Roma, 25 dicembre 2025 – È arrivata oggi all’Aran la firma del nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro 2022-24 per il personale scolastico, un traguardo molto atteso da insegnanti, personale amministrativo e sindacati. A spiegare il valore di questo accordo è stato Marcello Pacifico, presidente nazionale di Anief e segretario confederale della Cisal. Ha sottolineato come, a differenza del passato, “oggi firmiamo perché abbiamo la certezza di recuperare entro il 2030 l’inflazione salita alle stelle negli ultimi tre anni, tra pandemia e guerra in Ucraina”. Un impegno preciso, quello preso con la parte pubblica, che punta a chiudere entro il 2026 anche la parte economica del contratto 2025-2027.
Aumenti in busta e arretrati: cosa cambia per docenti e Ata
Secondo i dati diffusi da Aran e rilanciati dai sindacati, il nuovo contratto porterà aumenti medi lordi mensili che, sommati nei due trienni contrattuali, potranno arrivare fino a 416 euro per gli insegnanti e 303 euro per il personale Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari). Per il solo triennio 2022-2024, gli arretrati medi lordi sono di circa 1.948 euro per i docenti e 1.427 euro per il personale Ata, a cui si aggiungono circa 585 euro per gli insegnanti e 455 euro per gli Ata come anticipo di parte delle risorse del triennio successivo.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha messo sul piatto 240 milioni di euro extra per un bonus “una tantum” destinato a docenti e Ata. Una boccata d’ossigeno, secondo Pacifico, che ha detto: “Dopo anni di blocchi e aumenti incerti, finalmente c’è certezza”.
Buoni pasto e riconoscimenti: le prossime sfide
Guardando avanti, Pacifico ha chiarito che per il prossimo contratto “siamo pronti a discutere, ma ci aspettiamo subito il riconoscimento del buono pasto e risorse extra dedicate solo al personale scolastico”. Il nodo più urgente resta il ritardo negli stipendi rispetto alla media della pubblica amministrazione, con un divario che oggi sfiora i 10 mila euro l’anno rispetto alle Funzioni centrali. “Fa riflettere molto – ha ammesso Pacifico – se si pensa che 25 anni fa guadagnavano in media anche 1.000 euro in meno”.
Tra le richieste del sindacato ci sono anche il riconoscimento del burnout, il riscatto agevolato della laurea, la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo, il ripristino del primo gradino stipendiale, assunzioni su tutti i posti vacanti e la mobilità intercompartimentale. Senza dimenticare il doppio canale di reclutamento per assumere molti precari ancora in attesa.
Copertura sanitaria e welfare: novità in arrivo dal 2026
Tra le ultime novità, c’è la possibilità che da gennaio il personale scolastico possa finalmente contare su una copertura assicurativa sanitaria. Un tema su cui Anief batte da tempo: “È un welfare molto richiesto dal sindacato”, hanno sottolineato i rappresentanti presenti all’Aran.
Il contratto 2025-27: aumenti in vista e tempi più veloci
Il prossimo contratto 2025-2027 si preannuncia altrettanto importante. Se le parti riusciranno a chiudere l’accordo entro un anno, dal 1° gennaio 2026 sono previsti aumenti medi mensili di circa 245 euro per i docenti e 179 euro per il personale Ata, cifre che saliranno a 293 euro e 214 euro dal gennaio 2027.
Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha definito l’intesa “un risultato storico: per la prima volta nella scuola italiana garantiamo continuità contrattuale”. L’accordo prevede anche un potenziamento delle materie oggetto di confronto sindacale e un aumento delle risorse destinate al Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa: 93,7 milioni di euro per i docenti e 19,1 milioni per il personale Ata.
La strada è ancora lunga
Nonostante la firma di oggi, restano diversi punti aperti. Anief chiede “valorizzazione delle figure di sistema e degli ex dsga” e mette tra le priorità le assunzioni e la riduzione della precarietà. Solo allora – spiegano i sindacati – si potrà davvero parlare di un cambio di passo rispetto al passato.
La trattativa continua su più fronti, ma la firma di oggi segna un passo concreto verso il recupero salariale e normativo del personale scolastico italiano.








