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Birra: 92 miliardi di euro di ricchezza in un decennio di crescita straordinaria

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Birra: 92 miliardi di euro di ricchezza in un decennio di crescita straordinaria
Birra: 92 miliardi di euro di ricchezza in un decennio di crescita straordinaria
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Roma, 13 giugno 2024 – La birra in Italia continua a spingere l’economia e la società. L’ultimo rapporto dell’Osservatorio Birra, presentato oggi al Senato della Repubblica per i dieci anni della Fondazione Birra Moretti, racconta un settore che negli ultimi dieci anni ha prodotto 92 miliardi di euro e creato 24 mila nuovi posti di lavoro. Un salto che gli esperti definiscono come una vera e propria rivoluzione: da semplice bevanda estiva a protagonista dell’economia agroalimentare italiana.

Boom della birra: numeri che parlano chiaro

L’indagine, fatta insieme a Althesys strategic consultants, disegna un quadro di forte crescita. Dal 2015 al 2024, il valore della filiera birraria è passato da 7,8 a 10,4 miliardi di euro l’anno, con un aumento del 33%. La produzione è cresciuta del 20,5%, i consumi interni del 13,6% e l’export ha fatto un balzo del 31%. Questi dati confermano che la birra è uno dei settori più vivi e in movimento dell’agroalimentare italiano.

Non è solo questione di grandi aziende. La ricchezza si distribuisce lungo tutta la filiera. “Ogni lavoratore nella produzione di birra crea 31 posti di lavoro collegati”, si legge nel rapporto. Gli occupati sono passati da circa 88 mila a 112 mila in dieci anni, un aumento del 27,5%. Anche gli stipendi sono cresciuti: dai meno di 2 miliardi del 2015 a 3,2 miliardi nel 2024, pari all’1,8% del totale dell’industria manifatturiera.

Birra al plurale: un mondo di gusti e mestieri

La birra in Italia ha cambiato faccia. Non è più solo una bevanda per dissetarsi, ma un vero e proprio universo di sapori e stili. Oggi si parla di “birre” al plurale: dalle classiche lager alle Ale, IPA, Bock, Weiss, fino a versioni locali con erbe, riso o agrumi. Un mosaico che si sposa con le abitudini e la convivialità della tavola italiana.

Questo cambiamento ha fatto nascere nuove professioni: mastri birrai, beer specialist, tecnologi alimentari e sommelier della birra. “La birra non è più solo da bere, ma un simbolo di socialità”, ha detto Alfredo Pratolongo, presidente della Fondazione Birra Moretti. “È diventata parte della quotidianità degli italiani a tavola, insieme ai piatti tradizionali”.

Fondazione Birra Moretti: motore della cultura birraria

Nata nel 2015, la Fondazione Birra Moretti ha giocato un ruolo chiave nel far conoscere la birra e nel promuovere un consumo consapevole. Tra le iniziative più importanti c’è il progetto Responsibility in Education, rivolto agli studenti maggiorenni degli istituti alberghieri. Finora ha coinvolto 39 scuole e più di 6.600 ragazzi, formando futuri professionisti dell’ospitalità come promotori di una cultura del bere responsabile.

Pratolongo ha sottolineato come la Fondazione abbia “diffuso conoscenze sulla birra e sul suo consumo corretto a tavola”, evidenziando il contributo economico del settore. Un lavoro continuo, fatto di studi, ricerche e campagne di informazione, che ha accompagnato la crescita del comparto.

Il futuro della birra: informalità e nuovi stili di vita

Guardando avanti, la Fondazione punta a cogliere le nuove tendenze e a dare ai consumatori gli strumenti per orientarsi tra qualità e gusti diversi. “Nei prossimi anni – ha concluso Pratolongo – la birra sarà sempre più legata all’informalità. È il nuovo volto della convivialità italiana, un segno della voglia di libertà nei momenti insieme”.

Così il mondo della birra si prepara a sfidare il futuro con una consapevolezza chiara: non è solo un pezzo importante dell’economia italiana, ma anche un protagonista della cultura gastronomica e sociale del Paese.

Written by
Mirko Fabrizi

Sono un appassionato narratore di storie di italiani che hanno deciso di intraprendere un viaggio all’estero, sia per lavoro che per dare vita a nuove avventure imprenditoriali. La mia penna si muove tra le esperienze di chi ha lasciato la propria terra d'origine per seguire sogni e aspirazioni, affrontando sfide e scoprendo opportunità in contesti diversi. Credo fermamente nel potere delle storie di ispirare e connettere le persone, e mi piace esplorare come la cultura italiana si intrecci con quella di altri paesi. Con ogni articolo su smetteredilavorare.it, cerco di dare voce a chi ha scelto di cambiare il proprio destino, portando un pezzo d'Italia nel mondo e dimostrando che la passione e la determinazione possono aprire le porte a nuove realtà.

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