Valencia, 21 novembre 2025 – Dal 20 al 30 novembre, Valencia si trasforma nella capitale del gusto con il ritorno del Festival Cuina Oberta. Sono 68 i ristoranti della città che partecipano, offrendo menu a prezzo fisso pensati per avvicinare sia i residenti sia i turisti all’autentica cucina valenciana. L’evento, che si tiene due volte l’anno, è un’occasione unica per scoprire sia piatti tradizionali sia nuove creazioni in una città che fa della gastronomia uno dei suoi tratti più riconoscibili.
Dieci giorni di gusto tra ristoranti e laboratori
Per dieci giorni, dal pranzo alla cena, i ristoranti coinvolti propongono menu degustazione a prezzi fissi: 28 euro per il pranzo, 36 per la cena, con opzioni gourmet a 48 e 56 euro. Anche i locali stellati Michelin partecipano con proposte esclusive da 80 a 100 euro. “A Valencia abbiamo otto ristoranti stellati, di cui due con due stelle Michelin”, spiega Leticia Colomer, responsabile internazionale di Visit Valencia. “Il festival attira molti turisti, soprattutto italiani, che sono il nostro primo mercato per presenze”.
Oltre ai menu, il Cuina Oberta propone 16 esperienze extra: laboratori, degustazioni e attività speciali per conoscere da vicino la cucina locale. Un modo per assaporare una tradizione che mescola influenze romane, arabe e cristiane.
Paella e riso: il cuore di Valencia
Parlare di Valencia senza citare la paella è impossibile. È il piatto simbolo della città e della Spagna tutta. Qui il riso è protagonista assoluto: coltivato nei 20mila ettari dell’Huerta e nel parco naturale dell’Albufera, si prepara in oltre quaranta varianti. La ricetta originale valenciana prevede carne di pollo e coniglio, verdure come i fagioli garrofó e i fagiolini piattoni, lumache e pomodoro grattugiato. Il tutto cotto a fuoco vivo nella classica padella a due manici, fino a ottenere il caratteristico fondo croccante chiamato “socarrat”.
Accanto alla paella, ci sono altri piatti di riso come l’arroz a banda, l’arroz del senyoret (con gamberi già sgusciati), l’arroz negro (al nero di seppia) e l’arroz al horno (al forno con carne e salsiccia). Non manca poi la fideuà, una variante con spaghettini corti e frutti di mare, che completa il ricco panorama della cucina locale.
Mercati storici e prodotti a chilometro zero
Chi vuole capire la cucina di Valencia deve fare tappa al Mercato centrale. È il più grande mercato coperto d’Europa dedicato ai prodotti freschi: oltre 250 bancarelle su 8mila metri quadrati, ospitate in un edificio modernista costruito tra il 1914 e il 1928. Qui si trovano frutta e verdura locali – arance, pomodori, fagioli –, pesce appena pescato, carne, formaggi e spezie. “È il regno del chilometro zero”, racconta uno dei commercianti storici, “qui arriva tutto direttamente dagli orti intorno alla città”.
Un’esperienza diversa la offre il Mercato di Colon, nell’elegante quartiere Ensanche: bar e ristoranti permettono di assaggiare prodotti tipici seduti ai tavoli sotto le volte dell’edificio modernista. Da non perdere la horchata, bevanda fresca a base di chufa, e le birre artigianali locali.
Alta cucina e sostenibilità: gli chef stellati di Valencia
Valencia è anche meta per chi cerca l’alta cucina. Lo chef Ricard Camarena, con due stelle Michelin e la stella verde per la sostenibilità, propone una cucina a base vegetale, usando prodotti coltivati nel suo orto. Il suo ristorante è appena entrato tra i migliori al mondo per la cucina vegetale. Quique Dacosta è invece il volto dietro El Poblet (due stelle Michelin) e Llisa Negra, dove la paella viene cotta su legno d’arancio.
La città è stata nominata Capitale verde europea 2024, un riconoscimento che si riflette anche nella cucina: qui si punta sulla stagionalità, la filiera corta e la valorizzazione dei prodotti locali, diventando un modello da seguire.
Tradizioni conviviali e nuovi rituali
Tra le abitudini più amate c’è l’esmorzaret, una specie di brunch consumato tra le 9 e le 12 nei bar della città: arachidi, sottaceti, panini farciti e vino con gassosa. A chiudere, il caffè corretto “cremaet”, aromatizzato con rum e cannella.
Per l’aperitivo serale, invece, da non perdere la Agua de Valencia, cocktail a base di succo d’arancia, cava, vodka e gin. Il Cafè de Madrid è considerato il luogo dove nacque questa bevanda negli anni Quaranta.
Valencia: tra storia e innovazione culinaria
Passeggiando tra le architetture gotiche della Ciutat Vella o lungo le spiagge di El Cabanyal e Malvarrosa, la città offre sempre nuovi spunti per chi ama mangiare bene. Anche nelle strutture futuristiche progettate da Santiago Calatrava alla Città delle Arti e della Scienza non mancano proposte gastronomiche attente all’ambiente.
Dopo le difficoltà causate dall’alluvione dello scorso anno, Valencia è tornata a essere una meta vivace e accogliente. Il Festival Cuina Oberta ne è la prova: qui la cucina non è solo cibo, ma esperienza quotidiana, incontro tra storia, innovazione e convivialità.