, ma se sei senza soldi è probabile che andrai a scrocco di qualcun altro.
Opportunismo dunque? Ci ho ragionato molto e sono giunto alla conclusione che allora anch'io in Irlanda sarei stato un opportunista nel vivere sfruttando l’ospitalità altrui, ma in realtà non è così perché alle volte tutti i soldi del mondo non valgono un racconto avventuroso che fa sognare le persone, anche solo per qualche istante.
Nella vita si è alla pari con gli altri solo se si scambiano soldi per soldi? Eppure, quando andiamo al cinema, tutti paghiamo per farci raccontare delle storie. E’ opportunismo pure quello?
L’idea
La mia idea si fonda sulla certezza di poter condurre una vita da viandanti autonomi, almeno nel limite del possibile. Trovare come
Bear Grylls il sostentamento dove un altro essere umano non vede nulla, per incapacità di osservazione, conoscenza, e mancanza di spirito di adattamento.
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Mangiare cortecce può essere una cosa disgustosa a pensarci, ma nessuno di noi sa esattamente che sapore abbia ogni tipo di corteccia, come debba essere cucinata, e che apporto nutritivo dia. Stessa cosa per insetti, foglie e arbusti. Ci sono radici piccanti, frizzanti, emozioni sensoriali a noi sconosciute, che spreco vivere senza aver sentito il profumo dell'
Ylang Ylang o il sapore della radice di Ginseng. Tutte emozioni perse.
Il mio obiettivo è cambiare vita e imparare a "sfruttare" il mondo che ci circonda, valorizzandolo esattamente come fece il primo mugnaio, che da una spiga apparentemente insulsa ne ricavò il pane e ne fece arte.
Un paio d'anni fa fui invitato a una cena a base di insetti organizzata da una facoltà della mia città, andai molto timoroso, ma intenzionato quantomeno a tentare; non pensavo che sarei riuscito a mangiare quei "cosi". All'ingresso consegnavano a ciascun partecipante un sacchettino per vomitare. Quando la stanza fu piena eravamo in 170, i posti a sedere finiti e la gente seduta addirittura per terra. Il mio pensiero si trasformò in: "Adesso vediamo quanti scapperanno alla vista del primo insetto", ma il risultato fu inaspettato. Nessuno vomitò, 5 fuggirono sconvolti e tutti gli altri si rivelarono capaci di assaggiare la maggior parte degli insetti proposti.
Abbiamo un muro in testa che dobbiamo abbattere, un muro che ci obbliga ad una vita di limitazione e ci impedisce di cambiare ed esplorare mondi sensoriali differenti.
Non rifiuto la tecnologia per vivere di vermi, non è questo che intendo quando dico che voglio cambiare-vita, mi interessa solo essere aperto a tutto; la vita è breve. Non voglio essere fanatico di Facebook ma capire cosa sia e come funziona. Non voglio essere un misantropo e vivere in cima all'Everest, ma provare cosa significa “solitudine estrema”. Non sono un dipendente della tecnologia, ma intendo conoscere le emozioni che ne derivano. Tutto può essere affascinante, tanto un tramonto come un ologramma; nella vita basta cambiare punto di vista.
E' stupido rifiutare qualcosa quando si può provare tutto e apprezzare il bello di ogni cosa.
Un nuovo progetto per una nuova vita
Parto con una tenda fatta di aste in magnesio e carbonio, ed è possibilissimo che poi decida di regalarla per strada a qualcuno e proseguire dormendo su una minimale amaca. Voglio vivere in simbiosi con il bosco e riuscire a non avere più bisogno di nient'altro, e quando avrò raggiunto lo stato di indipendenza e immersione nella natura che cerco, seduto in cima a un albero, accenderò il tablet, per decidere il tragitto del giorno seguente, aggiornare un blog con le mie riflessioni o cercare su internet una nuova specie botanica scoperta e farci una buona zuppa di foglie.
Un viaggio dentro la placenta in cui siamo nati, votato al cambiamento, vivendo nella natura che ci ha partoriti e che barattiamo per una città piena di condomini, capannoni, strade asfaltate che ricoprono terre che non vedranno mai più la luce, ormai prive di forme di vita. Voglio vedere se c'è un'alternativa intelligente a tutto questo, ma per capirlo ho bisogno di dormire abbracciato alle foglie e svegliarmi col profumo del muschio, fino ad arrivare a provare claustrofobia nel chiudere quella porta di casa che fino a ieri mi dava sicurezza.
Voglio cambiare vita, diventare un individuo immerso nel tutto e non vivere mai più un'ora uguale alla precedente... mai più.
Matteo cerca compagni per escursioni nella foresta vivendo con quello che la natura può regalare, chi fosse interessato può contattarlo lasciando qui un messaggio.
Boh, questa smania non la capisco. A prescindere dal fatto che, grazie alle possibilità dei genitori uno ha modo di farsi una cultura generale che può permettergli di sapere che in Europa ci sono le montagne e di leggere libri per organizzare il viaggio, questo sputare indiscriminato sul modo in cui si vive mi sembra assurdo. Persino un gatto randagio si ritrova in un territorio che non ha scelto, con possibilità di caccia e di sopravvivenza ben precise. Per noi è lo stesso, alla fine. Posso capire cercare di andare contro quello che non si condivide, ma voler tornare a fare la vita dei primitivi, mi sembra l'anelito del gamberone. Destinato a finire in padella e in bocca a qualcuno.
RispondiEliminaAnonimo se tu non senti questa necessità fai bene a viverti la tua vita come stai facendo, purche' tu sia felice vivi come vuoi.
RispondiEliminail mio credo è )O( Fai quello che vuoi, tranne che del male a qualcuno)O(
Perseguire la felicità equivale a non trovarla mai. Quanto ai comportamenti, in genere sono il riflesso di ciò che si pensa. Le conseguenze sono visibili e persino ovvie. A meno che non si finga, ma quello è un caso a parte. Un adulto che mente è uno sfigato. Non è cresciuto e non se ne è manco accorto.
Eliminaciao francesco mi chiamo domenico ho 21 anni sn molto interessato a fare questa avventura..io voglio la libertà stare in pace e vivere cn le mie forze..io nn ho mai fatto queste cose ma ho sempre avuto il desiderio di farle..mi piacerebbe anche cacciare accendere un fuoco..vorrei imparare tante cose..e visto che tu le hai già fatte sono sicuro che saresti un ottimo maestro x me..e mi piacerebbe imparare tutto..se sei interessato contattami per email così parliamo di questo..domespike@gmail.com aspetto tue notizie
RispondiEliminaCiao Dominik, benvenuto sul blog! Ho riferito a matteo di questo tuo messaggio, penso ti scriverà presto, lui è sempre in cerca di compagni d'avventura!
EliminaCiao Stenoo21 sono Matteo, l'autore dell'articolo. Mi daresti la tua mail ? a presto. Mat
RispondiEliminaMi piace molto la tua idea. Io pure ho intenzione di vivere senza denaro o quasi anche se vengo da una famiglia benestante. Per me, la vera libertà è quella vivere senza denaro. Fortunatamente non ho problemi nel mangiare perché sono fruttariana crudista. Ci sono miliardi di frutti disponibili nel regno vegetale ;) però non conosco nessuno che vorrebbe fare questo. Da sola non riuscirei a farlo =( uffa...!!!!!! Sono in cerca di ragazzi che hanno voglia di fare quest'avventura.
RispondiEliminaHo fatto l'Interrail attraversando l'Europa qualche anno fa ed è stata una delle esperienze piu' intense della mia vita. Le persone che ho incontrato, i luoghi e le situazioni vissute sono qualcosa che portero' sempre con me. Ora sono in preparazione per il mio prossimo viaggio a tempo indeterminato verso il Sud America!
RispondiEliminaCiao Matteo, sono interessato ai tuoi viaggi, e avrei un progetto da esporti . Contattami!
RispondiEliminaCiao matteo io sono molto interessato a quello che stai facendo e mi piacerebbe partecipare per poter imparare il più possibile..e chissà magari farlo diventare uno stile di vita..adoro la natura..e quando ho letto il tuo articolo ho visto una via..fammi sapere e intanto buon viaggio
RispondiEliminaCiao Matteo stai realizzando il mio sogno di vita.Mi piacerebbe accompagnarti nell'avventura.Contattami quando possibile "facile86@libero.it"
RispondiEliminaciao Matteo, sono un tuo omonimo ed anche io avrei in mente alcune cose... se hai tempo di contattarmi la mia mail è teovai@yahoo.it
RispondiEliminaun saluto!
Ciao matteo.. sono matteo anche io...volevo sapere come era andata la tua avventura!! Ciao grazie
RispondiEliminaCiao Matteo ora sento il bisogno di cambiare vita. Vorrei poterti appoggiare in queste tue avventure è ancora possibile. Rispondimi grazie
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