Il recente report del Centro studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (Cni), presentato durante il 69° Congresso nazionale degli ordini degli ingegneri d’Italia ad Ancona, offre uno sguardo approfondito sullo stato attuale delle professioni ingegneristiche e architettoniche in Italia. Secondo le stime, il fatturato generato dai liberi professionisti del settore nel 2024 si prevede raggiunga 16,7 miliardi di euro, mantenendo livelli elevati simili a quelli del 2023. Per il 2025, nonostante le incertezze economiche, si prevede un incremento del fatturato dello 0,9%, sostenuto principalmente da investimenti in infrastrutture e progetti di sviluppo.
Un quadro positivo per i servizi di ingegneria e architettura
Il report mette in evidenza un quadro incoraggiante per il comparto dei Servizi di Ingegneria e Architettura (SIA), che comprende ingegneri, architetti, società di ingegneria, geometri, geologi e periti industriali. Il fatturato complessivo ha raggiunto 21,9 miliardi di euro, un incremento significativo rispetto ai 10,5 miliardi di euro del 2020. Questo dato sottolinea l’importanza strategica di queste professioni nel contesto economico nazionale.
Un aspetto rilevante è l’incidenza del fatturato generato dagli ingegneri e architetti sulla formazione del PIL. Nel 2020, tale incidenza era pari allo 0,8%, mentre nel 2024 è prevista una crescita fino all’1,2%, evidenziando il crescente peso delle attività professionali legate all’ingegneria e all’architettura.
Differenze tra ingegneri e architetti
Il report evidenzia anche le differenze tra ingegneri e architetti iscritti all’Inarcassa. Nel 2023, il volume d’affari degli ingegneri ha superato quello degli architetti, con 6,2 miliardi di euro contro i 5,1 miliardi. Il reddito medio degli ingegneri ha raggiunto nel 2023 la soglia dei 62.529 euro annui, un notevole progresso rispetto ai 35.000 euro registrati fino al 2020. Per il 2024, si prevede un leggero ridimensionamento del reddito medio, ma la domanda di servizi di ingegneria rimane alta, in particolare nella progettazione di edifici non residenziali e nella messa in sicurezza delle strutture.
La carenza di ingegneri nel mercato del lavoro
Uno dei dati più preoccupanti riguarda la penuria di ingegneri nel mercato del lavoro. Nel 2025, si prevede che mancheranno circa 7.000 ingegneri su un fabbisogno di 12.000. Questo squilibrio ha portato gli ingegneri a occupare i primi posti nella classifica delle professioni più richieste in Italia. Secondo le rilevazioni del Sistema Informativo Excelsior, nel 2024 sono stati richiesti:
- Oltre 24.000 laureati in ingegneria industriale e gestionale
- Oltre 14.000 ingegneri civili
- Oltre 13.000 ingegneri meccanici
Nonostante l’aumento del numero di laureati, il mercato del lavoro continua a richiedere specialisti in ingegneria, in particolare in settori innovativi come le ICT e il management.
Il sistema universitario italiano produce oltre 25.000 laureati magistrali in ingegneria ogni anno, ma la domanda supera ancora l’offerta, in particolare per le aree di specializzazione più recenti. Per la prima volta nel 2024, il maggior numero di laureati proviene dai corsi di ingegneria gestionale, seguiti da ingegneria meccanica e ingegneria informatica.
Nonostante i recenti incrementi nel reddito medio degli ingegneri, esistono disparità significative tra le diverse fasce di età. Ad esempio, un ingegnere di età compresa tra 31 e 35 anni guadagna in media 36.000 euro annui, mentre un professionista di età compresa tra 51 e 55 anni può arrivare a guadagnare fino a 80.000 euro. Questo divario può influenzare le scelte professionali dei giovani, che tendono a preferire opportunità di lavoro dipendente rispetto alla libera professione.
In conclusione, la figura dell’ingegnere è sempre più associata alla sicurezza, richiedendo competenze specifiche per garantire la sicurezza negli ambienti di lavoro, negli edifici e nelle infrastrutture. Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha proposto politiche pubbliche per migliorare l’efficacia degli interventi riparativi e per prevenire rischi, sottolineando l’importanza di investire nella prevenzione per ridurre i costi a lungo termine per la collettività.