Roma, 25 novembre 2025 – “Il sistema previdenziale deve spingere a restare attivi nel lavoro, premiando chi è corretto con i contributi e combattendo il lavoro nero“. Così ha esordito questa mattina Roberto Ghiselli, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza Inps, al seminario ‘Previdenza Next Gen‘ tenutosi a Roma. Un messaggio chiaro, rivolto a istituzioni e cittadini, proprio mentre il dibattito sulle pensioni torna al centro dell’attenzione per il futuro delle nuove generazioni.
Giovani e pensioni: carriere spezzate e stipendi bassi
Al centro del discorso di Ghiselli ci sono le debolezze del sistema previdenziale che, secondo lui, rischiano di pesare soprattutto sui giovani. “I ragazzi di oggi avranno pensioni meno ricche, carriere a singhiozzo, stipendi bassi e un mercato del lavoro pieno di precarietà”, ha spiegato. Un quadro che, secondo i dati Inps, si traduce in un aumento delle posizioni contributive frammentate e in una difficoltà sempre maggiore a mettere insieme i requisiti per una pensione dignitosa.
Ultimi numeri alla mano, la quota di under 35 con contratti stabili è scesa sotto il 40% nel 2024. “Serve un sistema che tenga conto di queste interruzioni e non abbandoni chi entra nel mondo del lavoro tardi o con fatica”, ha aggiunto Ghiselli. Il rischio, ha sottolineato, è quello di una generazione “che non potrà contare su una rete di sicurezza adeguata”.
Lavori pesanti e solidarietà al contrario: la richiesta di riconoscimento
Non solo giovani. Ghiselli ha puntato i riflettori anche su chi svolge lavori particolarmente pesanti e usuranti, spesso con un’aspettativa di vita più bassa rispetto alla media. “Con l’attuale sistema rischiano di fare solidarietà al contrario, contribuendo alle pensioni degli altri”, ha osservato. Un paradosso che riguarda soprattutto operai, addetti alla logistica, e il personale sanitario in prima linea.
“Serve un riconoscimento chiaro per queste categorie”, ha ribadito il presidente del Civ Inps. Dai dati emersi al seminario, chi svolge lavori usuranti va in pensione in media due anni dopo rispetto a quanto sarebbe giusto, considerando le condizioni di salute. “Non possiamo chiedere a tutti lo stesso sforzo contributivo senza guardare la realtà delle mansioni svolte”, ha concluso Ghiselli.
Donne e pensioni: un divario che resta troppo grande
Un altro tema caldo è la questione di genere. “Le donne pagano un prezzo alto sia nel lavoro che nella previdenza: hanno una media di 28 anni di contributi contro i 38 degli uomini e le differenze nei trattamenti superano il 30%”, ha ricordato Ghiselli. Questo divario si traduce in pensioni più basse e meno opportunità di carriera.
Il presidente del Civ Inps ha sottolineato come molte donne siano costrette a interrompere il lavoro per prendersi cura della famiglia, spesso senza alcun riconoscimento previdenziale. “Va riconosciuto anche il lavoro di cura, che molte devono fare sospendendo il proprio lavoro”, ha detto. Secondo i dati Inps, oltre il 60% delle donne che lasciano temporaneamente il lavoro per motivi familiari fatica poi a rientrare stabilmente nel mercato.
Patronati, un supporto che va oltre le pratiche
Nel suo intervento, Ghiselli ha voluto mettere in luce il ruolo dei patronati, con un occhio di riguardo per l’Acli. “Non devono limitarsi a gestire pratiche, ma accompagnare le persone lungo tutto il percorso lavorativo e pensionistico, offrendo educazione previdenziale e sostegno nei momenti di difficoltà: dalla disoccupazione ai congedi, dai bonus ai casi di violenza di genere”, ha spiegato.
Un compito fondamentale in un periodo segnato da incertezze e cambiamenti veloci. “È essenziale per garantire diritti e tutela sociale”, ha concluso Ghiselli, sottolineando la necessità di rafforzare la rete di sostegno per chi si trova in difficoltà.
Il seminario romano si è chiuso con gli interventi degli esperti e le domande dei partecipanti. Tra loro giovani lavoratori, sindacalisti e operatori sociali, tutti a chiedere più attenzione alle nuove sfide della previdenza. Un tema che, come ha ricordato Ghiselli, riguarda tutti: “Il futuro delle pensioni dipende dalla nostra capacità di costruire un sistema più giusto e inclusivo”.