Roma, 21 novembre 2025 – È partita questa mattina al centro congressi della Sapienza Università di Roma la conferenza “Il Fattore economia sociale”. Un appuntamento che ha messo insieme più di sessanta esperti e oltre cento partecipanti, tutti presenti per discutere del ruolo sempre più importante dell’economia sociale in Italia e in Europa. L’evento, promosso dall’Inapp (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche) insieme a Sapienza e al Consorzio Idee in Rete, si propone di fare il punto sulle strategie e sulle sfide di un settore che coinvolge milioni di persone e pesa molto sull’economia nazionale.
Economia sociale, un motore che cresce tra welfare e innovazione
I dati presentati all’apertura parlano chiaro: in Italia l’economia sociale conta circa 400mila organizzazioni, con 1,5 milioni di lavoratori e quasi 4,6 milioni di volontari. Numeri che, come ha ricordato il presidente dell’Inapp, Natale Forlani, “mettono il nostro Paese tra i più avanti in Europa nel riconoscere l’economia sociale come una leva strategica per lo sviluppo e il benessere di tutti”. In tutta Europa, poi, il settore dà lavoro a più di 11,5 milioni di persone.
Le attività sono molte e diverse: dalle iniziative artistiche, sportive e culturali, che fanno il 58% del totale, ai servizi sanitari e socioassistenziali, che da soli assorbono più di un terzo degli addetti. Un settore in particolare, quello delle cooperative sociali, ha visto crescere il numero di occupati di quasi il 5% negli ultimi cinque anni. “Un segnale chiaro – ha detto Forlani – della forza e della capacità di rinnovarsi di queste realtà”.
Il Piano d’azione: una guida per le politiche pubbliche
Al centro della conferenza c’è il nuovo Piano d’azione per l’economia sociale, elaborato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e da poco messo a consultazione pubblica. È il primo documento che prova a mettere ordine alle politiche pubbliche dedicate al settore, seguendo la Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 27 novembre 2023.
Il Piano si sviluppa su quattro punti chiave: coordinamento istituzionale e governance, con la creazione di un sistema unico tra le amministrazioni; aiuti e fiscalità di settore, per uniformare le regole regionali e semplificare i passaggi burocratici; misure e incentivi, pensati per aiutare autonomia finanziaria, digitalizzazione e innovazione sociale; infine, politiche di coesione e sviluppo territoriale, che riconoscono il ruolo dell’economia sociale nelle strategie di coesione e riservano fondi europei come Fesr, Fse+ e Feasr a questo settore.
Partnership e impatto sui territori: la sfida della collaborazione
Nel corso della prima giornata sono emerse molte riflessioni sull’importanza della collaborazione tra enti pubblici, aziende profit e organizzazioni sociali. “Solo lavorando insieme – ha sottolineato una relatrice del Consorzio Idee in Rete – si possono ridurre le disuguaglianze e costruire un welfare di comunità”. In sala, tra i presenti, c’erano rappresentanti di cooperative storiche come la romana “Cecilia Onlus” e giovani start-up attive nell’economia circolare.
Il tema dell’inclusione sociale è tornato più volte. Secondo i dati Inapp, le organizzazioni del settore non solo creano lavoro, ma portano avanti innovazioni nei servizi, dalla sanità alla cultura. “La vera sfida – ha detto ancora Forlani – è riuscire a misurare l’impatto sociale in modo chiaro, con indicatori affidabili e confrontabili”.
Guardando avanti: monitoraggio, valutazione e fondi europei
Ora l’attenzione si sposta sul nuovo quadro finanziario europeo 2028-2034. Il presidente dell’Inapp ha ricordato che l’Istituto è pronto a offrire “supporto concreto nel monitorare e valutare le politiche pubbliche”, con analisi e rapporti di confronto. Un lavoro fondamentale per guidare le scelte future.
La conferenza continua domani, sempre alla Sapienza, con altre sessioni su credito, sostenibilità ambientale e partecipazione democratica. L’obiettivo è chiaro: rafforzare il ruolo dell’economia sociale come motore di sviluppo sostenibile e di coesione territoriale. In un momento in cui le sfide – dalla transizione verde alla digitalizzazione – chiedono risposte condivise e innovative.