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Ue esprime preoccupazione per gli arresti dei difensori dei diritti umani in Iran

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Ue esprime preoccupazione per gli arresti dei difensori dei diritti umani in Iran
Ue esprime preoccupazione per gli arresti dei difensori dei diritti umani in Iran
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Bruxelles, 31 dicembre 2025 – L’Unione Europea lancia un allarme serio sulla pratica sempre più diffusa della detenzione arbitraria in Iran. A finire in manette, soprattutto, sono coloro che esprimono critiche al governo. La denuncia arriva dall’Alto Rappresentante per la politica estera dell’UE, a seguito di una serie di arresti che hanno colpito attivisti e difensori dei diritti umani nelle principali città iraniane, da Teheran a Shiraz, negli ultimi mesi del 2025.

L’UE accusa: repressione senza freni contro le voci critiche in Iran

Nel comunicato ufficiale, l’Unione Europea punta il dito contro l’uso sistematico della detenzione arbitraria, definendolo una chiara violazione degli impegni internazionali presi dall’Iran, in particolare quelli della Convenzione internazionale sui diritti civili e politici. “Siamo profondamente preoccupati per la stretta sulle voci critiche all’interno del Paese”, si legge nella nota diffusa nel primo pomeriggio a Bruxelles. Fonti diplomatiche europee riferiscono che la questione è stata al centro dell’ultima riunione del Consiglio Affari Esteri, dove diversi Stati membri hanno chiesto una risposta più decisa.

Appello all’Iran: liberate chi è stato arrestato senza motivo

L’Unione Europea rivolge un appello chiaro alle autorità iraniane: “Rilasciate tutte le persone ingiustamente detenute per aver esercitato i loro diritti fondamentali, come la libertà di espressione e di riunione”. La richiesta arriva dopo i dati diffusi da organizzazioni internazionali come Amnesty International e Human Rights Watch, che parlano di almeno 120 attivisti, giornalisti e studenti universitari arrestati nelle ultime settimane. Alcuni, secondo le famiglie, sono stati trasferiti in carceri lontane da Teheran, senza alcuna possibilità di contatti con avvocati o parenti.

Proteste e repressione: il clima teso degli ultimi mesi in Iran

Negli ultimi mesi, l’Iran è stato scosso da nuove ondate di proteste, soprattutto nelle grandi città. Le manifestazioni sono partite per motivi economici – l’aumento dell’inflazione, la mancanza di beni essenziali – ma in fretta si sono trasformate in richieste di più libertà politica e rispetto dei diritti umani. Le autorità hanno risposto con arresti mirati. Tra i fermati, secondo fonti locali, ci sono anche avvocati e attivisti noti come Nasrin Sotoudeh e Narges Mohammadi. Le famiglie degli arrestati raccontano di perquisizioni notturne e interrogatori fatti senza la presenza di un legale.

La reazione del mondo e il ruolo dell’Europa

L’Unione Europea si muove in un quadro internazionale già teso. Anche gli Stati Uniti hanno condannato la repressione, mentre le Nazioni Unite hanno chiesto spiegazioni ufficiali a Teheran. “L’Iran deve rispettare i suoi impegni internazionali”, ha detto un portavoce dell’ONU durante il briefing quotidiano a Ginevra. Sul fronte europeo, si stanno valutando nuove misure diplomatiche. Tra le ipotesi in discussione, anche l’introduzione di sanzioni mirate contro i funzionari coinvolti nelle violazioni.

Un futuro incerto: dialogo difficile e pressioni in aumento

Nonostante gli appelli, il governo iraniano non ha ancora risposto ufficialmente alla nota europea. Secondo alcuni osservatori, la leadership di Teheran teme che un allentamento della repressione possa dare nuova spinta alle proteste. “La situazione resta molto delicata”, spiega un diplomatico europeo che segue da vicino il dossier iraniano. Nei prossimi giorni si capirà se la pressione internazionale porterà a qualche apertura o se la linea dura continuerà senza cambiamenti.

Intanto, le famiglie dei detenuti continuano a chiedere notizie dei loro cari. Molti, dicono gli avvocati locali, non hanno ancora ricevuto nessuna accusa formale. Una condizione che, secondo l’Unione Europea, non può essere ignorata: “La difesa dei diritti fondamentali – si legge nella nota – resta una priorità irrinunciabile per l’Europa”.

Written by
Mirko Fabrizi

Sono un appassionato narratore di storie di italiani che hanno deciso di intraprendere un viaggio all’estero, sia per lavoro che per dare vita a nuove avventure imprenditoriali. La mia penna si muove tra le esperienze di chi ha lasciato la propria terra d'origine per seguire sogni e aspirazioni, affrontando sfide e scoprendo opportunità in contesti diversi. Credo fermamente nel potere delle storie di ispirare e connettere le persone, e mi piace esplorare come la cultura italiana si intrecci con quella di altri paesi. Con ogni articolo su smetteredilavorare.it, cerco di dare voce a chi ha scelto di cambiare il proprio destino, portando un pezzo d'Italia nel mondo e dimostrando che la passione e la determinazione possono aprire le porte a nuove realtà.

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