Milano, 14 dicembre 2025 – Il settore legno-arredo italiano tiene duro nei primi otto mesi del 2025, nonostante le tante incertezze che ancora pesano sullo scenario globale. Dai dati del centro studi di FederlegnoArredo, basati su Istat, emerge che l’export della filiera ad agosto segna un calo del 4,7% rispetto allo stesso mese del 2024. Sul totale gennaio-agosto, invece, si arriva a 12,7 miliardi di euro, con un lieve -0,2%. Un risultato che, per il presidente Claudio Feltrin, “dimostra la capacità del settore di restare saldo sui mercati esteri”.
Produzione in ripresa: si lascia alle spalle due anni duri
A livello di produzione industriale, il comparto mobili dà segnali di ripresa. Solo a ottobre il settore è cresciuto del 4,3%, confermando un trend positivo da inizio anno (+4,1% da gennaio a ottobre). Un’inversione rispetto a due anni difficili: il 2024 aveva chiuso a -2,9%, il 2023 addirittura a -5,7%. “Stiamo tornando ai livelli normali di prima della pandemia”, spiega Feltrin, sottolineando che è soprattutto il mercato interno a spingere la crescita, grazie anche ai bonus edilizi che continuano a sostenere la domanda.
Nel settore legno, invece, la produzione resta quasi invariata (-0,3% su base annua), frutto di mesi altalenanti e risultati diversi a seconda delle tipologie produttive.
Export tra alti e bassi: Europa e Asia sotto la lente
Guardando ai principali mercati di destinazione, il quadro è misto. Francia e Germania – rispettivamente primo e terzo partner commerciali – registrano una leggera flessione: -2,4% per la Francia (quasi 2 miliardi di euro) e -0,4% per la Germania. Anche la Svizzera scende del 2,8%, attestandosi a 544 milioni. La Cina segna la performance peggiore tra i mercati principali, con un -10,9% e un valore di 293 milioni. Secondo FederlegnoArredo, questo calo è legato al rallentamento del mercato immobiliare e alle tensioni commerciali con gli Stati Uniti.
Non mancano però buone notizie. Il Regno Unito cresce del 4,2%, la Spagna dell’1%. Ottima la performance dei Paesi Bassi (+7,4%), anche se partono da valori ancora bassi, e degli Emirati Arabi (+4,7%, con 309 milioni complessivi).
USA: speranze per una fine d’anno meno negativa
Gli Stati Uniti restano il secondo mercato per l’export italiano del legno-arredo. Nei primi otto mesi si registra un calo dell’1,7%, poco meno di 1,4 miliardi di euro, ma dietro c’è un quadro complesso. “Nei primi mesi si è cercato di anticipare i dazi – soprattutto a marzo (+8,2%) e aprile (+4,8%) – poi però la situazione è peggiorata”, spiega Feltrin. Ad agosto il calo è stato netto: -16,4% rispetto all’anno prima, oltre 28 milioni in meno. “Speriamo di chiudere l’anno con una perdita a una sola cifra”, confida il presidente della Federazione.
Mercati emergenti in crescita, ma resta il gap con l’Europa
Tra i nuovi mercati spicca il Marocco, che vola con un +48,7% (109 milioni), spinto dagli investimenti nell’edilizia e nel settore alberghiero. Bene anche Turchia (+23,3%), Portogallo (+22,4%) e Paesi Bassi (+7,4%). Ma, a parte il Regno Unito, si tratta ancora di numeri marginali rispetto ai grandi partner europei.
Nel complesso, l’Europa UE27 resta la destinazione principale dell’export italiano (6,5 miliardi), con una crescita dello 0,4%. Nei mercati extra-UE si vede un +2,2%, grazie soprattutto a Regno Unito e Canada (+8%), mentre il Messico crolla del 18,7%. Il Medio Oriente perde il 3,1%, l’Asia l’8,4% (con la Cina in forte contrazione). In controtendenza l’Africa, che cresce del 15,4%, soprattutto grazie a Marocco e Libia.
Importazioni in crescita, occhio al 2026
Le importazioni segnano un balzo importante: dalla Cina +2,2% (1,5 miliardi), dall’Europa +8,8% (20,4 miliardi), con la Germania che importa oltre 3 miliardi. Il secondo semestre del 2024 aveva già mostrato un’impennata del +32%.
Per il futuro, Feltrin mette in guardia: “Aspettiamo un primo semestre stabile e un secondo semestre più vivace. Ma fare previsioni resta complicato”. La sfida per la Federazione sarà accompagnare le aziende verso nuovi mercati e rafforzare la competitività puntando su qualità e innovazione. In questo senso, il Salone del Mobile, che Feltrin definisce “un patrimonio per tutta la filiera”, continuerà a essere una tappa fondamentale per l’internazionalizzazione del settore.









