Roma, 27 novembre 2025 – Ieri, nella sede di via Pinciana, si è riunita l’assemblea dei delegati della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili (Cnpr), presieduta da Luigi Pagliuca. Al centro della discussione, l’assestamento del preventivo 2025 e il bilancio di previsione per il 2026. Una seduta attesa, in un momento di incertezza sui mercati e con le nuove politiche commerciali degli Stati Uniti che pesano. La Cassa ha confermato la sua linea: prudenza e attenzione alla sostenibilità a lungo termine.
Rendimenti e investimenti, il bilancio del 2025
Il 2025 si chiude con una buona tenuta dei rendimenti del patrimonio mobiliare e un aumento della contribuzione degli iscritti. Il presidente Pagliuca ha spiegato che, dopo la volatilità scatenata dal “Liberation day” e dai dazi USA, la Cassa ha deciso di puntare di più sulle azioni. Il risultato è una previsione di proventi da investimenti che dovrebbe toccare i 113,9 milioni di euro entro fine anno. Gli oneri per gli investimenti si fermano invece a 36,4 milioni.
Il bilancio assestato per il 2025 mostra un risultato lordo positivo di 109,1 milioni di euro, che scende a 25,57 milioni al netto delle rettifiche. Queste ultime, come ha chiarito il tesoriere, riguardano soprattutto l’aumento delle svalutazioni sulle attività finanziarie, salite a 44 milioni, e sui crediti verso gli iscritti, che toccano i 39,52 milioni.
Entrate contributive e morosità: qualche preoccupazione
Le entrate contributive nel 2025 segnano una leggera flessione, con l’assestamento che si ferma a 333,55 milioni di euro. A pesare è una morosità che, secondo i dati di ottobre, resta poco sotto il 15% rispetto all’accertato. “La situazione è sotto controllo”, ha detto un consigliere, “ma serve fare di più per recuperare i crediti”. La spesa per le prestazioni previdenziali e assistenziali sale a 305,4 milioni, con un aumento di 3,6 milioni rispetto all’anno precedente.
Le prestazioni assistenziali si mantengono stabili, con una previsione di 8,66 milioni di euro a fine anno. Il nodo della morosità resta centrale: nel 2026 la Cassa punta a intensificare le azioni esecutive sulle posizioni irregolari fino al 2021. Ad oggi, sono già stati emessi oltre 8.000 decreti ingiuntivi.
Previsioni 2026: tra prudenza e sostenibilità
Per il 2026, il bilancio di previsione indica un risultato lordo di 97,67 milioni di euro e un netto di 35,9 milioni. Le stime sono caute. Si prevede un leggero aumento della contribuzione, anche grazie all’adeguamento dell’importo minimo legato all’inflazione (+1,238%). La contribuzione totale dovrebbe arrivare a 340,94 milioni, su una platea di circa 27.000 iscritti attivi e pensionati.
La spesa per le prestazioni sale a 305,02 milioni, riferita a circa 13.120 pensionati (573 in più rispetto al 2025), con un costo maggiore di 9,67 milioni. I proventi lordi degli investimenti calano a 103,03 milioni, mentre gli oneri scendono a 20,4 milioni, portando il risultato netto della gestione finanziaria a 82,62 milioni.
Crediti e accantonamenti: la linea della prudenza
La politica di prudente valutazione dei crediti verso gli iscritti prosegue. Nel 2025 la svalutazione dei crediti contributivi è stata di 39,52 milioni, mentre per il 2026 si prevede un calo a 27,75 milioni. L’ente continua a lavorare per recuperare i crediti, senza però rinunciare a quelli considerati a rischio. “La svalutazione – ha spiegato Pagliuca – è una misura contabile per proteggersi dall’eventuale inesigibilità, non significa rinunciare a recuperare le somme”.
A fine 2026, la svalutazione complessiva dei crediti per contributi e sanzioni toccherà i 333,5 milioni di euro. “Una scelta necessaria”, ha commentato un membro del comitato esecutivo, “per togliere dal bilancio tecnico i crediti che rischiano di non essere incassati”.
Investimenti e sostenibilità a lungo termine
Durante l’assemblea è stato approvato l’aggiornamento dell’analisi ALM (Asset Liability Management) per il triennio 2026-2028. L’obiettivo è ridurre più rapidamente la quota immobiliare del portafoglio, prevista al 19,8% nel 2028 contro il 27,8% attuale. Nel frattempo, si punta a mantenere un rendimento reale netto dell’1,6% (nominale al 3,7%). Il funding ratio migliora in modo significativo: al 30 giugno 2025 arriva al 115,5%, in netto aumento rispetto al 93,3% dell’anno precedente.
Nel 2026, l’allocazione del patrimonio mobiliare vedrà un aumento della quota azionaria al 34%, una crescita degli investimenti alternativi al 15%, mentre le obbligazioni scenderanno al 46%. Le partecipazioni caleranno leggermente al 2,5%.
Infine, il nuovo bilancio tecnico attuariale, basato sui dati al 31 dicembre 2024, conferma che il fondo previdenziale è sostenibile per i prossimi cinquant’anni e rispetta i requisiti della legge 335/1995 sull’equilibrio finanziario trentennale. Un segnale che offre tranquillità agli iscritti che guardano al futuro della propria pensione.