Roma, 10 giugno 2024 – Questa mattina, nella sede del Cnel a Roma, si è aperto l’incontro tra la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome e il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. Un appuntamento che dà il via a una collaborazione su temi cruciali come salute, imprese e lavoro. Tra i protagonisti c’era Egidio Schiavetti, responsabile della Segreteria tecnica/Europa del Consiglio regionale del Lazio, che ha messo in luce le difficoltà e le prospettive del sistema sanitario pubblico.
Salute, un diritto da difendere nelle Regioni
“Ringrazio il presidente Brunetta e il presidente Aurigemma per averci dato questa occasione di confronto”, ha detto Schiavetti davanti a una platea di rappresentanti regionali e membri del Cnel. Per lui, la questione centrale resta il diritto alla salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione. “È uno degli articoli più belli”, ha commentato, “ma il vero nodo è fare in modo che quel diritto sia davvero alla portata di tutti”.
Schiavetti ha ricordato che le difficoltà di oggi hanno radici profonde. “Le Regioni giocano un ruolo chiave”, ha spiegato, “perché quarant’anni fa, con la legge 833, è nato il Servizio Sanitario Nazionale, frutto di un voto parlamentare unanime”. Da allora il sistema ha attraversato molte trasformazioni.
Riforme e governance: il sistema sotto la lente
Il responsabile della Segreteria tecnica ha ripercorso i momenti salienti: le riforme del ’92 e del ’99 hanno introdotto un modello più aziendale nella gestione delle aziende sanitarie. “Si è puntato troppo sulle esigenze individuali”, ha ammesso, “dimenticando forse il quadro generale”. Nel 2001, poi, il ruolo delle Regioni è stato rafforzato: “Oggi tocca a loro governare il sistema, mentre lo Stato decide le regole, i finanziamenti e i livelli essenziali di assistenza”.
Secondo Schiavetti, serve ora rafforzare la governance per garantire unità nazionale e pari accesso ai servizi sanitari in tutto il Paese. “Ovunque in Italia i cittadini devono trovare gli stessi standard di assistenza”, ha sottolineato.
Finanziamenti e liste d’attesa, le sfide ancora aperte
Un punto delicato è la legge 311 del 2004 sui commissariamenti regionali. “Nel lungo periodo non ha risolto i problemi”, ha osservato Schiavetti. “Le Regioni sono uscite dalle crisi, ma spesso i servizi offerti ai cittadini sono peggiorati”.
Per quanto riguarda le risorse, il Fondo sanitario nazionale toccherà quota 137 miliardi di euro nel 2025, secondo la legge di bilancio appena approvata. “La Corte Costituzionale ha ribadito nel 2024 che la spesa per la salute è un obbligo costituzionale”, ha aggiunto. Restano però questioni irrisolte come le liste d’attesa e altre criticità strutturali. “Il rapporto Stato-Regioni deve essere solido”, ha detto, “ma serve un confronto che porti a decisioni condivise”.
Una riforma di sistema, senza bandiere
Per Schiavetti, l’incontro al Cnel è stata un’occasione per “dare una nuova direzione al sistema sanitario”. Ha auspicato una riforma bipartisan, capace di richiamare il coraggio di chi, nel 1978, superò le divisioni politiche per creare un sistema universale. “Bisogna mettere da parte le bandiere”, ha concluso, “e lavorare insieme”.
Al termine del suo intervento, Schiavetti si è fermato a parlare con alcuni consiglieri regionali. Un cenno, una stretta di mano veloce. “Dobbiamo andare avanti uniti, non c’è altra strada”, ha confidato a bassa voce, prima di rientrare nella sala.