Roma, 27 novembre 2025 – Questa mattina il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha inaugurato la nuova Unità di Medicina d’urgenza al Policlinico Tor Vergata di Roma. Un intervento da oltre 4,2 milioni di euro, finanziato con i fondi del Giubileo, pensato per rinforzare il Dipartimento di Emergenza e Accettazione (Dea). L’apertura è avvenuta nei tempi previsti, in un momento in cui il pronto soccorso dell’ospedale continua a vedere un aumento costante degli accessi, soprattutto di pazienti con situazioni cliniche complesse. “Un passo avanti concreto per rispondere alle nuove esigenze della città”, ha detto Rocca durante la cerimonia, accompagnato dal direttore generale Giuseppe Quintavalle.
Spazi moderni e tecnologie all’avanguardia per l’emergenza
La nuova unità, al quarto piano della Torre 8, dispone di 20 posti letto già operativi: 14 per la degenza ordinaria, distribuiti in sei stanze doppie e due singole, una delle quali attrezzata per persone con disabilità, e 6 posti monitorizzati secondo gli standard della terapia sub-intensiva. Questi ultimi si trovano in tre stanze doppie all’ingresso del reparto, pensate per assicurare un controllo clinico avanzato e una rapida stabilizzazione dei pazienti più gravi, prima di un eventuale trasferimento nei reparti specialistici.
Gli ambienti, che occupano circa 1.000 metri quadrati di superficie funzionale, a cui si aggiungono altri 300 metri quadrati tra aree comuni e spazi di attesa, sono stati progettati per garantire un’assistenza rapida e multidisciplinare. “Abbiamo puntato su tecnologie moderne e su una nuova organizzazione degli spazi per ridurre i tempi di attesa e alleviare la congestione nelle zone più critiche”, ha spiegato Quintavalle.
Una risposta concreta a una domanda in crescita
Negli ultimi anni il Policlinico Tor Vergata ha registrato un aumento significativo delle richieste di assistenza urgente. I dati della direzione sanitaria mostrano un aumento soprattutto dei pazienti con condizioni cliniche più complesse, che richiedono percorsi di osservazione e trattamenti intensivi. “Solo nel 2024 abbiamo visto un aumento del 12% degli accessi in emergenza rispetto all’anno prima”, ha raccontato il responsabile del pronto soccorso, dottor Marco De Santis.
La nuova unità nasce proprio per far fronte a questa pressione crescente. L’obiettivo è snellire il percorso di cura, alleggerire le aree più affollate del pronto soccorso e assicurare una presa in carico più veloce ed efficace dei pazienti acuti. “Non è solo una questione di numeri – ha aggiunto De Santis – ma di qualità dell’assistenza e sicurezza per chi arriva in condizioni critiche”.
Un investimento strategico per la sanità regionale
L’intervento, costato 4.209.000 euro, fa parte del piano per potenziare le strutture sanitarie del Lazio in vista del Giubileo 2025. Una scelta che, secondo Rocca, “dimostra la volontà della Regione di investire sui servizi essenziali e su una sanità pubblica capace di affrontare le sfide di oggi”. Il presidente ha ricordato che il Policlinico Tor Vergata è un punto di riferimento non solo per Roma Est, ma per tutto il territorio regionale.
Con il completamento dell’Unità di Medicina d’urgenza, il Dea potrà contare su percorsi più snelli, ridurre i tempi di attesa e gestire meglio i casi più complessi. “Abbiamo lavorato perché ogni euro speso portasse un beneficio reale ai cittadini”, ha detto Rocca ai giornalisti presenti.
Reazioni e prospettive sul campo
Tra medici e operatori sanitari presenti all’inaugurazione si respira un cauto ottimismo. “È un segnale importante dopo anni difficili”, ha commentato una caposala del reparto, che ha preferito restare anonima. Anche alcuni pazienti in attesa hanno accolto con favore la notizia: “Speriamo che serva davvero a ridurre le lunghe attese”, ha detto una signora arrivata da Guidonia poco dopo le 10.
Con questo intervento, il Policlinico Tor Vergata punta a rafforzare il proprio ruolo nella rete dell’emergenza-urgenza della capitale. “Sappiamo che la sfida non finisce qui – ha concluso Quintavalle – ma oggi mettiamo un pezzo importante per una sanità più vicina ai bisogni veri delle persone”.