Roma, 31 ottobre 2025 – L’inflazione in Italia continua a rallentare. Secondo le prime stime diffuse oggi dall’Istat, a ottobre l’indice nazionale dei prezzi al consumo (NIC), al lordo dei tabacchi, è sceso dello 0,3% rispetto a settembre e segna un aumento dell’1,2% su base annua. Un passo indietro rispetto al +1,6% di settembre, che conferma il rallentamento dei prezzi visto nelle ultime settimane.
Energia e cibo frenano l’inflazione
A spingere verso il basso l’inflazione sono stati soprattutto i prezzi degli Energetici regolamentati. Dopo mesi di rincari, passano da un +13,9% a un leggero calo dello 0,8% rispetto a ottobre dello scorso anno. Un cambiamento netto, che gli esperti collegano sia alla stabilità dei mercati internazionali sia alle misure di contenimento messe in campo dal governo.
Anche gli Alimentari non lavorati rallentano: a ottobre la crescita dei prezzi si è dimezzata, passando dal +4,8% di settembre al +1,9%. Come spiega l’Istat, si tratta di un ritorno alla normalità dopo i picchi estivi, soprattutto per frutta e verdura. Più contenuto invece il calo nei Servizi di trasporto, con un aumento che scende dal +2,4% al +2,0%.
Il carrello della spesa pesa meno
Per le famiglie italiane, questa dinamica significa un carrello della spesa meno caro rispetto ai mesi scorsi. I prezzi dei Beni alimentari e dei prodotti per la cura della casa e della persona – le voci che incidono di più sulla spesa quotidiana – hanno segnato un +2,3% su base annua, in calo rispetto al +3,1% di settembre. “Un po’ di respiro per i consumatori”, commenta Massimiliano Dona dell’Unione Nazionale Consumatori, “anche se i prezzi restano più alti rispetto ai tempi pre-crisi”.
Stessa tendenza per i prodotti che si comprano spesso, come pane, latte e carburanti: la crescita annua rallenta al +2,3% dal +2,6% del mese precedente. Tra commercianti e associazioni di categoria si guarda con speranza a questa frenata, che potrebbe spingere a una ripresa dei consumi nelle prossime settimane.
Inflazione in calo anche in Europa
Anche in Europa si respira un’aria di rallentamento. Nell’Eurozona, sempre a ottobre, l’inflazione annua scende al 2,1% dal 2,2% di settembre. Una tendenza che la Banca Centrale Europea vede destinata a consolidarsi, grazie alla stabilità dei prezzi dell’energia e al ritorno alla normalità nelle catene di approvvigionamento.
A Bruxelles si segue con attenzione l’andamento dei prezzi nei vari Paesi. “L’obiettivo è mantenere l’inflazione vicino, ma sotto il 2%”, ha ribadito ieri Christine Lagarde. In Italia, però, il cammino resta incerto: “Molto dipenderà dal prezzo delle materie prime e dalle decisioni sui tassi d’interesse”, spiega un funzionario del Ministero dell’Economia.
Cosa aspettarsi nei prossimi mesi
Gli esperti invitano alla prudenza. La frenata dell’inflazione dà sollievo, ma restano molte incognite legate ai mercati internazionali e alle tensioni geopolitiche. “Non si possono escludere nuovi scossoni sui prezzi”, avverte un analista di Nomisma, “soprattutto se si dovessero verificare imprevisti sul fronte energetico”.
Intanto, nei supermercati di Roma, Milano e Napoli, i clienti guardano con attenzione i prezzi. “Si vede qualche movimento, ma la spesa resta comunque alta”, racconta una signora all’uscita di un negozio in zona Prati. Un sentimento condiviso da tanti: la strada verso una stabilità vera dei prezzi è ancora lunga.
 
                                                                                                                                                 
                                     
				             
				             
				             
				             
				             
				             
				             
				             
				            