Milano, 15 novembre 2025 – Gli italiani arrivano alla pensione con sempre più dubbi, cercando soluzioni flessibili e su misura. È questo il quadro che emerge dall’ultima analisi di MiaPensione, società specializzata in consulenza previdenziale, che ha esaminato oltre 10mila casi negli ultimi mesi. Dai dati spicca un dato interessante: quasi il 40% delle simulazioni riguarda la pensione di vecchiaia ordinaria, mentre le forme anticipate superano il 46%. Questo fa capire quanto sia diffusa la voglia di avere più libertà nel decidere quando lasciare il lavoro.
Pianificare la pensione: tra ansia e mille simulazioni
Andrea Martelli, fondatore di MiaPensione, racconta un quadro “sempre più complesso, che genera ansia e incertezza”. Intervistato da Adnkronos/Labitalia, spiega: “Cercare di orientarsi tra regole che cambiano continuamente spinge chi deve andare in pensione a cercare soluzioni personalizzate”. Un dato su tutti racconta la confusione: ogni cliente chiede in media due simulazioni diverse per ogni pratica. La moltiplicazione di finestre e opzioni – come Quota 103, Opzione donna, Anticipata – rende davvero complicato capire qual è il momento giusto per smettere di lavorare senza un aiuto esperto.
Quanto si prende davvero: differenze tra le opzioni
MiaPensione ha fatto anche il punto sugli importi: “L’assegno lordo medio mensile, calcolato a 64 anni e mezzo, è di 2.067 euro”, spiega Martelli. Una cifra che può sembrare buona per chi ha avuto una carriera regolare, ma che per molti varia parecchio. “Le differenze tra un’opzione e l’altra possono arrivare a centinaia di euro”, precisa il consulente.
Guardando alle due prestazioni più richieste – pensione anticipata ordinaria e vecchiaia ordinaria – si nota una differenza importante: chi sceglie l’anticipo prende in media 217 euro in più al mese. In un anno, sono circa 2.800 euro lordi in più. Ma non è che la pensione anticipata sia più conveniente di per sé. “A far la differenza è la carriera solida alle spalle; l’anticipo è solo la prima opzione disponibile”, chiarisce Martelli. Insomma, chi esce prima senza perdere troppo ha alle spalle una storia contributiva robusta.
Flessibilità e tempismo: l’importanza di muoversi prima
Il dato più significativo riguarda l’età media di chi si rivolge a MiaPensione: circa 61 anni. “La maggior parte degli italiani inizia a pensare alla pensione quando ormai è molto vicino al traguardo”, evidenzia Martelli. Un ritardo che riduce molto le possibilità di correggere il tiro. “Il fatto che ogni cliente chieda più simulazioni dimostra che ci sono margini di scelta, ma si possono sfruttare solo se si comincia a pensarci in anticipo”, aggiunge.
Secondo il consulente, ragionare sulla pensione già a 40 anni non è solo risparmiare, ma una vera strategia per gestire i rischi. Solo così si può capire con chiarezza se si fa parte di quel gruppo ‘fortunato’ di lavoratori con una carriera abbastanza solida da accedere alle opzioni migliori.
Un sistema che cambia e la necessità di essere informati
Il sistema previdenziale italiano continua a cambiare spesso e cresce la domanda di flessibilità nell’uscita dal lavoro. Le simulazioni di MiaPensione confermano che si cerca sempre più una soluzione personalizzata, ma che la consapevolezza arriva spesso troppo tardi. “Solo chi si muove in tempo evita brutte sorprese”, conclude Martelli.
In un mondo dove le regole si modificano in fretta e le opzioni aumentano, pianificare la pensione non è più solo una questione di soldi, ma un passaggio fondamentale per affrontare con tranquillità il passaggio dal lavoro alla pensione.