Un gruppo di cinque figure religiose di rilievo del distretto di Hebron, in Cisgiordania, ha rivolto una proposta inedita al governo israeliano. Questi sceicchi hanno inviato una lettera ufficiale chiedendo di aderire agli Accordi di Abramo e di avviare un nuovo percorso di pace con Israele. L’iniziativa evidenzia la volontà di staccarsi dall’Autorità nazionale palestinese e di dichiarare Hebron un emirato autonomo che riconosca Israele come Stato del popolo ebraico.
Il contenuto e la portata della proposta degli sceicchi di Hebron
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, la lettera inviata dagli sceicchi al ministro israeliano dell’Economia, Nir Barkat, definisce la proposta come “equa e dignitosa”. Questo nuovo patto potrebbe sostituire gli accordi di Oslo, giudicati da loro responsabili di “danni, morte, disastro economico e distruzione” nella regione. Uno degli sceicchi ha sottolineato il rischio di concentrarsi esclusivamente sulla creazione di uno Stato palestinese, definendo questa idea destinata a condurre al disastro.
Alcuni sceicchi aggiuntivi, che appoggiano l’iniziativa, hanno preferito mantenere l’anonimato per motivi di sicurezza personale, dato il clima delicato attorno alla proposta. La lettera esprime inoltre la disponibilità a fare di Hebron un emirato riconosciuto da Israele come rappresentante degli arabi residenti nell’area, in cambio del riconoscimento ufficiale dello Stato ebraico da parte dell’emirato stesso.
Le reazioni di Nir Barkat e lo svolgimento degli incontri a Gerusalemme
Il ministro dell’Economia Nir Barkat ha commentato al Wall Street Journal che il modello basato sui due Stati è ormai superato e che l’Autorità nazionale palestinese non gode più di fiducia né presso la popolazione palestinese né in Israele. Da febbraio, Barkat ha organizzato decine di incontri nella sua abitazione a Gerusalemme con lo sceicco Wadee’ al-Jaabari, uno dei più influenti leader del clan di Hebron e promotore della proposta, insieme ad altri sceicchi.
Jaabari ha ribadito al giornale la sua volontà di una pace fondata sull’adesione agli Accordi di Abramo. Ha aggiunto che Israele non concederà più la creazione di uno Stato palestinese, anche in un futuro molto lontano. Questa posizione ha creato un dibattito acceso, soprattutto dopo la pubblicazione della lettera sul Wall Street Journal e l’intervista rilasciata al Jerusalem Post.
La portata demografica e il progetto di estensione ad altri territori
Gli sceicchi firmatari rappresentano circa il 78% della popolazione di Hebron, corrispondente a più di 700.000 palestinesi. La loro strategia punta a terminare le rivendicazioni palestinesi sul conflitto riconoscendo Israele come Stato ebraico e stabilendo un potere locale distinto dall’Anp.
Il progetto non si limita a Hebron. L’obiettivo è coinvolgere altri sei “emirati” palestinesi basati su un modello simile a quello degli Emirati Arabi Uniti. Le aree previste includono Betlemme, Gerico, Nablus, Tulkarem, Jenin, Qalqilya e Ramallah. Queste zone potrebbero a loro volta formare entità politiche autonome, raccogliendo il consenso locale sotto una nuova forma di governo.
Questa proposta prende corpo in un momento di tensione persistente e rappresenta un tentativo concreto di modificare radicalmente la gestione del territorio palestinese, aprendo scenari ancora poco esplorati nei negoziati mediorientali. Il confronto politico e diplomatico attorno a questa iniziativa continuerà a evolversi nelle prossime settimane.