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Rafforzare la Pubblica Amministrazione: il ruolo fondamentale della co-programmazione nel terzo settore

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Rafforzare la Pubblica Amministrazione: il ruolo fondamentale della co-programmazione nel terzo settore
Rafforzare la Pubblica Amministrazione: il ruolo fondamentale della co-programmazione nel terzo settore
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Salerno, 22 dicembre 2025 – “La co-programmazione dà forza alla Pubblica Amministrazione e aumenta l’impatto sociale degli interventi”. Così ha esordito questa mattina Alessandro Lombardi, Capo Dipartimento Politiche Sociali del Ministero del Lavoro, durante il suo intervento al Meeting nazionale ‘Co-programmare con i giovani’ a Salerno. L’incontro ha subito messo al centro l’importanza dei giovani e il lavoro insieme tra Terzo Settore e istituzioni, con l’obiettivo chiaro di andare oltre la semplice partecipazione simbolica e creare veri strumenti di confronto.

Co-programmazione: un modello che coinvolge davvero

Nel salone principale della Fondazione Menna, poco dopo le 10, Lombardi ha spiegato: “Coinvolgere i giovani nella progettazione delle politiche sociali non significa più solo ascoltarli a parole, ma costruire insieme, con risultati concreti”. Per lui, la co-programmazione è una vera svolta per la Pubblica Amministrazione. Permette infatti di “realizzare interventi più efficaci, che rispondono davvero ai bisogni dei territori”.

A guidare il progetto è stata Moby Dick ETS, con decine di ragazzi da varie regioni italiane. Tra loro, Martina, 22 anni di Napoli, ha raccontato di aver trovato “spazi di dialogo che prima non c’erano”. Anche gli operatori del Terzo Settore hanno notato il cambiamento: “La co-programmazione ci insegna a lavorare insieme, senza ruoli fissi e rigidi”.

Dai tavoli di lavoro alle proposte operative

Nel corso della giornata, i gruppi hanno affrontato temi come inclusione sociale, lavoro giovanile e innovazione nei servizi. Coordinati dai facilitatori di Moby Dick ETS, i tavoli hanno prodotto diverse proposte concrete, che saranno inviate al Ministero nelle prossime settimane. “Non è un semplice esercizio teorico – ha sottolineato Lombardi – ma un percorso che porterà a politiche condivise e misurabili”.

I dati degli organizzatori mostrano che oltre il 60% dei partecipanti aveva già esperienza in progetti sociali locali. Eppure, molti hanno ammesso: “Questa è la prima volta che ci sentiamo davvero parte del processo decisionale”. Un segnale importante, secondo gli esperti, che la co-programmazione può essere una risposta reale alla crisi di fiducia tra giovani e istituzioni.

Il ruolo del Terzo Settore e delle istituzioni

La presenza attiva delle associazioni del Terzo Settore è stata uno dei punti forti dell’iniziativa. “Senza il lavoro insieme tra pubblico e privato sociale, molte idee resterebbero solo sulla carta”, ha detto Francesca Russo, presidente di una cooperativa salernitana. Anche le istituzioni – dal Comune di Salerno alla Regione Campania – hanno dato peso all’evento. “Ci servono norme che facilitino questi percorsi, non solo buone intenzioni”, ha aggiunto Russo.

Lombardi ha ribadito che il Ministero sta preparando delle linee guida nazionali per diffondere la co-programmazione. “Vogliamo che ogni territorio possa provare questi modelli, adattandoli alle proprie esigenze”, ha spiegato nel dibattito del pomeriggio.

Prospettive e sfide per il futuro

Il meeting si è chiuso nel tardo pomeriggio con una sessione plenaria. I giovani hanno chiesto più continuità: “Non vogliamo che resti un episodio isolato, serve un impegno costante”, ha detto Marco, 24 anni, studente universitario. Lombardi ha risposto che “il Ministero continuerà a investire su questi percorsi, seguendo i risultati e ascoltando i suggerimenti dal basso”.

In sintesi, la giornata a Salerno ha dimostrato come la co-programmazione, se fatta con attenzione e apertura, possa trasformare la partecipazione dei giovani da simbolica a concreta. Un processo ancora in corso, come hanno ammesso molti, ma che sembra aver trovato terreno fertile proprio nell’incontro tra giovani, Terzo Settore e istituzioni.

Written by
Mirko Fabrizi

Sono un appassionato narratore di storie di italiani che hanno deciso di intraprendere un viaggio all’estero, sia per lavoro che per dare vita a nuove avventure imprenditoriali. La mia penna si muove tra le esperienze di chi ha lasciato la propria terra d'origine per seguire sogni e aspirazioni, affrontando sfide e scoprendo opportunità in contesti diversi. Credo fermamente nel potere delle storie di ispirare e connettere le persone, e mi piace esplorare come la cultura italiana si intrecci con quella di altri paesi. Con ogni articolo su smetteredilavorare.it, cerco di dare voce a chi ha scelto di cambiare il proprio destino, portando un pezzo d'Italia nel mondo e dimostrando che la passione e la determinazione possono aprire le porte a nuove realtà.

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