Parigi, 12 giugno 2024 – Cinque persone sono state fermate nelle ultime ore a Parigi nell’ambito dell’inchiesta sul furto al Louvre, tra cui uno dei principali sospetti. Lo ha annunciato questa mattina la procuratrice della capitale francese, Laure Beccuau, in un’intervista a Rtl. “Uno di loro era proprio uno dei nostri obiettivi, lo tenevamo d’occhio”, ha detto Beccuau, confermando una svolta importante nelle indagini, anche se i gioielli rubati – del valore stimato di 88 milioni di euro – restano ancora introvabili.
Svolta nell’inchiesta: cinque fermi a Parigi
La procura di Parigi ha spiegato che i cinque fermati sono stati individuati grazie a una serie di riscontri raccolti nelle ultime settimane. Gli investigatori, guidati dalla polizia giudiziaria, sono entrati in azione nelle prime ore del mattino, con perquisizioni in diversi quartieri della città. “L’operazione è stata preparata nei minimi dettagli”, ha raccontato una fonte vicina all’inchiesta, sottolineando che uno dei fermati era già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati a furti d’arte.
Il colpo, avvenuto nella notte tra il 28 e il 29 maggio, aveva scosso non solo la Francia ma anche l’opinione pubblica internazionale. I ladri erano riusciti a entrare nel museo superando i sistemi di sicurezza e avevano portato via una serie di gioielli storici, alcuni appartenenti alla collezione Borghese, custoditi nella sala degli oggetti preziosi. Da allora, gli investigatori si sono concentrati su una rete di ricettatori che opera tra Parigi e Marsiglia.
La caccia ai gioielli da 88 milioni di euro continua
Nonostante i nuovi fermi, la procura ha chiarito che i gioielli rubati non sono ancora stati ritrovati. “Le ricerche vanno avanti senza sosta”, ha ribadito la procuratrice Beccuau, lasciando intendere che la pista seguita potrebbe portare oltre i confini francesi. Gli inquirenti lavorano fianco a fianco con Europol e Interpol, preoccupati che i preziosi siano già stati spostati all’estero.
Secondo fonti investigative, il valore totale della refurtiva si aggira intorno agli 88 milioni di euro. Sono pezzi unici, difficili da piazzare sul mercato nero senza attirare l’attenzione. “Chi ha fatto il colpo sapeva esattamente cosa cercare”, ha ammesso un funzionario del Louvre, lasciando trasparire una certa apprensione per il destino di quei gioielli.
Sospetti e indagini serrate
Tra i cinque fermati c’è – secondo quanto trapelato – un uomo di origine magrebina già noto per reati simili. Gli altri quattro sarebbero suoi complici, alcuni residenti nella banlieue parigina. Gli investigatori stanno ricostruendo i movimenti della banda nelle ore dopo il furto, analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza e i dati telefonici.
“Abbiamo elementi che fanno pensare a una pianificazione molto precisa”, ha spiegato un investigatore della polizia giudiziaria. Il modo in cui è stato messo a segno il furto – l’irruzione notturna, la scelta mirata degli oggetti, la fuga senza lasciare tracce – fa pensare a un gruppo ben organizzato, con contatti anche nel mondo dell’arte.
L’atmosfera al Louvre dopo il colpo
Nel frattempo, al Louvre resta un clima teso. Il direttore del museo, Jean-Luc Martinez, ha evitato dichiarazioni ufficiali, limitandosi a ringraziare le forze dell’ordine per il loro lavoro. Tra i dipendenti serpeggia la preoccupazione. “Non era mai successo niente del genere qui dentro”, ha confidato una custode storica della sala Borghese.
Le autorità francesi hanno rafforzato la sicurezza nei musei più importanti della capitale. La ministra della Cultura, Rachida Dati, ha chiesto “massima attenzione” e ha promesso investimenti per migliorare i sistemi di sorveglianza. Solo così – forse – il Louvre potrà tornare a respirare un’aria più tranquilla. Per ora, la caccia ai gioielli va avanti senza sosta.