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Ballarè: un sistema fiscale equo per premiare la crescita, non punire il successo

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Ballarè: un sistema fiscale equo per premiare la crescita, non punire il successo
Ballarè: un sistema fiscale equo per premiare la crescita, non punire il successo
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La recente partecipazione di Marco Ballarè, presidente di Manageritalia, all’incontro “Fisco e welfare: proposte per una nuova stagione di crescita” ha messo in luce questioni cruciali riguardanti il sistema fiscale italiano. Ballarè ha evidenziato l’importanza di un sistema progettato per garantire equità e proporzione, piuttosto che penalizzare chi contribuisce attivamente alla crescita economica del Paese.

Riforma delle aliquote fiscali

Durante il suo intervento, Ballarè ha sollecitato una revisione delle aliquote fiscali, proponendo in particolare una riduzione dell’aliquota intermedia dal 35% al 33%. Tuttavia, ha messo in guardia contro la sterilizzazione dei benefici per chi supera questa soglia, avvertendo che questo potrebbe vanificare le promesse fatte al ceto medio. Ha affermato: “Si promette un taglio al ceto medio e poi lo si nega proprio a chi finanzia quella stessa manovra”, sottolineando una potenziale ingiustizia nel sistema attuale.

Disparità nel sistema fiscale

Ballarè ha affrontato anche il tema dei redditi medi e medio-alti, che rappresentano la spina dorsale economica dell’Italia, ma che si trovano spesso in una posizione svantaggiata. Ha dichiarato: “Sono esclusi dai sostegni e privi, al tempo stesso, degli strumenti di ottimizzazione fiscale di cui dispongono i redditi più alti”. Questo porta a una situazione in cui il peso del sistema fiscale ricade ingiustamente su chi lo sostiene di più.

Un aspetto critico è l’aliquota massima del 43%, che si applica già a 50.000 euro. Ballarè ha messo in evidenza la sproporzione: “Un dirigente con 105mila euro paga in tasse 13,5 volte un impiegato da 30mila, pur guadagnando solo 3,5 volte di più”. Questa disparità evidenzia le anomalie nel sistema fiscale, che necessitano di una revisione per garantire maggiore equità.

Critiche alle sanatorie fiscali

Ballarè ha anche criticato le rottamazioni, definendole un messaggio distorto che premia chi non ha rispettato i propri doveri fiscali, penalizzando invece chi ha sempre adempiuto. “Non esiste un ‘bonus per gli onesti’ – ha affermato – l’unico vero riconoscimento possibile è un sistema fiscale più giusto per tutti”. Ha ribadito l’importanza di combattere l’evasione fiscale attraverso un’amministrazione fiscale efficiente.

Un’analisi comparativa con altri Paesi europei ha rivelato che, mentre l’Italia ha introdotto tredici sanatorie fiscali dal 2000, in Germania se ne contano solo due e in Francia nessuna. Questi dati dimostrano che un sistema equo non ha bisogno di condoni periodici, ma piuttosto di regole chiare e rispettate da tutti.

Verso una nuova stagione di crescita

Ballarè ha concluso il suo intervento sottolineando che una finanziaria non deve solo riequilibrare i conti pubblici, ma deve anche stimolare produttività, innovazione e crescita delle imprese. Ha delineato tre pilastri fondamentali per una nuova stagione di crescita:

  1. Un sistema fiscale equo che premi il merito e allarghi la base imponibile.
  2. Un welfare moderno concepito come un investimento per persone e imprese.
  3. La tutela del potere d’acquisto per lavoratori e pensionati.

Ballarè ha enfatizzato che “non è solo una questione di numeri, è una questione di fiducia”. La sua visione per il futuro dell’Italia è chiara: è necessario ricostruire la fiducia nel lavoro e nel futuro per evitare che il Paese si fermi.

Inoltre, ha toccato il tema del sistema pensionistico, evidenziando la necessità di rendere più attrattiva la previdenza complementare e di garantire una norma stabile che tuteli i pensionati. La sua analisi offre una visione chiara delle sfide e delle opportunità che l’Italia deve affrontare nel riformare il proprio sistema fiscale e welfare, mirando a creare un ambiente più equo e sostenibile per tutti.

Written by
Mirko Fabrizi

Sono un appassionato narratore di storie di italiani che hanno deciso di intraprendere un viaggio all’estero, sia per lavoro che per dare vita a nuove avventure imprenditoriali. La mia penna si muove tra le esperienze di chi ha lasciato la propria terra d'origine per seguire sogni e aspirazioni, affrontando sfide e scoprendo opportunità in contesti diversi. Credo fermamente nel potere delle storie di ispirare e connettere le persone, e mi piace esplorare come la cultura italiana si intrecci con quella di altri paesi. Con ogni articolo su smetteredilavorare.it, cerco di dare voce a chi ha scelto di cambiare il proprio destino, portando un pezzo d'Italia nel mondo e dimostrando che la passione e la determinazione possono aprire le porte a nuove realtà.

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