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Violenza sulle donne: ecco come il nostro impegno con Fond. Doppia Difesa fa la differenza

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Violenza sulle donne: ecco come il nostro impegno con Fond. Doppia Difesa fa la differenza
Violenza sulle donne: ecco come il nostro impegno con Fond. Doppia Difesa fa la differenza
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Roma, 25 novembre 2025 – Fermare la violenza sulle donne dando loro la possibilità di diventare economicamente indipendenti. È questa la sfida che si sono presi i Consulenti del lavoro, firmando un accordo con la Fondazione Doppia Difesa proprio nel giorno della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’obiettivo è chiaro: mettere a disposizione strumenti concreti per allargare le opportunità di lavoro per chi ha subito violenza, puntando su formazione, inserimento e ricollocazione professionale.

Un accordo per l’indipendenza economica

La collaborazione tra i Consulenti del lavoro e la Fondazione Doppia Difesa, nata da Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno, parte dalla consapevolezza che spesso la dipendenza economica è la principale gabbia che tiene le donne intrappolate in situazioni di abuso. “Solo dando un reddito e una prospettiva di autonomia si può spezzare il circolo della violenza”, ha detto Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro. Il protocollo prevede percorsi di formazione professionale, orientamento e supporto per l’inserimento nel mondo del lavoro, con l’intento di restituire alle donne la libertà di scegliere.

Tutti gli strumenti a portata di mano

Per facilitare l’accesso alle informazioni, i consulenti hanno realizzato un opuscolo illustrativo che raccoglie tutte le misure a sostegno delle donne vittime di violenza. Nel documento si trovano dettagli su aiuti economici per l’autonomia abitativa e personale, incentivi per i datori di lavoro che assumono donne in difficoltà, oltre al congedo retribuito e all’assegno di inclusione. “Volevamo mettere nero su bianco tutto ciò che può davvero aiutare chi si trova in difficoltà”, ha spiegato Calderone.

Formazione e lavoro: la chiave per ripartire

Al centro del progetto c’è la convinzione che la formazione professionale sia fondamentale per ridare dignità e indipendenza. I corsi vanno dalle basi per chi si affaccia al lavoro fino a programmi più avanzati per chi vuole riqualificarsi. “Non basta offrire un lavoro temporaneo, bisogna costruire competenze che durino nel tempo”, ha sottolineato Giulia Bongiorno, presidente della Fondazione Doppia Difesa. I consulenti del lavoro, presenti in tutta Italia, si sono impegnati a offrire orientamento gratuito e a accompagnare le donne nella ricerca attiva di un impiego.

Il ruolo delle aziende e gli incentivi per l’assunzione

Un pezzo fondamentale è il coinvolgimento delle aziende. Il protocollo prevede incentivi economici per i datori di lavoro che scelgono di assumere donne vittime di violenza, come sgravi contributivi e priorità nell’accesso a certi bandi pubblici. “Vogliamo sensibilizzare il mondo produttivo sul valore sociale dell’inclusione”, ha detto Calderone. Secondo i dati del Ministero del Lavoro, nel 2024 più di 2.500 donne hanno usufruito di misure per l’inserimento lavorativo dedicate.

Congedo retribuito e assegno di inclusione: risorse preziose

Tra le misure più importanti segnalate nell’opuscolo ci sono il congedo retribuito, che permette alle vittime di allontanarsi dal lavoro senza perdere lo stipendio, e l’assegno di inclusione, pensato per chi si trova in una situazione di fragilità economica. “Sono strumenti poco noti ma essenziali per dare una vera chance di ripartire”, ha osservato Bongiorno.

Una sfida che parte dalla consapevolezza

I dati Istat parlano chiaro: nel 2023 sono state oltre 120 le donne uccise in Italia da partner o ex partner. Numeri che raccontano una realtà dura, difficile da cambiare. “La lotta contro la violenza sulle donne non si vince solo in tribunale, ma anche offrendo strade concrete per ricominciare”, ha ricordato Calderone. L’iniziativa dei Consulenti del lavoro si inserisce in un quadro più ampio di azioni di istituzioni e associazioni, ma punta a colmare un vuoto: quello dell’autonomia economica, che è la chiave della libertà.

Cosa ci aspetta: prossimi passi e sfide

L’accordo firmato oggi è solo l’inizio. Nei prossimi mesi sono in programma incontri nelle principali città italiane – Milano, Napoli, Palermo – e campagne di sensibilizzazione rivolte sia alle donne sia alle imprese. “Vogliamo che nessuna si senta sola”, ha concluso Calderone. Un messaggio semplice, ma che, nelle intenzioni di chi lo promuove, può fare la differenza tra restare prigioniere della paura o trovare il coraggio di ricominciare.

Written by
Mirko Fabrizi

Sono un appassionato narratore di storie di italiani che hanno deciso di intraprendere un viaggio all’estero, sia per lavoro che per dare vita a nuove avventure imprenditoriali. La mia penna si muove tra le esperienze di chi ha lasciato la propria terra d'origine per seguire sogni e aspirazioni, affrontando sfide e scoprendo opportunità in contesti diversi. Credo fermamente nel potere delle storie di ispirare e connettere le persone, e mi piace esplorare come la cultura italiana si intrecci con quella di altri paesi. Con ogni articolo su smetteredilavorare.it, cerco di dare voce a chi ha scelto di cambiare il proprio destino, portando un pezzo d'Italia nel mondo e dimostrando che la passione e la determinazione possono aprire le porte a nuove realtà.

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