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Valencia e il Santo Graal: un viaggio imperdibile nel nuovo Anno giubilare

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Valencia e il Santo Graal: un viaggio imperdibile nel nuovo Anno giubilare
Valencia e il Santo Graal: un viaggio imperdibile nel nuovo Anno giubilare
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Valencia, 21 novembre 2025 – A Valencia, città spagnola che da seicento anni custodisce il prezioso Santo Calice, è stato aperto un nuovo Centro visitatori e una mostra dedicata alla reliquia, in occasione dell’Anno Giubilare del Santo Calice appena iniziato. L’evento, che durerà fino al 29 ottobre 2026, segna la terza edizione di un appuntamento quinquennale voluto da Papa Francesco nel 2015. Ma, come sottolineano le autorità locali, questa è la prima vera occasione per far conoscere a livello mondiale il legame tra la città e uno degli oggetti più venerati del cristianesimo.

Il Giubileo del Santo Calice: un’occasione d’oro per Valencia

Valencia, terza città della Spagna, è famosa per le opere di Calatrava, i suoi palazzi gotici e barocchi, e naturalmente per la paella. Ma in pochi sanno che qui si trova il Santo Graal, la coppa che, secondo studi storici e archeologici, sarebbe stata usata da Gesù nell’Ultima Cena. La reliquia è conservata nella Cattedrale di Valencia dal 1437, dopo un lungo viaggio che l’ha portata da Gerusalemme fino alla penisola iberica.

L’Anno Giubilare del Santo Calice dà ai pellegrini e ai visitatori la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria. “Contiamo su un forte afflusso di turismo religioso e culturale – spiega David Arlandis, responsabile Cultura di Visit Valencia – per scoprire la storia del Santo Calice e il secolo d’oro che l’ha portato qui”. Per tutto l’anno, nel Centro visitatori allestito nell’Almudín, un antico deposito di grano del XV secolo oggi trasformato in spazio espositivo, si potrà approfondire la conoscenza della reliquia.

Tra fede, storia e arte: un viaggio da non perdere

Il nuovo Centro visitatori, gestito dalla Fondazione del Santo Calice guidata da Alicia Palazón Loustaunau, accoglie i turisti con pannelli informativi e video. Qui si può ammirare un modellino della reliquia: la parte superiore in agata lucidata, secondo gli studi del professor Antonio Beltrán, risale a un laboratorio orientale tra il IV secolo a.C. e il I d.C.; la base è invece del XII secolo, mentre le decorazioni sono successive. Il Centro resterà aperto fino al 2027, quando sarà sostituito da una struttura permanente vicino alla Cattedrale.

Nel frattempo, il Museo valenciano dell’Illustrazione e della Modernità (Muvim), diretto da Rafael Company, ospita la mostra “Un mondo da scoprire. Il Santo Calice di Valencia”, aperta fino a febbraio. Qui si incontrano opere antiche e moderne ispirate alla reliquia, dalla pittura alla musica – come il Parsifal di Wagner – e si può consultare una biblioteca dedicata ai temi civili e sociali legati al mito del Graal.

Sulle tracce del Santo Graal: i luoghi da visitare

L’itinerario urbano del Santo Graal tocca i principali luoghi legati alla reliquia: l’Almudín, il Real Monasterio de la Trinidad, il Museo de Bellas Artes, la Lonja de la Seda, il Real Colegio del Patriarca, le Torres de Serranos, la Basilica della Vergine e naturalmente la Cattedrale. Ogni venerdì parte una visita guidata dalla piazza del Comune; chi preferisce può usare anche un’app per seguire il percorso in autonomia.

Per rafforzare il messaggio che il Santo Calice è custodito proprio qui, è stata lanciata una campagna internazionale intitolata “Valencia, Città del Santo Graal”, con un sito web e un’app dedicata. “Vogliamo far conoscere al mondo questo tesoro e la città che lo ospita”, sottolinea Arlandis.

Dalla leggenda alla storia: il lungo viaggio della reliquia

La storia del Santo Calice attraversa secoli e continenti. La tradizione racconta che, dopo essere stato portato a Roma da San Pietro, fu usato dai Papi fino al 258 d.C., quando Sisto II lo affidò a San Lorenzo per metterlo al sicuro dalle persecuzioni. Da lì la coppa arrivò in Spagna: prima a Huesca, poi nel monastero di San Giovanni della Peña, sui Pirenei, quindi a Saragozza e infine a Valencia grazie ad Alfonso il Magnanimo nel 1432. Nel 1437 fece ufficialmente ingresso nella Cattedrale.

Durante la Guerra civile spagnola e quella d’Indipendenza, la reliquia fu nascosta per proteggerla. Negli ultimi decenni è stata utilizzata da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI durante le loro visite a Valencia. Oggi viene portata in processione solo due volte l’anno: il Giovedì Santo e l’ultimo giovedì di ottobre.

Valencia tra arte, seta e spiritualità

La visita al Santo Calice si intreccia con la scoperta di una città dal patrimonio storico unico. La Cattedrale, costruita su un tempio romano poi trasformato in moschea, mescola stili dal romanico al barocco. La torre campanaria Miguelete regala una vista spettacolare sulla città; nel Museo della Cattedrale si conservano tesori come la Biblioteca dei Borgia.

Simbolo della ricchezza valenciana è la Lonja de la Seda, patrimonio Unesco dal 1996: qui si svolgeva il commercio della seta che fece grande la città nel XV secolo. Il Museo della Seta racconta questa tradizione ancora viva nelle stoffe delle Fallas. Il Museo nazionale della Ceramica espone pezzi dall’VIII secolo a oggi, mentre il Museo dei Soldatini di Piombo custodisce oltre 95mila miniature storiche.

Un’eredità viva tra fede e cultura

L’Anno Giubilare è per Valencia un’occasione per ribadire la sua identità di meta culturale e spirituale. La città, facilmente raggiungibile dall’Italia con voli diretti, invita pellegrini e curiosi a seguire le tracce di una reliquia che continua ad affascinare credenti e appassionati di storia. Visitare Valencia in questo periodo significa immergersi in una storia millenaria che unisce fede, arte e memoria collettiva.

Written by
Mirko Fabrizi

Sono un appassionato narratore di storie di italiani che hanno deciso di intraprendere un viaggio all’estero, sia per lavoro che per dare vita a nuove avventure imprenditoriali. La mia penna si muove tra le esperienze di chi ha lasciato la propria terra d'origine per seguire sogni e aspirazioni, affrontando sfide e scoprendo opportunità in contesti diversi. Credo fermamente nel potere delle storie di ispirare e connettere le persone, e mi piace esplorare come la cultura italiana si intrecci con quella di altri paesi. Con ogni articolo su smetteredilavorare.it, cerco di dare voce a chi ha scelto di cambiare il proprio destino, portando un pezzo d'Italia nel mondo e dimostrando che la passione e la determinazione possono aprire le porte a nuove realtà.

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