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Crescita Eurozona: Pil in lieve aumento, Italia resta stabile

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Crescita Eurozona: Pil in lieve aumento, Italia resta stabile
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Bruxelles, 14 novembre 2025 – Nel terzo trimestre del 2025, il Pil dell’area euro è salito dello 0,2%, mentre nell’intera Unione europea la crescita ha toccato lo 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti. A diffondere questi dati è stata questa mattina Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione, che fotografa una ripresa ancora debole, ma in leggero miglioramento rispetto al secondo trimestre, quando l’aumento era stato dello 0,1% nell’eurozona e dello 0,2% nell’Ue.

Pil eurozona e Ue: cresce piano, ma qualche segnale c’è

Secondo Eurostat, il prodotto interno lordo corretto per le stagioni mostra un andamento moderato, con grandi differenze tra i vari Paesi. L’aumento dello 0,2% nell’area euro – che raggruppa i 20 Paesi con l’euro – riflette una situazione ancora incerta, segnata da un’inflazione alta e da tensioni geopolitiche. Nell’Ue a 27, il +0,3% si deve anche al buon andamento di alcuni Stati dell’Est e del Nord Europa.

Guardando ai numeri, la Svezia fa segnare il balzo più forte (+1,1%), seguita da Polonia, Portogallo e Slovenia, tutte con un +0,8%. In fondo alla classifica ci sono Lituania e Romania, con un Pil in calo dello 0,2%. Tra le grandi economie, la Francia cresce dello 0,5%, la Spagna dello 0,6%, mentre la Germania resta ferma, senza variazioni rispetto al trimestre precedente.

Italia bloccata: Pil fermo nel terzo trimestre

Per l’Italia, Eurostat segnala un Pil che non cresce: nulla cambia rispetto al secondo trimestre. È la conferma delle difficoltà che il nostro Paese sta vivendo nella ripresa economica. “La crescita zero riflette una domanda interna ancora debole e investimenti che faticano a ripartire”, commenta un analista di una grande banca italiana. Il dato italiano si inserisce in un quadro europeo a due velocità, con alcuni partner che vanno più spediti.

Tra gli operatori economici di Milano e Roma, il dato non sorprende. “Era previsto un rallentamento dopo i primi segnali di ripresa della primavera”, dice un imprenditore del manifatturiero lombardo. Negli ultimi mesi, diversi indicatori avevano già fatto capire che la produzione industriale e i consumi stavano rallentando.

Mercati cauti, 2026 in bilico

La diffusione dei dati Eurostat è stata accolta con prudenza dalle principali borse europee. A metà mattina, l’indice Euro Stoxx 50 viaggiava poco sopra la parità, mentre lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi restava stabile intorno ai 160 punti base. Gli esperti delle banche d’affari sottolineano come questa crescita debole renda più complicato per la Banca centrale europea il cammino verso una normalizzazione dei tassi.

“Il quadro resta fragile – spiega un economista di Bruxelles – ma non ci sono segnali di recessione imminente”. Le previsioni per il 2026 restano caute: secondo la Commissione Ue, pubblicata a ottobre, il Pil dell’area euro dovrebbe salire dello 0,9% su base annua. Molto dipenderà dai prezzi dell’energia e dalla situazione internazionale.

Est e Nord Europa spingono, ma il divario resta

I dati mostrano come le differenze tra i Paesi siano ancora evidenti. La Svezia sorprende gli osservatori: “Il rimbalzo è legato soprattutto alla ripresa delle esportazioni e a una domanda interna più forte del previsto”, spiega un funzionario del ministero delle Finanze svedese. Anche la Polonia conferma il suo ruolo da locomotiva dell’Est Europa.

Al contrario, la stagnazione della Germania – che da sempre è il motore industriale del continente – continua a preoccupare. “La Germania paga ancora la debolezza del manifatturiero e l’incertezza sui mercati globali”, commenta un analista di Francoforte. Spagna e Francia, invece, si muovono meglio, grazie ai servizi e al turismo che tirano.

Italia: la partita degli investimenti e della produttività

Per l’Italia, la vera sfida resta rilanciare gli investimenti, sia pubblici che privati. Secondo diversi esperti contattati da alanews.it, sarà decisivo un buon uso dei fondi europei del Pnrr nei prossimi mesi. “Solo così potremo vedere effetti concreti sul Pil”, confida un dirigente di Confindustria. Nel frattempo, il governo segue da vicino i dati economici e nelle prossime settimane sono attese nuove misure per sostenere la crescita.

In sintesi, i numeri di Eurostat confermano una ripresa a due velocità in Europa. L’Italia resta ferma, mentre altri Paesi accelerano. Il prossimo trimestre sarà fondamentale per capire se l’economia europea riuscirà a consolidare il passo o se prevarranno ancora le incertezze.

Written by
Mirko Fabrizi

Sono un appassionato narratore di storie di italiani che hanno deciso di intraprendere un viaggio all’estero, sia per lavoro che per dare vita a nuove avventure imprenditoriali. La mia penna si muove tra le esperienze di chi ha lasciato la propria terra d'origine per seguire sogni e aspirazioni, affrontando sfide e scoprendo opportunità in contesti diversi. Credo fermamente nel potere delle storie di ispirare e connettere le persone, e mi piace esplorare come la cultura italiana si intrecci con quella di altri paesi. Con ogni articolo su smetteredilavorare.it, cerco di dare voce a chi ha scelto di cambiare il proprio destino, portando un pezzo d'Italia nel mondo e dimostrando che la passione e la determinazione possono aprire le porte a nuove realtà.

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