La Cgil ha indetto una manifestazione nazionale per sabato 25 ottobre a Roma, in piazza San Giovanni, con l’obiettivo di mobilitare decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici per richiedere un aumento di salari e pensioni. Questo evento si inserisce in un contesto di crescente insoddisfazione nei confronti delle politiche previdenziali del governo, che secondo il sindacato non solo non risolvono i problemi esistenti, ma li aggravano ulteriormente.
la critica alla manovra del governo
Nel comunicato ufficiale della Cgil, emerge una critica feroce nei confronti della Manovra del governo, che viene definita come un consolidamento della Legge Fornero anziché il suo superamento. “Altro che superamento della Legge Fornero,” si legge su Collettiva.it, “l’esecutivo che ne aveva promesso l’abolizione la sta, di fatto, rafforzando.” Il sindacato denuncia che si tratta della quarta manovra consecutiva che interviene sulle pensioni senza una visione riformatrice.
Uno dei punti più controversi è l’adeguamento alla speranza di vita, che incrementa l’età pensionabile e i requisiti contributivi. A partire dal 2027, l’età pensionabile per la pensione di vecchiaia aumenterà di un mese, per arrivare a un incremento di due mesi nel 2028 e nel 2029, portando l’età pensionabile a 67 anni e 5 mesi e per la pensione anticipata a 43 anni e 3 mesi di contributi (42 anni e 3 mesi per le donne).
le conseguenze per i lavoratori
Ezio Cigna, responsabile delle politiche previdenziali della Cgil nazionale, ha evidenziato come “nonostante le promesse elettorali, venga nuovamente azzerata ogni forma di flessibilità in uscita.” Questo significa che non verranno prorogate nemmeno Quota 103 e Opzione Donna, già fortemente penalizzata negli ultimi anni. La cancellazione di Opzione Donna è particolarmente allarmante, poiché non offre alcun riconoscimento per i periodi di cura o per le carriere discontinui, penalizzando in modo specifico le lavoratrici.
Sul fronte economico, la situazione non è meno critica. Secondo Cigna, l’unico intervento significativo riguarda le maggiorazioni sociali, che aumentano di soli 12 euro rispetto all’anno precedente. Le pensioni minime verranno adeguate solo all’inflazione, con un incremento aggiuntivo di appena 1,3%, equivalente a poco più di 4 euro al mese. Questo è considerato inadeguato per chi vive con assegni pensionistici già esigui, rendendo la vita quotidiana sempre più difficile.
le categorie più vulnerabili
Inoltre, la questione del Trattamento di Fine Servizio (Tfs) e del Trattamento di Fine Rapporto (Tfr) ha suscitato preoccupazioni tra i lavoratori del pubblico impiego. Il governo ha previsto una riduzione dei tempi di liquidazione da 12 a 3 mesi solo per chi va in pensione per limiti di età o ordinamentali. Tuttavia, ciò lascia migliaia di lavoratori in attesa di ricevere i loro diritti per anni.
Lara Ghiglione, segretaria confederale della Cgil, ha commentato la Manovra con toni decisi, affermando che ci troviamo di fronte a un approccio che non solo non risolve i problemi del sistema previdenziale, ma li aggrava ulteriormente. “Si toglie flessibilità, si riducono le tutele, si nega un sostegno concreto alle pensioni più basse e si ignorano completamente le condizioni di chi ha svolto lavori faticosi o discontinui,” ha dichiarato.
Particolare attenzione viene data al fatto che le categorie più vulnerabili, come le donne e i giovani, subiscono le conseguenze più gravi di queste politiche. La cancellazione di Opzione Donna è definita dalla Cgil “l’ennesimo schiaffo al lavoro femminile”, poiché non prevede alcun riconoscimento per le lavoratrici che hanno dovuto affrontare carriere frammentate, né misure per affrontare la disuguaglianza di genere che colpisce milioni di donne nel mondo del lavoro. Per quanto riguarda i giovani, viene sottolineata l’assenza di una pensione contributiva di garanzia, un elemento essenziale per coloro che si trovano a lavorare in contesti precari o saltuari.
“Il governo è miope,” ha concluso Ghiglione, “dice di voler difendere il futuro ma continua a negarlo. Mentre promette il superamento della Fornero, rafforza un sistema ingiusto e diseguale che scarica tutto sulle nuove generazioni.” In questo contesto, la manifestazione del 25 ottobre rappresenta non solo un momento di protesta, ma anche una richiesta di cambiamento radicale delle politiche previdenziali e di un maggiore rispetto dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.