Milano, 15 novembre 2025 – Giacomo Cantarella è stato riconfermato all’unanimità presidente di AssoESCo, l’associazione italiana che riunisce le principali energy service company e le imprese impegnate nella transizione energetica. La decisione è arrivata ieri, durante l’assemblea annuale tenutasi nella sede milanese dell’associazione. Cantarella, che è anche responsabile per le relazioni istituzionali e la regolamentazione del Gruppo Dolomiti Energia, guiderà AssoESCo per i prossimi due anni, in un momento che lui stesso definisce “decisivo” per il settore.
Un mandato chiaro e la sfida della transizione energetica
“Sono grato agli associati per questa riconferma, che premia il lavoro fatto negli ultimi due anni”, ha detto Cantarella subito dopo il voto. Ha sottolineato come AssoESCo sia ormai “il punto di riferimento per le energy service company e per le aziende che lavorano sui servizi legati alla transizione energetica”. Un dato su tutti: in due anni il numero degli associati è cresciuto molto, superando le cento aziende. “Nei prossimi due anni vogliamo rafforzare ancora di più questo cammino”, ha aggiunto, lasciando intendere che la crescita non si fermerà qui.
ESCo, motore della decarbonizzazione italiana
Tra le priorità del nuovo consiglio, Cantarella punta a “continuare il dialogo con le istituzioni per spiegare come le ESCo possano essere un vero motore e acceleratore della decarbonizzazione del Paese”. Le energy service company, spiega il presidente, uniscono competenze tecniche, finanziarie e di gestione legate alla transizione energetica. “Con il nostro know-how contribuiamo – e continueremo a farlo – a portare avanti progetti di efficienza energetica, produzione distribuita e gestione intelligente dell’energia”, ha detto Cantarella. Ma ha anche lanciato un avvertimento: “Serve una normativa chiara e stabile. Senza questo rischio di dover affrontare una corsa ad ostacoli”.
Transizione 5.0 sospesa, l’allarme di AssoESCo
Il riferimento è al recente stop anticipato alla misura Transizione 5.0, deciso con il Decreto direttoriale Mimit del 6 novembre, che ha allarmato gli operatori. “L’associazione ha lavorato in modo costante con le istituzioni per un uso corretto dei fondi, che avrebbero dato una spinta importante alla modernizzazione del tessuto produttivo nazionale”, ha spiegato Cantarella. Secondo lui, la decisione del governo rischia di creare “un forte elemento di discontinuità” e di minare la fiducia tra tutta la filiera e le istituzioni. “Ieri ho scritto una lettera al ministro Urso – ha aggiunto – e l’associazione è pronta a collaborare per trovare una soluzione rapida”.
Sei nomi per il nuovo consiglio direttivo
Durante l’assemblea sono stati eletti i primi sei membri del nuovo consiglio direttivo, l’organo che supporta il presidente e si riunisce su sua iniziativa. Sono: Vittorio Bellicini (responsabile area ottimizzazione consumi – Fedabo), Antonio Beneduce (head of ESCo – Tecno esg), Giuseppe Caruso (ceo – Solgen), Alessandra Chiari (ceo – Gmt), Francesco Ricciardi (head of institutional affairs and incentives – Renovit) e Alessandro Totaro (responsabile market regulation – Edison Next). Il consiglio sarà completato nelle prossime settimane con altre nomine e la scelta dei vicepresidenti.
Un settore in crescita, ma con regole da mettere a punto
Il mondo delle energy service company in Italia sta vivendo una fase di espansione, spinta dalla maggiore attenzione alla sostenibilità e dalla necessità di tagliare le emissioni. Gli ultimi dati di AssoESCo mostrano che le aziende associate seguono progetti che coinvolgono migliaia di imprese e enti pubblici. Però, come sottolineano gli addetti ai lavori, senza una normativa chiara e stabile gli investimenti rischiano di rallentare.
Solo con regole certe e strumenti adeguati, il settore potrà davvero aiutare a raggiungere gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima. Nel frattempo, Cantarella e il nuovo consiglio si preparano a due anni intensi: tra tavoli tecnici, incontri con le istituzioni e nuove sfide sul campo. “La transizione energetica non aspetta”, ha concluso il presidente. E in sala, a Milano, si respirava la consapevolezza che il tempo è davvero un fattore decisivo.