Kiev, 13 dicembre 2025 – Più di un milione di famiglie ucraine si sono ritrovate al buio nella notte tra il 12 e il 13 dicembre. Tutto è cominciato con una serie di attacchi russi che hanno colpito duramente le principali infrastrutture energetiche e industriali del Paese. A renderlo noto sono state le autorità di Kiev, riportate dalla BBC, mentre i soccorritori sono ancora al lavoro per mettere in sicurezza le zone colpite e ripristinare l’energia.
Raid notturni in cinque regioni: blackout ovunque
Il ministro degli Interni, Ihor Klymenko, ha detto che i raid hanno interessato almeno cinque regioni dell’Ucraina centrale e orientale. Poco dopo mezzanotte sono scattate le sirene antiaeree, svegliando migliaia di persone a Dnipro, Kharkiv, Poltava, Zaporizhzhia e Sumy. “Le squadre di emergenza stanno lavorando senza sosta per spegnere gli incendi e far tornare la luce”, ha spiegato Klymenko in un comunicato diffuso alle 7 di mattina.
Il blackout ha lasciato interi quartieri immersi nel buio. A Kharkiv, alcuni testimoni raccontano che le strade erano illuminate solo dalle luci dei mezzi di soccorso. “Non avevamo mai visto niente di simile”, dice Olena, che vive a Dnipro, raggiunta al telefono. “L’elettricità è saltata all’improvviso e poi abbiamo sentito un’esplosione lontana”.
Cinque feriti, colpiti impianti strategici
Il bilancio provvisorio parla di almeno cinque feriti, secondo fonti ufficiali ucraine. I danni più gravi si registrano nelle centrali elettriche e nei depositi industriali, obiettivi frequenti dei raid russi nelle ultime settimane. “Questi attacchi vogliono indebolire la nostra capacità produttiva e mettere in difficoltà la popolazione civile”, ha detto il portavoce del governo Serhiy Nykyforov.
Non sono stati forniti molti dettagli sulle infrastrutture colpite, ma le prime ricostruzioni parlano di impianti di trasformazione e linee ad alta tensione. In Zaporizhzhia i vigili del fuoco stanno ancora cercando di domare gli incendi causati dai missili.
Riparazioni in corso, ma l’inverno avanza
Dal ministero dell’Energia spiegano che la priorità è riportare la luce nelle case rimaste al buio. Le squadre tecniche lavorano da ore, ma i danni sono tanti e non è facile dire quando tutto tornerà normale. “Stiamo facendo di tutto per far tornare l’elettricità”, ha assicurato il ministro Herman Halushchenko.
Il momento non potrebbe essere peggiore: l’inverno è alle porte e nelle regioni orientali le temperature sono già sotto zero. Senza elettricità, migliaia di persone rischiano di trovarsi in gravi difficoltà. Per questo, le autorità hanno aperto punti di accoglienza temporanei, le cosiddette “isole di calore”, dove chi ha bisogno può trovare un rifugio e ricaricare i propri dispositivi.
Reazioni dall’estero e situazione sul campo
La notizia dei blackout ha fatto rapidamente il giro del mondo. L’Unione Europea ha espresso “profonda preoccupazione” per l’aumento degli attacchi contro le infrastrutture civili. “Colpire la rete elettrica significa colpire la popolazione”, ha commentato un portavoce della Commissione europea.
Sul fronte militare, le forze ucraine hanno detto di aver intercettato parte dei missili lanciati nella notte, ma non sono riuscite a evitare danni significativi. Fonti indipendenti spiegano che la strategia russa punta a logorare la resistenza ucraina colpendo servizi essenziali come energia e acqua.
Una popolazione stanca, ma che non si arrende
Nonostante tutto, molti cittadini cercano di restare calmi. A Kiev e Kharkiv, nelle prime ore del mattino, si sono formate lunghe code davanti ai negozi che vendono generatori e candele. “Siamo abituati a queste emergenze”, racconta Mykola, pensionato di Poltava. “Ma ogni volta è sempre più difficile”.
Mentre i lavori per il ripristino continuano e si cerca di capire l’entità dei danni, la tensione resta alta nelle zone colpite. Il rischio di nuovi attacchi non è escluso: lo stesso Klymenko ha invitato la popolazione a seguire le indicazioni della protezione civile e a non abbassare la guardia.










