Roma, 6 giugno 2024 – L’oro resta sotto la soglia psicologica dei 4.000 dollari l’oncia anche all’apertura di giovedì. Il prezzo spot si è fermato a 3.952,5 dollari nelle prime ore del mattino, segnando un calo dello 0,75% rispetto alla chiusura di ieri. Anche il future con scadenza a dicembre scende, attestandosi a 3.972,70 dollari, con una flessione dell’1,17%. Numeri che confermano una fase di stallo per il metallo prezioso sui mercati internazionali, dopo settimane di alti e bassi dovuti alle incertezze sulle politiche monetarie delle grandi banche centrali.
Oro ancora sotto i 4.000 dollari: i segnali che arrivano dai mercati
L’oro continua a viaggiare sotto i 4.000 dollari, un livello che da tempo tiene d’occhio chi investe e gli analisti. Questa mattina, i dati delle principali piattaforme di trading indicano un prezzo spot a 3.952,5 dollari l’oncia, leggermente in calo rispetto a ieri. Il future di dicembre, usato spesso come termometro delle aspettative sul medio termine, si è invece fermato a 3.972,70 dollari, con un ribasso dell’1,17%.
Dietro questa pressione al ribasso ci sono soprattutto le attese per le prossime mosse della Federal Reserve. “Il mercato sta scontando l’ipotesi che i tassi rimangano alti più a lungo del previsto”, ha spiegato al telefono, poco dopo l’apertura, un analista di una banca d’affari londinese.
Inflazione e banche centrali: cosa pesa sulla discesa dell’oro
Il calo dell’oro si inserisce in un quadro più ampio di incertezza sui mercati globali. Negli ultimi giorni i dati sull’inflazione in Usa ed Europa hanno alimentato dubbi sulle prossime mosse delle banche centrali. La Federal Reserve ha fatto capire che non prevede tagli ai tassi a breve, una scelta che rafforza il dollaro e rende meno appetibili gli investimenti rifugio come l’oro.
“Finché il costo del denaro resta alto, gli investitori preferiscono strumenti con rendimenti più alti”, spiega un gestore di fondi milanese che segue da vicino le materie prime. Eppure, nonostante questa fase debole, il metallo giallo resta una riserva di valore preziosa per molti portafogli istituzionali.
Volatilità in vista: cosa potrebbe succedere nelle prossime settimane
Gli operatori prevedono ancora volatilità per l’oro nelle settimane a venire. A pesare sono le tensioni geopolitiche in Medio Oriente e le incertezze legate alle elezioni europee. “Non escludiamo nuovi scossoni”, confida un trader di Zurigo, “ma al momento il mercato sembra orientato a consolidarsi sotto i 4.000 dollari”.
Alcuni analisti ricordano che, anche se il prezzo è in calo, resta comunque alto rispetto agli standard storici. Due anni fa l’oro viaggiava stabilmente sotto i 2.000 dollari l’oncia. L’impennata recente è stata spinta da una serie di fattori: crisi bancarie regionali negli Usa, timori per la crescita globale e acquisti record da parte delle banche centrali asiatiche.
Tra le sale trading: prudenza e attesa
Nelle sale trading di Milano e Londra la mattinata è trascorsa tra scambi cauti e qualche ordine di copertura. “Stiamo tenendo d’occhio i volumi”, dice un broker italiano poco dopo le 9:30, mentre sullo schermo scorrono le ultime quotazioni. Un collega inglese aggiunge: “Molti clienti aspettano segnali più chiari dalla Fed prima di muoversi”.
Intanto nei desk delle grandi banche d’investimento si respira prudenza. C’è chi si concede un caffè lungo davanti ai grafici delle commodities, chi rimane silenzioso, occhi fissi sui prezzi. La calma si rompe solo quando squilla il telefono – forse una chiamata da New York – e si riprende la partita a colpi di numeri.