Roma, 5 giugno 2024 – “Le Regioni non possono stare a guardare. Devono diventare protagoniste nelle scelte industriali, specialmente ora che il Paese affronta sfide come il calo demografico e la chiusura delle filiali bancarie”. Così Paolo Pirani, consigliere del Cnel, ha aperto il suo intervento durante l’incontro “Salute, imprese e lavoro”, organizzato questa mattina a Roma dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro insieme alla Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.
Regioni in prima linea per la riconversione industriale
Pirani ha costruito il suo discorso su due fronti: da un lato, un documento sulle politiche industriali realizzato insieme al Ministero delle Imprese e del Made in Italy; dall’altro, un’analisi puntuale delle dinamiche e delle esperienze positive nelle Regioni. “La storia ci insegna che le Regioni hanno avuto un ruolo chiave nelle trasformazioni industriali e nella programmazione condivisa”, ha sottolineato. I dati confermano: negli ultimi vent’anni, la gestione delle crisi aziendali e la nascita di nuovi poli produttivi hanno spesso visto le amministrazioni locali al centro dell’azione, dal Piemonte fino alla Puglia.
Transizione energetica e digitale, la sfida della frammentazione
Oggi però la situazione è più complessa. Il Paese deve fare i conti con problemi strutturali che frenano la crescita: il calo della popolazione, la chiusura degli sportelli bancari nelle piccole città, le difficoltà delle imprese a ottenere credito. “Per superare questi ostacoli – ha evidenziato Pirani – serve un approccio meno frammentato e un impegno concentrato sulle transizioni energetica e digitale”. Il messaggio è chiaro: senza un coordinamento condiviso, si rischia di sprecare risorse e perdere terreno. Ma, secondo il consigliere Cnel, sono proprio le Regioni a poter fare la differenza, se coinvolte fin dall’inizio nella definizione delle politiche.
Sinergie tra istituzioni e realtà locali
Nel corso dell’incontro, diversi esponenti regionali hanno raccontato esperienze concrete. In Emilia-Romagna, per esempio, la collaborazione tra enti locali e imprese ha dato vita a progetti pilota sull’idrogeno verde. In Lombardia, invece, si punta su piattaforme digitali per la formazione professionale. “Non si tratta solo di copiare modelli – ha chiarito Pirani – ma di valorizzare le peculiarità di ogni territorio”. Un’idea condivisa anche da Maria Teresa Bellucci, vicepresidente della Conferenza delle Assemblee legislative: “Le Regioni conoscono meglio di chiunque altro le necessità delle loro comunità. Serve un dialogo vero”.
Calo demografico e desertificazione bancaria, emergenze da affrontare
La questione della desertificazione bancaria è tornata più volte nel dibattito. Secondo Bankitalia, negli ultimi dieci anni sono spariti oltre 4.000 sportelli, con un impatto forte soprattutto nelle zone interne. “Le imprese fanno fatica a trovare finanziamenti – ha raccontato un imprenditore di Rieti presente in sala – e spesso devono rivolgersi a banche lontane decine di chilometri”. Sul fronte demografico, l’Istat segnala una perdita di quasi 200mila residenti all’anno: numeri che mettono a rischio la tenuta del tessuto produttivo locale.
Programmazione negoziata, la strada da seguire
In questo scenario, la parola chiave è “programmazione negoziata”. Un metodo che coinvolge direttamente tutti gli attori – istituzioni, imprese, sindacati – per decidere insieme le priorità. “Solo così – ha concluso Pirani – si possono costruire politiche che davvero spingano lo sviluppo economico”. Poco dopo mezzogiorno, nei corridoi del Cnel, alcuni amministratori regionali si sono fermati a discutere davanti a un caffè. “Dobbiamo trovare una sintesi”, ha confidato uno di loro, stringendo una cartellina blu con il logo della Regione.