Treviso, 31 dicembre 2025 – Il prosecco resta una bandiera del made in Italy. Nonostante le incertezze sul piano internazionale e i nuovi dazi dagli Stati Uniti, continua a spingere l’export del vino italiano. A dirlo è Diva Moretti Polegato, export manager di Villa Sandi per Regno Unito, Stati Uniti e Messico, che traccia un bilancio di un anno ricco di sfide e cambiamenti. “Il prosecco non si può replicare fuori dalla sua terra, è un prodotto unico”, spiega Moretti Polegato, guardando al 2025 appena concluso e a un 2026 di cauto ottimismo.
Dazi Usa e prosecco: per ora l’impatto è limitato
I nuovi dazi Usa colpiscono uno dei mercati più importanti per il prosecco. Eppure, fino a dicembre, le esportazioni non hanno ancora subito cali significativi. “Il prosecco vale il 30% di tutto il vino italiano esportato negli Stati Uniti”, ricorda Moretti Polegato. Nonostante le tariffe in più, il prodotto resta accessibile per la maggior parte dei consumatori americani. “Bisogna aspettare il primo semestre del 2026 per capire davvero l’effetto di questi dazi”, avverte, evidenziando che i dati dei tre Consorzi di tutela confermano un trend ancora positivo.
Villa Sandi: numeri solidi e occhi puntati sui nuovi mercati
Villa Sandi conferma la sua posizione di leader nel settore. Nel 2024 il fatturato ha toccato i 132 milioni di euro, con il 70% della produzione destinato all’estero e il 30% al mercato interno. “È stato un anno difficile per il vino in generale”, ammette Moretti Polegato, “ma il prosecco regge, perché è unico e non si può imitare”. Il calo dei consumi si fa sentire, anche a causa di uno stile di vita più attento alla salute e alla ricerca di bevande con poco o niente alcol.
Bollicine senza alcol: un trend in forte crescita
La richiesta di prosecco senza alcol cresce a doppia cifra. Villa Sandi ha intercettato questa domanda già qualche anno fa, lanciando una linea dedicata. “La produzione aumenta ogni anno di molto”, sottolinea l’export manager. Questo fenomeno riguarda soprattutto chi non vuole rinunciare al piacere del brindisi ma preferisce evitare l’alcol, spesso per motivi di salute. “Il prosecco ha già un contenuto alcolico moderato”, spiega Moretti Polegato, “e questo lo rende perfetto per chi cerca convivialità senza eccessi”.
Espansione globale e offerta diversificata
Oggi Villa Sandi esporta in 135 Paesi. L’azienda punta su nuovi mercati come l’Est Europa, l’Africa e l’America Centrale. “Diversificare è parte del nostro modo di lavorare”, dice la manager veneta. Ma non si limita solo all’export. Un altro pilastro è l’enoturismo. “Aprire le porte della nostra villa palladiana ai visitatori è una grande opportunità”, racconta Moretti Polegato. La villa è aperta tutto l’anno, e accanto c’è la Locanda Sandi, che offre ristorazione e ospitalità. “Così valorizziamo il brand e accogliamo il cliente in modo completo, mostrando anche i vigneti e tutto quello che c’è dietro a una bottiglia”.
Cucina italiana Unesco e sostenibilità: nuove sfide all’orizzonte
Il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio immateriale Unesco può dare nuova spinta anche al vino. “È un segnale importante che unisce vino, cultura e turismo”, commenta Moretti Polegato. Sul fronte della sostenibilità, Villa Sandi punta a diventare completamente green entro dieci anni. Centrali idroelettriche, pannelli solari e pratiche agricole rispettose dell’ambiente sono già in atto.
2026: tra speranze e incognite
Guardando al futuro, l’export manager non nasconde le preoccupazioni legate ai conflitti internazionali e ai dazi Usa che pesano sui consumi. “Speriamo che la situazione geopolitica si calmi”, confida. E conclude: “Ci auguriamo di iniziare il 2026 con buone notizie su guerre e dazi”. Un desiderio condiviso da tanti produttori italiani che vedono nel prosecco non solo un successo commerciale, ma anche un simbolo della capacità del Paese di adattarsi e innovare senza perdere le proprie radici.










