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Manager centrali: solo il 5% delle aziende industriali è davvero managerializzato

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Manager centrali: solo il 5% delle aziende industriali è davvero managerializzato
Manager centrali: solo il 5% delle aziende industriali è davvero managerializzato
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Roma, 7 giugno 2024 – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha scelto un videomessaggio per intervenire all’assemblea che celebra gli 80 anni di Federmanager, sottolineando come oggi la figura del manager sia più che mai al centro della trasformazione dell’economia italiana. “Questo anniversario – ha detto Urso – è un traguardo importante, ma anche un momento per riflettere sul ruolo che i manager hanno avuto e continuano ad avere nella nostra società”.

Manager nelle imprese italiane: il nodo ancora da sciogliere

Secondo i dati portati dal ministro, solo il 5% delle 370mila imprese industriali italiane può dirsi davvero “managerializzata”. Un numero che, secondo Urso, “chiede una riflessione profonda”. Il quadro, infatti, è in rapido cambiamento: la doppia transizione, digitale ed ecologica, non riguarda solo le tecnologie, ma coinvolge anche l’organizzazione interna e la cultura aziendale. “Servono le vostre competenze”, ha rimarcato il ministro, guardando dritto alla platea di Federmanager.

Digitale ed ecologia: la vera sfida è nella guida delle imprese

Urso ha spiegato che la vera prova per le imprese italiane sarà sapersi adattare e rinnovare. “La capacità di muoversi in fretta, di aggiornare i modelli di gestione e di accogliere nuove competenze – ha detto – diventa una leva di competitività, a volte una questione di sopravvivenza”. Solo una governance efficace può sostenere questi cambiamenti, stimolando l’innovazione e spingendo verso una maggiore responsabilità sociale e ambientale. Insomma, non basta investire nelle nuove tecnologie: serve anche un salto culturale.

Oltre 9 miliardi per far crescere le imprese

Nel suo intervento, Urso ha ricordato che la recente legge di bilancio mette sul piatto oltre 9 miliardi di euro in più per le imprese nel triennio 2026-2028. Una cifra importante, divisa su diversi strumenti. “Abbiamo stanziato 4 miliardi per la nuova transizione 5.0”, ha spiegato il ministro. Si tratta di una misura automatica, pensata per semplificare l’accesso ai fondi e unire i precedenti piani 5.0 e industria 4.0. L’obiettivo è dare una spinta concreta all’innovazione digitale ed energetica, grazie a un iper ammortamento con bonus legati all’aumento dell’efficienza energetica.

Zes unica e incentivi: come si muovono gli investimenti

A questi fondi si aggiungono altri 4 miliardi destinati alla Zes unica (Zona economica speciale), da distribuire nei prossimi tre anni: 2,3 miliardi nel 2026, un miliardo nel 2027 e 750 milioni nel 2028. Non solo. Ci sono anche 750 milioni per la nuova Sabatini, storica misura a sostegno degli investimenti produttivi delle PMI; 550 milioni per i contratti di sviluppo; e 150 milioni per il settore turistico e alberghiero.

Urso ha sottolineato che queste risorse rappresentano “un progetto di politica industriale” che punta a rafforzare il cuore produttivo del Paese. “Queste misure hanno bisogno del vostro impegno – ha detto rivolgendosi ai manager – per diventare davvero operative e raggiungere gli obiettivi di crescita”.

Manager al centro tra innovazione e responsabilità

Durante l’assemblea, diversi interventi hanno richiamato l’urgenza di una maggiore presenza manageriale nelle imprese italiane. I dati diffusi da Federmanager mostrano che il divario rispetto agli altri Paesi europei è ancora grande. “Siamo chiamati a guidare il cambiamento”, ha confidato un dirigente in sala subito dopo il videomessaggio del ministro. Tra i presenti, la sensazione è che la sfida sia ancora aperta: le risorse non mancano, ma serve un salto di qualità nella cultura d’impresa.

Urso ha chiuso il suo intervento con un appello a una responsabilità condivisa: “Solo insieme possiamo accompagnare le imprese italiane verso una crescita sostenibile e innovativa”. Un messaggio che, almeno nei corridoi dell’assemblea romana, ha trovato un chiaro riscontro.

Written by
Mirko Fabrizi

Sono un appassionato narratore di storie di italiani che hanno deciso di intraprendere un viaggio all’estero, sia per lavoro che per dare vita a nuove avventure imprenditoriali. La mia penna si muove tra le esperienze di chi ha lasciato la propria terra d'origine per seguire sogni e aspirazioni, affrontando sfide e scoprendo opportunità in contesti diversi. Credo fermamente nel potere delle storie di ispirare e connettere le persone, e mi piace esplorare come la cultura italiana si intrecci con quella di altri paesi. Con ogni articolo su smetteredilavorare.it, cerco di dare voce a chi ha scelto di cambiare il proprio destino, portando un pezzo d'Italia nel mondo e dimostrando che la passione e la determinazione possono aprire le porte a nuove realtà.

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