In un contesto in rapida evoluzione come quello attuale, dove l’intelligenza artificiale (IA) sta diventando sempre più pervasiva nel mondo del lavoro, le parole di Luca Di Bartolomei, amministratore delegato di Atlas, risuonano con particolare urgenza. Durante la sua recente partecipazione alla convention nazionale dei consulenti del lavoro a Napoli, in occasione del 60° anniversario del consiglio nazionale dei professionisti, Di Bartolomei ha messo in luce un tema cruciale: la necessità di governare i cambiamenti nel mercato del lavoro attraverso regole chiare e condivise.
Il rischio di un cambiamento incontrollato
“Il rischio di un ‘cambio per strappi’ nel mondo del lavoro è già nelle cose e va governato”, ha dichiarato Di Bartolomei, evidenziando come l’adozione dell’IA possa portare a trasformazioni radicali e, potenzialmente, disruptive. La preoccupazione principale è che senza un adeguato quadro normativo, il mercato potrebbe diventare “selvaggio”, favorendo solo i più grandi e potenti, mentre i lavoratori più vulnerabili rischiano di essere lasciati indietro.
L’importanza di un quadro normativo
In un’epoca in cui la tecnologia avanza a passo spedito, le aziende e le istituzioni devono considerare non solo l’efficienza economica, ma anche l’impatto sociale delle loro decisioni. “Non bisogna lasciarsi affascinare troppo da chi non vorrebbe le regole”, ha continuato Di Bartolomei, sottolineando l’importanza di costruire soluzioni che tutelino i diritti dei lavoratori. L’obiettivo non deve essere quello di sostituire i lavoratori con macchine, ma piuttosto quello di creare un ambiente in cui essi possano collaborare con l’intelligenza artificiale.
Formazione e competenze per il futuro
Durante la convention, Di Bartolomei ha esposto anche la visione di un futuro in cui le competenze digitali siano parte integrante della formazione professionale. L’educazione e la formazione continua sono essenziali per preparare i lavoratori alle sfide del futuro. “Investire nelle persone significa investire nel futuro”, ha affermato, sottolineando l’importanza di iniziative che promuovano l’apprendimento e l’aggiornamento professionale.
Le aziende devono affrontare una sfida duplice:
- Innovare e ottimizzare i processi produttivi.
- Garantire un ambiente di lavoro equo e rispettoso dei diritti umani.
“Uno sviluppo passa dall’occupazione che cresce e dall’ottimizzazione che si riesce a fare”, ha detto Di Bartolomei, sottolineando come l’IA possa essere un alleato piuttosto che un nemico nel lungo termine.
Responsabilità sociale e sicurezza
In un contesto in cui i cambiamenti climatici e le crisi globali richiedono un approccio collaborativo e sostenibile, la responsabilità sociale delle imprese e il loro ruolo nel promuovere il benessere collettivo diventano sempre più rilevanti. Le aziende, secondo Di Bartolomei, devono essere pronte a rispondere a queste sfide, adottando pratiche che non solo assicurino la propria competitività, ma anche il benessere della società in cui operano.
Inoltre, la questione della sicurezza, sia digitale che umana, è centrale nel discorso di Di Bartolomei. “Riguarda la nostra sicurezza a 360°, non solo quella digitale, ma quella di essere umani nella società”, ha affermato, evidenziando l’importanza di affrontare i rischi legati all’adozione dell’IA in modo proattivo. La protezione dei dati personali, la privacy e la dignità dei lavoratori devono essere al centro delle politiche aziendali.
Il messaggio di Di Bartolomei è chiaro: le regole non sono un ostacolo, ma uno strumento essenziale per garantire un ambiente di lavoro equo e prospero. Solo attraverso una governance responsabile e lungimirante sarà possibile affrontare le sfide poste dall’intelligenza artificiale e dalle nuove tecnologie, trasformandole in opportunità di crescita e sviluppo per tutti. Con l’impegno di attori come Atlas, è possibile sperare in un futuro in cui la tecnologia e il lavoro umano coesistano in armonia, contribuendo a costruire una società più giusta e sostenibile.