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Meloni: il buon senso guida le risorse destinate all’Ucraina

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Meloni: il buon senso guida le risorse destinate all'Ucraina
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Roma, 19 dicembre 2025 – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato questa mattina, davanti ai giornalisti a Palazzo Chigi, l’accordo raggiunto in Unione Europea per il nuovo prestito da 90 miliardi di euro all’Ucraina. Ha espresso soddisfazione per una soluzione che, a suo dire, “ha una base solida sul piano giuridico e finanziario”. L’intesa, arrivata nella notte dopo settimane di trattative tra i Ventisette, è un passaggio fondamentale per il sostegno europeo a Kiev, nel pieno della guerra con la Russia.

Prestito Ue all’Ucraina, Meloni: “Ha vinto il buon senso”

Sono contenta che abbia vinto il buon senso”, ha detto Meloni poco dopo le 9.30, rispondendo alle domande nel cortile di Palazzo Chigi. La premier ha spiegato che l’obiettivo principale per l’Italia era “garantire le risorse necessarie” all’Ucraina, ma “con una soluzione che fosse solida sia dal punto di vista legale che finanziario”. Un equilibrio, ha aggiunto, “non scontato in questo momento”, vista la complessità dei rapporti tra i Paesi membri e le diverse posizioni emerse durante il negoziato.

L’accordo, firmato a Bruxelles nella tarda serata di ieri, prevede lo stanziamento di 90 miliardi di euro in quattro anni, destinati a sostenere la stabilità economica e la ricostruzione dell’Ucraina. Il meccanismo scelto, secondo fonti diplomatiche, si basa su garanzie comuni e su un controllo più stretto da parte delle istituzioni europee sull’uso dei fondi. Proprio questo punto era stato uno dei paletti dell’Italia fin dall’inizio.

Trattative dure tra veti e compromessi

Il via libera al nuovo pacchetto di aiuti è arrivato dopo giorni di tensioni tra le capitali europee. In particolare, il premier ungherese Viktor Orbán aveva minacciato il veto, chiedendo più garanzie sull’uso dei soldi e una revisione delle regole di bilancio. Solo dopo una lunga notte di trattative – con la partecipazione diretta di Meloni, Scholz e Macron – si è trovato un accordo condiviso.

Fonti italiane raccontano di una trattativa “a tratti molto tesa”, con scambi serrati fino alle prime ore del mattino. “Alla fine si è trovata una soluzione”, ha detto un funzionario del Ministero degli Esteri, “anche grazie alla disponibilità italiana di lavorare per un compromesso equilibrato”. Secondo quanto riferito da Palazzo Chigi, Meloni ha giocato un ruolo attivo nei colloqui informali tra i leader.

Cosa cambia per l’Italia e le reazioni politiche

L’Italia contribuirà al prestito in base alla propria quota nel bilancio Ue. Le prime stime del Ministero dell’Economia parlano di circa 5 miliardi di euro in quattro anni. Una cifra “importante”, ha ammesso il ministro Giancarlo Giorgetti, ma “necessaria per garantire la sicurezza europea”.

Le opposizioni hanno accolto la notizia con prudenza. Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha chiesto “chiarezza sull’uso dei fondi” e “un impegno serio per la pace”. Più critico Giuseppe Conte (M5S), che ha definito la scelta “rischiosa” e ha chiesto al governo di riferire in Parlamento. Dalla maggioranza sono arrivati segnali di sostegno: “L’Italia fa la sua parte”, ha detto Antonio Tajani (Forza Italia), mentre Matteo Salvini (Lega) ha chiesto “garanzie precise sulla destinazione delle risorse”.

Prossimi passi e incognite

Ora il prestito dovrà essere approvato dai Parlamenti nazionali e dal Parlamento europeo. I primi fondi potrebbero arrivare a Kiev già entro marzo 2026, secondo la Commissione Ue. Restano però aperti i dubbi sulla sostenibilità finanziaria dell’operazione: alcuni osservatori temono che l’aumento del debito comune possa creare nuove tensioni tra i Paesi membri.

Meloni, però, resta fiduciosa: “Abbiamo fatto la scelta giusta”, ha ripetuto ai suoi collaboratori nel pomeriggio. Intanto, nei corridoi di Bruxelles si respira ancora prudenza. Solo nei prossimi mesi si capirà se la soluzione trovata reggerà alla prova dei fatti – e se l’Europa saprà restare unita nel sostegno all’Ucraina.

Written by
Mirko Fabrizi

Sono un appassionato narratore di storie di italiani che hanno deciso di intraprendere un viaggio all’estero, sia per lavoro che per dare vita a nuove avventure imprenditoriali. La mia penna si muove tra le esperienze di chi ha lasciato la propria terra d'origine per seguire sogni e aspirazioni, affrontando sfide e scoprendo opportunità in contesti diversi. Credo fermamente nel potere delle storie di ispirare e connettere le persone, e mi piace esplorare come la cultura italiana si intrecci con quella di altri paesi. Con ogni articolo su smetteredilavorare.it, cerco di dare voce a chi ha scelto di cambiare il proprio destino, portando un pezzo d'Italia nel mondo e dimostrando che la passione e la determinazione possono aprire le porte a nuove realtà.

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