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Nova Ventures: oltre l’idea e il pitch, cosa serve davvero per una startup di successo

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Nova Ventures: oltre l'idea e il pitch, cosa serve davvero per una startup di successo
Nova Ventures: oltre l'idea e il pitch, cosa serve davvero per una startup di successo
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Milano, 12 giugno 2024 – In un mercato sempre più affollato e competitivo, Nova Ventures, il polo italiano che raccoglie più di mille piccoli investitori, lancia un messaggio chiaro: oggi non basta una buona idea o un pitch brillante per attirare investimenti. Serve molto di più. “Prima di tutto, bisogna saper gestire quei soldi. E poi, mantenere vivo il rapporto con chi ha creduto in te”, ha spiegato Lorenzo Ferrara, ceo della società, durante un incontro con la stampa nella sede milanese di via Turati. Un avvertimento che arriva in un momento delicato per le startup italiane, dove la fiducia degli investitori rischia di vacillare a causa di comportamenti poco trasparenti.

Investimenti nelle startup: si parte dalle persone, non dalle idee

Per Ferrara, troppi founder pensano che raccogliere qualche decina di migliaia di euro sia già un successo da imprenditori. “Non è così”, ha detto quasi scuotendo la testa. “La dura realtà è che molti, una volta chiuso il primo round, spariscono dai radar”. Un fenomeno che, secondo il ceo di Nova Ventures, danneggia la reputazione dell’intero settore. Eppure, nel percorso del polo – con oltre 50 investimenti in dieci anni – solo una volta si è verificato un caso simile. “Siamo molto attenti nella scelta delle startup”, ha precisato Ferrara, “ma so che questo problema è diffuso e mina la fiducia degli investitori”.

La filosofia di Nova Ventures è quasi chirurgica: selezionare, formare e accompagnare solo chi dimostra maturità imprenditoriale fin da subito. “Non ci serve l’ennesima idea brillante”, ha avvisato Ferrara. “Cerchiamo founder che sappiano costruire una macchina operativa efficiente, anche prima di avere un prodotto sul mercato”.

Trasparenza e responsabilità: le regole per andare avanti

Nel racconto di Ferrara emerge un punto chiave: la trasparenza quando si attraversano momenti difficili. “A volte le startup incontrano problemi. Non è una vergogna, fa parte del gioco”, ha raccontato. “Ma nascondersi non aiuta mai”. In passato, un dialogo tempestivo con i founder ha salvato realtà promettenti. E in questi casi, la rete di oltre mille soci si è rivelata un supporto prezioso: “Riusciamo a mettere in moto rapidamente una massa critica attenta e motivata a difendere la startup e il proprio investimento”.

Oggi, il portfolio di Nova Ventures conta più di venti startup con una visione chiara e solida. Non sono promesse, ma risultati concreti. I numeri si vedono già nei primi mesi di attività. E non mancano le exit: tra le più note, Premoneo, Corobotics, CleanBnB, Genuino, Gasgas, Fitprime e Cupsolidale. Un percorso che parla di scelte oculate e lungimiranza dei fondatori (Seed Money e Open Seed).

Accountability e comunicazione: la parola agli investitori

Il tema della responsabilità è ripreso anche da Tommaso Baldissera Pacchetti, ceo di Crowdfundme. “Uno dei problemi recenti dell’ecosistema italiano è stata proprio la mancanza di accountability”, ha spiegato. “In Italia ci sono investitori delusi perché troppi founder non hanno mostrato senso di responsabilità”. La piattaforma di crowdfunding obbliga le aziende in raccolta a inviare aggiornamenti trimestrali a tutti gli investitori. “Siamo molto rigidi su questo punto”, ha aggiunto Baldissera Pacchetti, “perché onestà, trasparenza e puntualità nelle comunicazioni sono la base di un patto di fiducia”.

Secondo lui, chi oggi vuole fondare una startup deve partire con la stessa serietà con cui si gestisce una società quotata. “Sempre nel rispetto di chi ti ha dato fiducia e soldi”, ha rimarcato.

Un nuovo modello di founder per l’innovazione italiana

L’obiettivo dichiarato di Nova Ventures è far crescere una nuova generazione di imprenditori: preparati, affidabili e con valori. “Cerchiamo founder con qualità precise: sognatori sì, ma anche professionisti dell’innovazione”, ha detto Ferrara. “L’intuizione non basta, serve studio”. Chi vuole crescere e competere all’estero deve partire con la freddezza di un analista e la tenacia di un maratoneta.

L’epoca dei pitch pieni di parole d’ordine e delle exit sognate al primo anno sembra ormai finita. Oggi il mercato premia chi ha i piedi per terra, la mente lucida e sa meritarsi ogni centesimo raccolto.

Per portare avanti questa visione, Nova Ventures ha lanciato una nuova campagna su Crowdfundme: i fondi raccolti andranno a sostenere giovani aziende attive in quattro settori chiave – proptech, creative IA, lifetech e impact investing – scelti per il loro potenziale economico. Un passo concreto per rafforzare l’ecosistema italiano dell’innovazione e costruire legami solidi tra startup e investitori.

Written by
Mirko Fabrizi

Sono un appassionato narratore di storie di italiani che hanno deciso di intraprendere un viaggio all’estero, sia per lavoro che per dare vita a nuove avventure imprenditoriali. La mia penna si muove tra le esperienze di chi ha lasciato la propria terra d'origine per seguire sogni e aspirazioni, affrontando sfide e scoprendo opportunità in contesti diversi. Credo fermamente nel potere delle storie di ispirare e connettere le persone, e mi piace esplorare come la cultura italiana si intrecci con quella di altri paesi. Con ogni articolo su smetteredilavorare.it, cerco di dare voce a chi ha scelto di cambiare il proprio destino, portando un pezzo d'Italia nel mondo e dimostrando che la passione e la determinazione possono aprire le porte a nuove realtà.

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