Roma, 6 novembre 2025 – Imprese, università e istituzioni si sono ritrovate questa mattina a Roma per parlare di competenze digitali e futuro del lavoro. Al centro del dibattito il convegno “Future skills – Capitale umano e AI per il lavoro che cambia. Dove formazione e impresa si incontrano”, promosso da Unindustria insieme all’Università Campus Bio-Medico di Roma. Alda Paola Baldi, vicepresidente di Unindustria con delega al Capitale umano, ha spiegato chiaramente l’obiettivo: “Mettere in collegamento imprese, università, Its Academy, ricerca e istituzioni per costruire insieme percorsi mirati sulle nuove competenze richieste dal mercato del lavoro”.
Competenze digitali, la domanda cresce ma l’offerta non basta
I dati di Unioncamere parlano chiaro: più del 60% delle imprese italiane si aspetta un aumento della domanda di professionisti con competenze in IA e tecnologie digitali nei prossimi anni. Però trovare queste figure è sempre più difficile. “Le aziende ci dicono che faticano a trovare le persone giuste”, ha sottolineato Baldi durante il suo intervento. “Serve un cambio di passo nella formazione, già dalle scuole”. Il problema non è solo quantificare la domanda o l’offerta, ma capire se il sistema scolastico riesce a prevedere quello che serve davvero alle imprese.
Un ponte concreto tra scuola e lavoro
Il convegno, ospitato all’Università Campus Bio-Medico, ha visto alternarsi in sala tra le 10 e le 13 interventi tecnici e testimonianze dirette. “Vogliamo creare percorsi di orientamento chiari ed efficaci, coinvolgendo i giovani fin dai primi anni di scuola”, ha aggiunto Baldi. L’idea è accompagnare con “responsabilità e lungimiranza” la transizione verso le nuove professioni, evitando che il divario tra formazione e lavoro diventi ancora più grande.
Le imprese vogliono formazione su misura
Dai dati emersi è chiaro cosa chiedono le aziende: percorsi formativi specifici sulle tecnologie più avanzate. “Non basta più una laurea generica”, ha detto un dirigente di una grande azienda ICT presente all’evento. “Cerchiamo persone con competenze concrete in intelligenza artificiale, machine learning, cybersecurity”. Nel 2024, secondo Unioncamere, sono state oltre 150mila le posizioni aperte nel digitale rimaste vuote per mancanza di candidati preparati. Un segnale forte di come il mercato stia cambiando rapidamente.
Il ruolo chiave delle Academy e della ricerca
Nel dibattito ha preso spazio anche il ruolo delle Its Academy e dei centri di ricerca. “Lavoriamo con le imprese per costruire programmi che rispondano alle loro esigenze”, ha spiegato un docente dell’Università Campus Bio-Medico. Le Academy stanno diventando un punto di riferimento per la formazione tecnica dopo il diploma. “Dobbiamo superare la logica dei compartimenti stagni”, ha aggiunto Baldi. “Solo collaborando potremo affrontare la sfida della transizione digitale”.
Giovani e orientamento: serve più consapevolezza
Un altro tema caldo è stato l’orientamento dei giovani. Secondo gli organizzatori, molti studenti non conoscono ancora bene le opportunità offerte dai nuovi lavori digitali. “Spesso manca l’informazione giusta al momento giusto”, ha ammesso una docente intervenuta dal pubblico. Da qui l’idea di rafforzare i legami tra scuole superiori, università e aziende, anche con stage e progetti condivisi.
Verso una formazione che guardi al futuro
In chiusura, Baldi ha ribadito la necessità di “accompagnare questa transizione con responsabilità”. Ha sottolineato come la collaborazione tra tutti gli attori sia la strada giusta per non lasciare indietro nessuno. Il convegno si è chiuso poco dopo le 13 con un appello a investire su capitale umano e innovazione. Solo così, hanno concordato relatori e pubblico, si potrà colmare il divario tra formazione e lavoro che oggi preoccupa imprese e famiglie.