Roma, 13 giugno 2024 – Un piano straordinario da 10 miliardi di euro per portare la managerializzazione in 20mila piccole e medie imprese italiane entro dieci anni. È questa la richiesta lanciata oggi a Roma durante l’Assemblea nazionale federale “Orizzonti industriali – l’Italia che produce il futuro”, organizzata all’Auditorium Conciliazione. L’evento, che ha celebrato anche gli 80 anni dalla fondazione della federazione, ha riunito imprenditori, rappresentanti istituzionali e protagonisti del mondo produttivo.
Un appello forte per dare slancio alle Pmi italiane
Nel corso dell’assemblea, i vertici della federazione hanno spiegato chiaramente la loro proposta: “Chiediamo al Governo un piano straordinario per managerializzare 20mila Pmi nei prossimi dieci anni, così da raddoppiare le aziende italiane in grado di competere nel mondo e trainare tutte le filiere nazionali”. Per farlo, serve un programma da 10 miliardi, distribuito in 1 miliardo all’anno”, hanno detto dal palco. L’obiettivo è rafforzare la competitività internazionale di molte imprese, spesso frenate da una gestione ancora troppo familiare e poco aperta a innovazioni manageriali.
I promotori dell’iniziativa insistono: solo investendo in formazione manageriale, digitalizzazione e modelli di governance più moderni si potrà colmare il gap che separa tante Pmi italiane dai concorrenti europei. “Non è solo questione di soldi – ha ricordato uno dei relatori – ma di una visione che metta al centro le competenze e la capacità di fare rete”.
Piccole e medie imprese: numeri e ostacoli
L’Italia conta oggi circa 200mila Pmi, che formano il cuore pulsante della produzione nazionale. Tuttavia, secondo gli ultimi dati Istat, solo poche riescono a espandersi all’estero o a guidare le filiere di riferimento. Il problema principale resta la governance: tante aziende si affidano ancora a modelli tradizionali, con pochi manager esterni e poca voglia di crescere in modo strutturato.
Durante l’incontro sono stati portati esempi concreti: imprese che, grazie all’ingresso di manager qualificati, hanno innovato prodotti e processi, aperto nuovi mercati e stretto alleanze internazionali. Ma, come ha ricordato un imprenditore lombardo in sala, “la strada è lunga: serve un cambio di mentalità, oltre a strumenti concreti”.
La richiesta al Governo e le prime risposte
La federazione chiama direttamente il Governo a varare un programma di politica industriale solido e a lungo termine. L’idea è destinare 1 miliardo all’anno per dieci anni, con bandi per la formazione dei manager, incentivi fiscali per assumere figure apicali e sostegni alla digitalizzazione.
Le reazioni non sono mancate. Alcuni politici presenti hanno mostrato apertura, ma hanno sottolineato l’importanza di trovare risorse certe e regole chiare per l’uso dei fondi. “La managerializzazione delle Pmi è fondamentale per il futuro del Paese – ha detto un sottosegretario allo Sviluppo economico – però bisogna evitare sprechi e assicurarsi che gli investimenti diano risultati concreti”.
Ottant’anni di storia e uno sguardo al futuro
La giornata romana non è stata solo un momento di proposte. L’assemblea ha ripercorso gli 80 anni della federazione, con interventi di imprenditori di lunga data e giovani emergenti. Sul palco si sono alternati racconti di successi e difficoltà, sempre con lo sguardo rivolto avanti. “Abbiamo superato crisi e cambiamenti importanti – ha ricordato il presidente uscente – ma oggi più che mai serve uno sforzo collettivo per rilanciare il ruolo dell’impresa italiana nel mondo”.
A chiudere l’incontro, un appello chiaro alle istituzioni: “Solo puntando sulle persone e sulle competenze potremo costruire un sistema produttivo capace di affrontare le sfide globali”. Un messaggio che ha raccolto consensi, ma anche qualche dubbio tra le poltrone dell’Auditorium Conciliazione. La partita, insomma, è appena cominciata.