A partire dal 22 ottobre 2023, alle ore 12:00, si aprirà il click-day per la presentazione delle domande relative agli incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici, destinati a cittadini e microimprese. Questa iniziativa è parte integrante del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), sostenuta da fondi europei, e mira a rinnovare il parco veicoli privati e commerciali leggeri. L’obiettivo principale è promuovere una transizione verso una mobilità a zero emissioni, in linea con le politiche ambientali europee e nazionali.
La misura non solo supporta i cittadini e le microimprese nella sostituzione di veicoli inquinanti, ma è anche connessa a un investimento per l’installazione di infrastrutture di ricarica elettrica. Queste infrastrutture sono essenziali per facilitare l’uso quotidiano dei veicoli elettrici e rappresentano un passo cruciale per ridurre l’impatto ambientale nel settore dei trasporti, uno dei principali responsabili delle emissioni di gas serra.
Come fare domanda per gli incentivi
Per semplificare il processo di richiesta, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha predisposto una serie di video tutorial per guidare gli utenti. Ecco come procedere:
- Accedere alla piattaforma online: Utilizzare il link fornito nel sito ufficiale.
- Seguire le istruzioni: I tutorial offrono indicazioni dettagliate per ogni tipologia di beneficiario.
- Compilare correttamente la domanda: Assicurarsi di seguire tutti i passaggi per aumentare le possibilità di accesso agli incentivi.
Un aspetto importante per le microimprese è la disponibilità di un link per consultare il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato (Rna). Questo strumento consente di monitorare il plafond residuo per l’applicazione del regime “de minimis”, garantendo che gli aiuti siano distribuiti nel rispetto dei massimali previsti dalla normativa europea.
Criticità e preoccupazioni
Tuttavia, ci sono preoccupazioni riguardo alla gestione di questo incentivo. Il Codacons ha sollevato dubbi significativi riguardo a potenziali falle nella normativa, che potrebbero portare a contenziosi legali. In particolare, uno dei requisiti per accedere al bonus è la residenza in una zona urbana funzionale (Fua), che comprende aree con almeno 50.000 abitanti. Attualmente, l’elenco delle zone Fua è basato sul Censimento generale della popolazione del 2011, ma un aggiornamento è previsto per il 15 novembre 2023, quando l’Istat pubblicherà i dati del censimento del 2021.
Questa situazione presenta due criticità principali:
- Ritardi nell’accesso: Chi risiede in un comune che sarà inserito nel nuovo elenco Fua solo a novembre non potrà accedere al bonus.
- Ingiustizie: Chi vive in un comune Fua che verrà escluso dal nuovo elenco avrà accesso agli incentivi pur non soddisfacendo più il requisito di residenza.
Secondo il Codacons, questa incongruenza potrebbe generare ingiustizie significative, escludendo cittadini che avrebbero diritto all’incentivo e creando potenziali contenziosi legali. I fondi stanziati, che possono arrivare fino a 11.000 euro per cittadino, rischiano di esaurirsi in pochi giorni, lasciando molti utenti senza possibilità di accedere al bonus.
Richiesta di intervento
Per affrontare questa problematica, il Codacons ha chiesto un intervento immediato da parte del governo, suggerendo di posticipare l’avvio del bonus auto elettriche fino a novembre, quando sarà pubblicato il nuovo elenco Istat. Inoltre, l’associazione invita i cittadini che, a seguito dell’aggiornamento, risulteranno residenti in una zona Fua a contattare il Codacons per tutelare i propri diritti nel caso non riuscissero a ottenere l’incentivo.
In questo contesto di transizione ecologica e innovazione, è fondamentale che il governo e le istituzioni competenti affrontino con serietà e rapidità le problematiche emerse. Garantire un accesso equo agli incentivi è essenziale per promuovere un futuro più sostenibile. La mobilità elettrica rappresenta un passo fondamentale verso la sostenibilità, ma è cruciale che le misure siano implementate in modo chiaro e giusto, evitando errori che potrebbero compromettere l’intero processo di transizione energetica.