L’esercito israeliano ha annunciato un’intensificazione nelle chiamate alla leva obbligatoria, con circa 54 mila ordini previsti entro la fine di luglio. Le autorità mirano a coinvolgere tutti i cittadini maschi e femmine tra i 16 e i 26 anni soggetti all’obbligo, comprese le comunità ultraortodosse. Questo piano rafforzato segna un giro di vite significativo nella gestione dell’arruolamento.
Ordini di leva obbligatoria e copertura della popolazione
L’Idf ha confermato che la chiamata alla leva riguarderà tutte le fasce d’età stabilite dalla legge, senza eccezioni basate sull’appartenenza religiosa o culturale. Tra i convocati ci sono giovani appartenenti alle comunità haredim, tradizionalmente escluse o soggette a deroghe più elastiche. L’obiettivo è eliminare disparità nell’applicazione dell’obbligo militare e uniformare le procedure per evitare che gruppi specifici sfuggano all’arruolamento.
L’esercito conta dunque di emettere circa 54 mila ordini di convocazione dall’inizio dell’estate e di mantenerne il ritmo fino a fine luglio, coprendo ogni segmento del territorio nazionale. I giovani convocati dovranno rispondere a tre chiamate distinte. A chi non si presenta, verrà assegnato lo status di disertore dopo 12 giorni dal terzo invito formalmente notificato.
Le conseguenze della mancata risposta e azioni di controllo
Secondo fonti militari, chi ignora le tre convocazioni rischia di essere classificato come disertore in poco più di due settimane dall’ultimo avviso. Il regime di sanzioni prevede l’avvio di procedimenti disciplinari e possibili arresti. Per supportare questo sistema, l’Idf metterà in campo una rete di posti di blocco e controlli capillari.
Questi presidi saranno allestiti sulle principali arterie di comunicazione, agli ingressi di quartieri e nelle zone urbane più popolate. Le ispezioni mirano in particolare a intercettare coloro che hanno disatteso le chiamate militari e cercano di sottrarsi all’arruolamento. L’accento è posto sulla prevenzione e individuazione dei disertori prima che possano rimanere invisibili alla giustizia militare.
L’applicazione uniforme della legge anche sugli ultraortodossi
L’Idf ha sottolineato che il nuovo piano non farà distinzioni tra religiosi e laici. In passato, alcuni gruppi ultraortodossi hanno potuto evitare il servizio militare per ragioni culturali o religiose. Ora si prevede un’applicazione piena e senza eccezioni della legge che impone la leva obbligatoria dai 16 ai 26 anni.
Gli ultraortodossi saranno dunque inclusi nei controlli e nelle convocazioni come gli altri cittadini. Si tratterà di un cambio di rotta rispetto al passato, che potrebbe determinare nuove tensioni sociali o politiche. Per ora, l’attenzione resta concentrata sul processo di reclutamento e sull’efficacia delle misure di controllo lungo le strade.
Rafforzamento della disciplina interna
Con questa strategia, l’esercito israeliano punta a rafforzare la disciplina interna e a confermare l’obbligo del servizio militare per tutta la popolazione interessata, senza distinzioni di ceto o fede religiosa.