Roma, 5 dicembre 2025 – Rafforzare le filiere produttive vuol dire dare forza all’Italia. Questo è il messaggio lanciato oggi da Bernardo Mattarella, amministratore delegato di Invitalia, durante la presentazione a Roma del rapporto dell’Osservatorio 4.Manager, intitolato “Le filiere produttive nell’era della conoscenza aumentata”. In un mondo sempre più complicato e interconnesso, Mattarella ha ribadito che il futuro della competitività italiana dipende dalla capacità di costruire ecosistemi industriali solidi e innovativi.
Le filiere: reti vive di imprese e innovazione
“Oggi la filiera non è solo un insieme di aziende che lavorano nello stesso settore”, ha spiegato Mattarella davanti a manager, rappresentanti delle istituzioni e operatori economici. “È un vero e proprio ecosistema vivo, fatto di competenze, relazioni e innovazione”. Un’idea che va oltre la somma delle singole parti: solo mettendo insieme imprese, università e territori si può creare un vero valore aggiunto.
Il rapporto dell’Osservatorio 4.Manager racconta una realtà in trasformazione. Le filiere italiane, da sempre molto frammentate, stanno cercando nuovi modi per integrarsi e affrontare le sfide della transizione tecnologica e ambientale. “In questi ecosistemi – ha aggiunto Mattarella – si gioca la capacità dell’Italia di crescere, esportare e creare lavoro qualificato”.
Invitalia: numeri che parlano di investimenti e impatto
Negli ultimi dodici mesi, Invitalia ha supportato oltre 63.000 progetti d’impresa, con investimenti per 17,4 miliardi di euro e quasi 6 miliardi di agevolazioni concesse. Ma, come ha sottolineato Mattarella, “questi numeri raccontano solo una parte della storia”. “Quello che conta davvero – ha spiegato – è l’effetto più ampio che questi interventi hanno non solo per chi li riceve, ma per tutto il sistema Paese”.
La strategia di Invitalia punta a creare le “condizioni giuste” per far crescere le filiere: infrastrutture materiali e digitali, strumenti finanziari, capacità progettuali e una governance efficace. “Un investimento – ha detto Mattarella – diventa politica industriale solo quando aiuta a costruire queste basi”.
Transizione tecnologica e formazione: la sfida del capitale umano
Uno dei punti chiave emersi dal rapporto è la necessità di accelerare la transizione tecnologica e ambientale delle filiere italiane. La digitalizzazione resta una priorità per molte aziende, soprattutto nel Centro-Sud. “Formare nuove competenze – ha ricordato Mattarella – è essenziale per sostenere l’export e garantire lavoro qualificato”.
Anche alcuni manager presenti hanno sottolineato l’importanza della formazione. “Solo puntando sul capitale umano si resta competitivi”, ha detto un dirigente del settore manifatturiero lombardo. Le imprese chiedono strumenti flessibili per aggiornare le competenze dei lavoratori e far entrare i giovani nei settori più innovativi.
Istituzioni e governance: un ruolo chiave
Mattarella ha ribadito il ruolo fondamentale delle istituzioni pubbliche nel sostenere lo sviluppo industriale. “Invitalia mette a disposizione strumenti finanziari, capacità progettuale e una rete di relazioni”, ha spiegato. Ma serve soprattutto una governance che sappia mettere in rete imprese, comunità e territori.
Secondo il rapporto, le filiere più robuste sono quelle che hanno costruito legami forti tra aziende leader, fornitori, startup e centri di ricerca. Serve coordinamento, ma anche flessibilità, come hanno ricordato diversi relatori nel corso della mattinata.
Sguardo al futuro: innovazione e unità territoriale
Guardando avanti, la sfida sarà rafforzare la coesione tra i diversi pezzi delle filiere italiane. “Solo così – ha concluso Mattarella – potremo affrontare i cambiamenti in corso e garantire una crescita stabile”. La strada è chiara: investire in innovazione, formazione e infrastrutture per mantenere alta la competitività del Paese nel mondo.
La giornata romana si è chiusa con un messaggio forte: in un’economia globale sempre più intrecciata, il destino dell’Italia passa dalla capacità di fare sistema. E dalle scelte concrete che istituzioni e imprese sapranno fare nei prossimi mesi.










