Napoli, 19 novembre 2025 – Dal palco dell’assemblea nazionale dei manager che si è tenuta stamattina all’Hotel Vesuvio di Napoli, Mauro Ballarè, presidente di Manageritalia, ha fatto il punto sulla manovra economica del governo Meloni. Un discorso atteso, che ha catturato l’attenzione di oltre 400 manager presenti, tra sguardi concentrati e qualche cenno di assenso.
Manovra e vincoli europei: il punto di vista dei manager
“La manovra del governo punta a contenere il deficit, rispettando i vincoli europei, e sostiene i redditi medio-bassi. Ma tocca anche la classe dirigente e produttiva del Paese”, ha detto Ballarè all’apertura del suo intervento. Ha riconosciuto alcuni “segnali positivi”, come l’attenzione ai redditi medi e, seppur in modo limitato, al lavoro qualificato. Però, secondo lui, manca ancora una “visione di lungo periodo”, una strategia che riesca a mettere insieme crescita, produttività e sostenibilità sociale.
“L’Italia ha bisogno di una politica economica che premi chi investe, chi innova e chi crea valore”, ha aggiunto Ballarè. “E che renda strutturali misure che oggi sembrano solo temporanee o a pezzi”. Parole che hanno raccolto qualche applauso in sala, segno di una preoccupazione diffusa per la mancanza di interventi veri e duraturi.
Il dialogo con il governo e i risultati sul tavolo
Durante il suo discorso, Ballarè ha ricordato i mesi di confronto con l’esecutivo. “Abbiamo lavorato con spirito costruttivo e con la consueta capacità di proporre”, ha detto, citando in particolare il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo. “Il dialogo è stato un momento di ascolto reciproco e di riconoscimento del ruolo dei manager come interlocutori seri e responsabili”.
Ha sottolineato che le proposte di Manageritalia sono nate da un lavoro collettivo, fatto di position paper e incontri sul territorio. “Quello sul fisco, in particolare, è stato un punto di riferimento fondamentale per il confronto con le istituzioni”, ha spiegato. Un impegno che, a suo dire, ha reso la voce dei manager “più autorevole” e le proposte “più incisive”.
Riduzione dell’Irpef e welfare: i primi segnali concreti
Tra i risultati raggiunti, Ballarè ha citato la riduzione della seconda aliquota Irpef, passata dal 35% al 33%, che riguarda anche i redditi più alti fino a 200.000 euro. “Un passo nella giusta direzione”, ha detto. “Perché riconosce il contributo di chi sostiene ogni giorno il sistema fiscale del Paese”.
Ha poi ricordato le misure sul welfare contrattuale e sulla previdenza complementare, che rispondono alle richieste dell’associazione per sostenere il lavoro qualificato e le famiglie. “Sono scelte che parlano di fiducia, equità e responsabilità condivisa”, ha aggiunto.
Pensioni e futuro: serve una svolta chiara
Sulla previdenza, Ballarè ha apprezzato la conferma della piena perequazione delle pensioni. “Un segnale importante per chi ha lavorato e contribuito per tutta la vita”, ha commentato. Queste scelte, secondo lui, indicano una direzione precisa: un Paese che comincia a capire che la crescita si costruisce con chi la produce.
Ma non basta. “Serve una strada chiara e condivisa per rilanciare lavoro, capitale umano e competitività”, ha avvertito negli ultimi minuti del suo intervento. Il giudizio sulla manovra resta “equilibrato ma attento”: ci sono stati passi avanti, ma la richiesta è una prospettiva che guardi oltre l’emergenza. “Chiediamo una vera visione riformatrice”, ha chiuso Ballarè, tra gli applausi convinti della platea.