Il terremoto che ha colpito il Centro Italia nel 2016 e nel 2017 ha lasciato ferite profonde nelle comunità interessate. Tuttavia, grazie all’impegno e alla competenza degli ingegneri, oggi si segna un momento di svolta significativo nella ricostruzione. Guido Castelli, commissario straordinario di governo per la ricostruzione delle aree terremotate, ha recentemente condiviso le sue riflessioni durante il 69° Congresso nazionale degli ordini degli ingegneri d’Italia, tenutosi ad Ancona. Le sue parole risuonano come un messaggio di speranza e determinazione, sottolineando l’importanza della collaborazione tra professionisti del settore per affrontare le sfide della ricostruzione.
il ruolo cruciale degli ingegneri
Castelli ha dichiarato che “la struttura commissariale si trova a casa” durante il congresso, evidenziando il ruolo cruciale degli ingegneri nella gestione di questo processo complesso. Dopo un inizio caratterizzato da incertezze e ritardi, la ricostruzione ha finalmente cominciato a registrare un “cambio di passo”. Questo cambiamento non si limita a una mera riparazione dei danni, ma mira a riprofilare il patrimonio pubblico, privato e gli edifici di culto, affinché siano più sicuri e rispondano alle più innovative indicazioni dell’ingegneria sismica.
un’opportunità per la sostenibilità
In un contesto in cui il patrimonio architettonico e culturale dell’Italia è di grande importanza, Castelli ha enfatizzato l’intenzione di migliorare qualitativamente e energeticamente gli edifici coinvolti. La ricostruzione non è solo una questione di edilizia, ma rappresenta un’opportunità per implementare pratiche più sostenibili e innovative, contribuendo così a un futuro migliore per le comunità locali.
Il commissario straordinario ha anche messo in evidenza come questa ricostruzione possa fungere da laboratorio di ingegneria pubblica innovativa. “Siamo qui per condividere gli esiti di questo lavoro fatto insieme ma soprattutto per porci nuovi obiettivi”, ha affermato. La ricostruzione nell’Appennino Centrale va oltre il semplice intervento di riparazione; è un progetto che integra rigenerazione urbana, innovazione tecnologica e partecipazione sociale.
i numeri della ricostruzione
I numeri della ricostruzione parlano chiaro. Al 31 maggio 2025, le richieste di contributo per la ricostruzione ammontano a 34.148, con un aumento del 10% rispetto all’anno precedente, per un importo complessivo di oltre 15,8 miliardi di euro. Di seguito sono riportati alcuni dati significativi:
- 10,77 miliardi di euro già concessi per la ricostruzione privata.
- Oltre 6 miliardi di euro liquidati negli ultimi tre anni, corrispondenti a oltre il 60% delle richieste.
- 12.737 cantieri conclusi su 22.223 autorizzati.
- 8.694 cantieri attualmente in corso.
- Oltre 4,6 miliardi di euro stanziati per più di 3.500 interventi di ricostruzione pubblica.
Questi risultati testimoniano l’impegno costante e la progressione della ricostruzione, che ha coinvolto circa 600mila abitanti.
In un contesto in cui l’Italia si trova a dover affrontare le sfide del cambiamento climatico e della sostenibilità, la ricostruzione delle aree colpite dai terremoti assume un’importanza ancora maggiore. La capacità di integrare nuove tecnologie e pratiche sostenibili rappresenta un’opportunità unica per avviare un cambiamento positivo che possa ispirare altre regioni del Paese.
Il lavoro degli ingegneri, quindi, non si limita a costruire edifici, ma si estende a costruire un futuro migliore, più sicuro e più sostenibile per tutti. Con il continuo supporto delle istituzioni e l’impegno delle comunità, il processo di ricostruzione potrebbe diventare un modello di riferimento per interventi simili in altre aree del mondo, dimostrando che dalla devastazione può nascere una nuova vita, più forte e resiliente.