Parigi, 31 ottobre 2023 – In Francia, l’inflazione armonizzata a ottobre è cresciuta dello 0,1% su base annua, esattamente come previsto dagli esperti. Il dato, diffuso oggi dall’Institut national de la statistique et des études économiques (INSEE), segue il calo dell’1,1% di settembre e indica una fase di sostanziale stabilità dei prezzi al consumo.
Inflazione quasi ferma: prudenza tra gli analisti
Secondo l’INSEE, l’indice dei prezzi al consumo armonizzato – quello che permette di confrontare l’inflazione tra i Paesi europei – ha segnato quel +0,1%. Una cifra che, come sottolineano diversi economisti parigini, mostra una situazione più tranquilla rispetto ai mesi scorsi, quando i prezzi oscillavano di più. “Per ora i prezzi sembrano essersi calmati”, ha detto questa mattina a Le Monde l’analista finanziario Jean-Luc Martin, della Société Générale a La Défense.
Il quadro europeo però resta incerto. In Germania e Spagna, ad esempio, l’inflazione ha avuto movimenti più decisi nelle ultime settimane. In Francia, invece, i prezzi crescono lentamente. “Non vediamo segnali di un’accelerazione importante nel breve periodo”, ha aggiunto Martin, ma ha avvertito: “Le tensioni internazionali e il costo dell’energia potrebbero cambiare tutto molto in fretta”.
Prezzi alla produzione in salita: +0,5% a settembre
Intanto, l’indice dei prezzi alla produzione – che misura quanto le aziende manifatturiere francesi fanno pagare per i loro prodotti – è salito dello 0,5% a settembre rispetto ad agosto. Un aumento più marcato rispetto al +0,1% di agosto, che indica come alcune imprese stiano iniziando a trasferire sui prezzi al dettaglio i rincari subiti.
L’INSEE segnala che a spingere i prezzi sono soprattutto i settori dell’energia e dei beni intermedi. In particolare, le aziende che raffinano il petrolio e quelle della chimica hanno visto aumenti più forti rispetto ad altri settori. “Il caro materie prime si fa sentire”, ha confermato un portavoce della Federazione delle Industrie Chimiche Francesi, contattato stamattina alle 10.30.
Cosa significa per i consumatori e cosa aspettarsi
Per chi fa la spesa, la stabilità dell’inflazione armonizzata è una buona notizia dopo mesi difficili. Però, l’aumento dei prezzi alla produzione rischia di tradursi in rincari futuri su alcuni prodotti di uso quotidiano. “Siamo preoccupati per le famiglie con redditi più bassi”, ha detto Marie Dupont, presidente dell’associazione dei consumatori UFC-Que Choisir.
Al Carrefour di boulevard Saint-Michel a Parigi, alcuni clienti hanno già notato lievi aumenti su pasta e detersivi. “La spesa settimanale è un po’ più cara”, ha raccontato una signora sulla cinquantina mentre sistemava le buste alle 11.15. Ma per ora la situazione resta sotto controllo: i dati ufficiali non mostrano aumenti preoccupanti al dettaglio.
Il governo e le imprese restano all’erta
Il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, intervenuto stamattina in conferenza stampa al Bercy, ha ribadito l’impegno del governo a tenere sotto controllo i prezzi. “Faremo il possibile per proteggere il potere d’acquisto delle famiglie francesi”, ha detto, sottolineando come la Francia abbia contenuto meglio di altri Paesi europei l’inflazione recente.
Gli imprenditori però non abbassano la guardia. La Confederazione delle Piccole e Medie Imprese (CPME) ha chiesto interventi mirati per aiutare le aziende più colpite dagli aumenti dell’energia. “Serve un piano preciso per evitare che i costi ricadano completamente sui consumatori”, ha spiegato il presidente François Asselin.
Europa sotto osservazione: cosa può succedere
Nel panorama europeo, la Francia si distingue per un aumento dei prezzi più contenuto rispetto ad altre grandi economie dell’Eurozona. La Banca Centrale Europea prevede un rallentamento dell’inflazione nei prossimi mesi. Ma permangono molte incognite, legate soprattutto al mercato dell’energia e alle tensioni geopolitiche.
Gli esperti invitano a non abbassare la guardia: “La situazione è ancora molto instabile”, ha concluso Jean-Luc Martin. Solo i prossimi mesi diranno se la calma di ottobre durerà o se nuovi fattori esterni faranno risalire l’inflazione armonizzata e i prezzi alla produzione in Francia.
 
                                                                                                                                                 
                                     
				             
				             
				             
				             
				             
				             
				             
				             
				            