Roma, 21 novembre 2025 – Il ruolo degli enti del Terzo Settore in Italia sta cambiando, tra nuove responsabilità e l’urgenza di stringere legami più stretti con il mondo profit. A dirlo è Francesco Piemonte, presidente nazionale del Mo.d.a.v.i. (Movimento delle associazioni di volontariato italiano) e di Moby Dick Ets. In un’intervista ad Adnkronos/Labitalia, ha tracciato un quadro chiaro della situazione attuale delle realtà non profit, sottolineando come il sostegno pubblico da solo non basti più a reggere il peso crescente delle attività affidate a questi enti.
Terzo Settore, tra riforme e sfide concrete
Per Piemonte, la riforma del Terzo Settore del 2016 ha rappresentato una svolta importante: “Gli enti hanno fatto passi avanti, ma il supporto che ricevono non è ancora all’altezza delle responsabilità che oggi devono portare avanti”. Il presidente del Modavi spiega che il Governo sta lavorando per rafforzare il settore, ma resta chiaro che “non si può chiedere agli enti di reggere tutto solo con i soldi pubblici”.
La richiesta è semplice: servono strumenti più solidi e vari, capaci di valorizzare i servizi offerti e di coinvolgere di più il mondo profit. “Il settore profit può e deve diventare un alleato prezioso per sviluppare modelli di collaborazione sostenibili”, dice Piemonte, invitando le istituzioni a facilitare questo rapporto per crescere insieme.
Un ruolo sempre più decisivo nella società
Il cambiamento è profondo. Gli Ets (Enti del Terzo Settore), grazie al Codice e alle norme dell’attuale Governo, stanno assumendo compiti che spesso affiancano – e a volte sostituiscono – quelli della pubblica amministrazione. Il principio di sussidiarietà, sancito dall’articolo 118 della Costituzione, si traduce così nella vita di tutti i giorni.
“In una società dove le disuguaglianze aumentano e i cambiamenti sociali corrono veloci, gli enti devono farsi carico di sostenere le persone più fragili”, spiega Piemonte. Non si tratta solo di aiuti economici: il Terzo Settore deve essere trasversale, capace di arrivare a tutte le fasce della popolazione. “Il benessere di una comunità non dipende solo dai soldi, ma anche dall’accesso a educazione, cultura e opportunità di crescita personale”, ribadisce il presidente Modavi.
Moby Dick Ets, vent’anni al fianco dei giovani del Sud
Oltre a guidare il Modavi, Piemonte è alla testa di Moby Dick Ets, nata nel 2005 a Salerno da un gruppo di ragazzi con l’obiettivo di creare uno spazio di confronto per i giovani. In vent’anni l’associazione è cresciuta molto, diventando un punto di riferimento per le politiche giovanili nel Sud Italia. “Il prossimo passo sarà diventare un ente nazionale capace di coordinare più realtà e di essere un punto di riferimento tecnico e politico sulle politiche giovanili”, spiega Piemonte.
I numeri raccontano una crescita costante: oltre 90 progetti avviati, gestiti e conclusi negli ultimi tre anni a livello regionale e nazionale, quattro nuovi servizi per i giovani e decine di migliaia di persone raggiunte. “Sono numeri che continuano a crescere grazie ai nuovi servizi pensati proprio per i giovani”, aggiunge.
Giovani al centro, con uno sguardo sempre avanti
Le attività di Moby Dick Ets sono tante e diverse: dalla mobilità sul turismo sostenibile per under 30 ai progetti contro la povertà educativa, dalla promozione dello sport inclusivo alla valorizzazione del volontariato. A breve partirà il progetto “Co-programmare con i giovani”, che vede Moby Dick capofila di una rete nazionale impegnata a far conoscere gli strumenti previsti dal Codice del Terzo Settore.
“Con il passare degli anni i giovani cambiano, e con loro cambiano anche le sfide”, osserva Piemonte. Per questo l’associazione punta a rinnovare costantemente servizi e progetti, offrendo anche esperienze all’estero per potenziare competenze da riportare sul territorio. “Affrontiamo il mondo del lavoro dando ai giovani competenze trasversali, usando l’educazione non formale come metodo”, spiega.
Vent’anni di lavoro, ma la strada è tutta da fare
Guardando al 2025, Piemonte parla di “un anno intenso, ricco di risultati importanti”. Il dialogo con i giovani resta al centro, così come la costruzione di reti con altre organizzazioni e operatori delle politiche giovanili. “Questi primi vent’anni non sono un traguardo, ma un nuovo punto di partenza per continuare a lavorare sulle politiche nazionali rivolte ai giovani”, conclude il presidente.
Il cammino degli enti del Terzo Settore prosegue così, tra sfide sociali sempre nuove e la ricerca di modelli sostenibili che sappiano coinvolgere tutte le realtà della società italiana.