La Cantina di Venosa, una delle cooperative vitivinicole più importanti della Basilicata e tra le maggiori del Sud Italia, si prepara a lanciare un ambizioso progetto di ampliamento e ristrutturazione. Fondata nel 1957 e composta da 350 soci, la cantina gestisce un territorio vitato di 800 ettari, producendo annualmente circa 2,2 milioni di bottiglie di Aglianico del Vulture, uno dei vini più pregiati della regione. Questo progetto non solo mira a potenziare la produzione, ma anche a rafforzare l’enoturismo nella zona.
Un nuovo spazio per l’enoturismo
A partire da novembre, dopo la conclusione della vendemmia, inizieranno i lavori per la realizzazione di una nuova ala di 1.100 mq, interamente dedicata all’accoglienza degli enoturisti. Questo nuovo spazio si collegherà fisicamente ai due impianti storici di produzione e rappresenterà un punto di riferimento per la promozione della cultura vinicola locale. I due stabilimenti esistenti, uno risalente al 1957 e l’altro costruito dopo il terremoto del 1980, sono stati recentemente riorganizzati e dotati di tecnologie all’avanguardia per migliorare la qualità della produzione.
Investimento strategico e impatti attesi
L’investimento complessivo per questo progetto di ampliamento è di 3,4 milioni di euro, di cui 1,25 milioni provengono da fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Questo intervento è strategico e atteso, con l’obiettivo di:
- Aumentare le vendite dirette.
- Incrementare il numero di visite alla cantina.
- Organizzare eventi aziendali.
Francesco Perillo, presidente della Cantina di Venosa, ha sottolineato l’importanza del progetto per aumentare le visite in cantina e la presenza di turisti sul territorio. Attualmente, lo spaccio aziendale genera annualmente un fatturato di 700.000 euro dalle vendite dirette e si prevede di raddoppiare questo fatturato già nel primo anno grazie alla nuova struttura, che includerà una sala degustazione di 150 mq, una cucina e una terrazza di 400 mq.
Potenziale turistico della regione
Il potenziale turistico di Venosa e dell’area circostante è notevole. Attualmente, la città accoglie circa 15.000 turisti all’anno, un numero che raddoppia se si considera il “triangolo” Venosa-Lagopesole-Melfi. Oltre alla fama dei vini, i visitatori possono esplorare splendidi laghi come quelli di Monticchio, ricchi di storia, arte e tradizioni culinarie uniche. La gastronomia lucana è nota per le sue specialità, come salumi, formaggi e paste fresche, che si accompagnano perfettamente ai vini locali.
Il progetto architettonico della nuova ala, affidato allo studio Opera 23 Ingegneria, rispetta rigorosi criteri di sostenibilità ambientale. Parte della struttura sarà interrata e coperta da un giardino, utilizzando materiali bio-compatibili e ampie vetrate per sfruttare la luce naturale. Le soluzioni progettuali includeranno anche sistemi a basso consumo energetico e misure per il riciclo delle acque, rendendo la Cantina di Venosa un esempio di innovazione sostenibile nel settore vitivinicolo.
In conclusione, l’ampliamento della Cantina di Venosa non solo migliorerà l’esperienza degli enoturisti, ma avrà anche un impatto positivo sul mercato del lavoro, creando almeno sei nuovi posti di lavoro dedicati all’accoglienza multilingue. Con questo progetto, la cooperativa si prepara a valorizzare ulteriormente il patrimonio enogastronomico della regione del Vulture, contribuendo a far emergere le sue potenzialità turistiche e culturali.