Bruxelles, 19 dicembre 2025 – Dopo una lunga notte di trattative, i leader dell’Unione Europea hanno raggiunto un’intesa per un nuovo prestito da 90 miliardi di euro destinato all’Ucraina per il biennio 2026-2027. La decisione, maturata nel palazzo Justus Lipsius dopo ore di confronto serrato, arriva in un momento decisivo. La guerra con la Russia va avanti senza tregua e il sostegno occidentale a Kiev resta fondamentale.
90 miliardi per l’Ucraina: cosa prevede l’accordo
Il prestito, suddiviso in più tranche e a condizioni agevolate, è legato a una serie di riforme economiche e amministrative chieste dall’Unione. Fonti diplomatiche spiegano che il pacchetto serve a “garantire la stabilità finanziaria dell’Ucraina e a sostenere la ricostruzione del Paese”, come ha spiegato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, al termine del vertice. Il via libera è arrivato poco dopo le 22, quando anche i Paesi più esitanti, come l’Ungheria di Viktor Orbán, hanno accettato un compromesso.
Trattativa in salita tra dubbi e veti
Il negoziato, iniziato nel primo pomeriggio, si è protratto ben oltre l’orario previsto. Secondo chi era in sala, il punto più caldo riguardava le garanzie chieste da alcuni Stati membri per evitare sprechi o cattiva gestione dei fondi. “Abbiamo chiesto controlli rigorosi e trasparenza totale”, ha detto il premier olandese Mark Rutte uscendo dalla sala poco prima delle 23. Solo con una serie di modifiche al testo è stato possibile superare le resistenze. L’Ungheria, in particolare, ha minacciato fino all’ultimo di bloccare tutto, chiedendo maggiori tutele per i contribuenti europei.
Le condizioni: niente assegni in bianco
Il prestito sarà concesso a precise condizioni. Kiev dovrà seguire una tabella di marcia su riforme giudiziarie, lotta alla corruzione e gestione dei soldi pubblici. “Non si tratta di un assegno in bianco”, ha chiarito la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante il punto stampa a notte fonda. “L’Europa sta con l’Ucraina, ma pretende responsabilità e risultati concreti”. I pagamenti saranno legati a verifiche periodiche della Commissione e della Corte dei Conti europea.
Le prime reazioni e cosa succede adesso
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accolto con favore la notizia, ringraziando “gli amici europei per il sostegno continuo” su X (ex Twitter). A Bruxelles, però, l’atmosfera è rimasta tesa anche dopo la fumata bianca. Alcuni leader hanno lasciato il palazzo poco dopo la mezzanotte senza parlare con i giornalisti. “È stato un negoziato duro, ma necessario”, ha confidato una fonte francese. L’accordo manda un segnale chiaro a Mosca e agli alleati occidentali: l’Unione Europea vuole restare al fianco dell’Ucraina anche nei prossimi anni.
Cosa significa per l’Europa dal punto di vista economico
Secondo le prime stime, il prestito sarà finanziato con emissioni comuni di titoli europei, seguendo lo schema già usato con il Recovery Fund. Il debito sarà suddiviso tra i Paesi membri in base alle loro quote di bilancio Ue. Qualcuno ha espresso preoccupazioni per gli effetti sui mercati e sui conti pubblici nazionali. Ma Ursula von der Leyen ha rassicurato: “L’impatto sarà gestibile e sostenibile”. Ha anche sottolineato quanto sia importante “difendere la stabilità dell’Europa”.
Guerra e diplomazia: il contesto internazionale
L’accordo arriva in un momento delicato. Sul fronte orientale i combattimenti continuano, mentre la diplomazia è praticamente bloccata. Gli Stati Uniti hanno rallentato gli aiuti militari a Kiev, e Mosca osserva con attenzione ogni mossa europea. “L’unità dell’Ue è fondamentale”, ha ricordato il cancelliere tedesco Olaf Scholz. “Non possiamo permetterci divisioni su un tema così importante”. Nei corridoi del Consiglio si avverte una certa preoccupazione per la tenuta della solidarietà occidentale nei mesi a venire.
I prossimi passi: monitorare e agire
Nei primi mesi del 2026 partiranno le prime tranche del prestito, ma solo dopo una verifica tecnica sui progressi di Kiev. La Commissione europea invierà missioni di controllo sul campo e farà rapporti regolari al Consiglio. “Siamo pronti a fare la nostra parte”, ha detto il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. Resta però chiaro che la strada sarà lunga e difficile. Per ora, l’Unione Europea ha deciso di rinnovare il proprio impegno a fianco dell’Ucraina, con un sostegno finanziario senza precedenti nella storia recente.









