Roma, 16 dicembre 2025 – Il governo ha messo sul tavolo un emendamento alla manovra finanziaria che cambia gli stanziamenti per il Ponte sullo Stretto di Messina, destinando ben 780 milioni di euro all’opera nel 2033. La modifica, inserita nelle ultime ore con un aggiornamento al bilancio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, arriva dopo settimane di discussioni e confronti tecnici. L’obiettivo, spiegano fonti del ministero, è adattare la pianificazione delle risorse alle nuove tempistiche burocratiche, senza toccare il totale dei fondi già stanziati.
Riprogrammare i fondi senza tagli
Nella Relazione tecnica che accompagna l’emendamento si legge che la modifica “rifinanzia, alla luce dell’aggiornamento dell’iter amministrativo e del mancato utilizzo degli impegni relativi alle somme iscritte in bilancio nel 2025, i fondi per il Ponte sullo Stretto”. In pratica, i soldi previsti per il 2025, ma non spesi perché provenienti da residui 2024, vengono spostati al 2033. Dal MIT sottolineano che così si mantiene invariato il totale delle risorse autorizzate, ma si sposta in avanti la disponibilità di una parte consistente dei fondi.
Perché si rinvia e le reazioni in campo politico
Il posticipo degli stanziamenti al 2033 nasce dai rallentamenti nella burocrazia e dalla revisione delle tempistiche dell’opera. “È una semplice rimodulazione tecnica – dice un funzionario del Ministero – per allineare i soldi alle nuove scadenze”. Non sono però mancate le critiche. L’opposizione parla di “ennesimo rinvio”, mentre tra i sostenitori del progetto regna prudenza. “Il governo conferma l’impegno sul Ponte – ha detto il senatore messinese Nino Germanà di Forza Italia – ma serve chiarezza sui tempi e su come saranno spesi i fondi”.
I numeri restano gli stessi
Il totale delle risorse per il Ponte sullo Stretto resta quindi intatto. Si parla di circa 13 miliardi di euro, distribuiti su più anni. La novità dell’emendamento riguarda solo quando questi soldi saranno spesi: i 780 milioni per il 2033 rappresentano una fetta importante del finanziamento pubblico. “Non è un taglio – spiegano da vicino al dossier – ma una diversa distribuzione nel tempo”.
Un’opera sempre più in salita
Il Ponte sullo Stretto di Messina è da decenni al centro di discussioni politiche e tecniche. Nonostante sia considerato strategico per collegare Sicilia e Calabria, l’iter ha subito diversi stop negli ultimi mesi. Dal Ministero fanno sapere che sono ancora in corso le verifiche tecniche e ambientali necessarie prima di partire con i cantieri. “Stiamo lavorando per rispettare i tempi del cronoprogramma aggiornato”, ha detto il ministro Matteo Salvini in un’audizione recente. Ma lo spostamento dei fondi fa pensare che la realizzazione potrebbe slittare ancora rispetto a quanto previsto.
Dubbi e aspettative sul futuro
Resta da capire se questa nuova ripartizione delle risorse basterà a garantire la continuità del progetto nei prossimi anni. Alcuni osservatori avvertono che rimandare i soldi potrebbe significare altri ritardi nella fase operativa. “Serve una gestione chiara e trasparente”, ha commentato il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, chiedendo un dialogo continuo con i territori coinvolti. Intanto, a Messina e Villa San Giovanni, l’attesa cresce, ma con essa anche lo scetticismo. “Ogni anno si parla di soldi e promesse – racconta Maria, commerciante del centro storico – ma qui non si vede mai niente di concreto”.
Il dibattito sul Ponte sullo Stretto resta acceso, diviso tra la voglia di sviluppo infrastrutturale e i dubbi sulla sua realizzazione nei tempi annunciati. La partita si gioca ancora tra numeri di bilancio e scelte politiche da qui ai prossimi mesi.










