Elon musk, noto per le sue imprese tecnologiche e finanziarie, ha fondato un nuovo partito politico chiamato America Party. L’obiettivo dichiarato è raccogliere una larga quota di consensi, fino all’80%, in una posizione politica definita “nel mezzo”. Dietro questa scelta c’è un evidente malcontento verso le spese governative e una nuova distanza da Donald Trump, che Musk aveva sostenuto ma poi ha abbandonato per divergenze sul cosiddetto “big beautiful bill”.
L’idea di un terzo partito negli Stati uniti: un progetto che si scontra con la storia
La nascita di un terzo partito negli Stati Uniti non è una novità ma ha sempre incontrato grosse difficoltà a decollare. Il sistema elettorale americano, costruito sul principio “winner takes all” , rende molto complicato il successo per formazioni diverse dai due grandi partiti, repubblicani e democratici. Anche se fuori dal bipolarismo esistono numerose sigle, il loro peso reale è sempre stato modesto, senza un impatto significativo sugli equilibri nazionali.
Alcune esperienze di terzi partiti nella storia americana
Dal 1968, quando george wallace, candidato indipendente, ottenne consensi in cinque stati del sud, nessun terzo partito ha conquistato un numero rilevante di grandi elettori. Negli anni ’90 ross perot raggiunse quasi il 19% del voto popolare nel 1992, senza però collegati grandi elettori. Nel 2000 ralph nader, del partito dei verdi, corse alle presidenziali. Alcuni osservatori ritengono che la sua partecipazione abbia inciso sull’esito dei voti, contribuendo alla controversa vittoria di george w. bush.
Precedenti tentativi di sfidare il sistema bipartitico: il caso di theodore roosevelt
Nel corso del Novecento, più volte politici hanno cercato di rompere il predominio dei due partiti principali. Nel 1912, ad esempio, theodore roosevelt, dopo aver guidato la nazione per sette anni come presidente, cercò la rielezione ma non ottenne la nomina repubblicana. Per questo fondò il partito progressista, noto come “bull moose”, con l’intento di sfidare direttamente il candidato ufficiale del partito, william taft.
Nonostante non vincesse, roosevelt raggiunse il 27% dei voti popolari e ottenne otto grandi elettori, diventando fino a oggi il candidato di un terzo partito più seguito in termini elettorali. Quel voto spezzò i consensi repubblicani e permise la vittoria del democratico woodrow wilson.
Ostacoli pratici e burocratici per musk e il suo america party
Elon musk deve affrontare una lunga serie di impedimenti per far entrare l’america party nelle battaglie elettorali. Regole statali e della federal election commission impongono requisiti rigorosi per la registrazione e per far figurare candidati nelle schede elettorali. L’esperienza delle ultime elezioni presidenziali 2024 mostra come questi ostacoli siano difficili da superare.
Candidati terzi e difficoltà di accesso alle schede elettorali
Nessun candidato di partiti terzi infatti è riuscito a comparire sulle schede di tutti e 50 gli stati. Jill stein, per il partito dei verdi, e robert f. kennedy jr. non ce l’hanno fatta. Quest’ultimo infine ha sostenuto Trump in modo esplicito, invitando i suoi elettori a non segnarlo nelle schede dove era presente.
La sfida appare complessa anche dal punto di vista personale. Musk, noto per le sue richieste frequenti e per obiettivi alti, dovrà adattarsi a processi lenti e pieni di formalità, che spesso mettono a dura prova candidati meno navigati.
Il peso dell’america party nel contesto politico americano
Al momento, l’america party è un progetto giovane con obiettivi ambiziosi ma isolato in un sistema fortemente sbilanciato verso i due grandi partiti. Per oltre un secolo il modello bipartitico ha dimostrato grande resilienza. Persino candidati carismatici con fondi consistenti hanno incontrato più volte difficoltà a incidere sul corso delle elezioni.
Sfide e limiti attuali
La formazione di Musk si muove in un contesto che non solo richiede un forte radicamento politico ma anche una capacità di superare normative complesse e logiche elettorali consolidate. In questo quadro, il progetto presenta una serie di sfide da affrontare, sia sul piano organizzativo che su quello del consenso, a meno di cambiamenti strutturali più ampi.