La questione dei dazi sui mobili italiani negli Stati Uniti sta generando preoccupazioni sempre più crescenti nel settore del legno e dell’arredo. Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo, ha recentemente rilasciato un’intervista in cui esprime le sue perplessità riguardo agli effetti immediati che tali dazi stanno avendo sul mercato. L’accordo siglato tra Stati Uniti e Unione Europea prevede un limite massimo di dazi del 15% per tutte le filiere produttive, eccetto per acciaio e alluminio. Sebbene un incremento del 15% non sia auspicabile, è preferibile rispetto a scenari più drammatici, come un possibile dazio del 30% o addirittura del 50%.
le incertezze del mercato
Feltrin evidenzia che, nonostante le rassicurazioni ufficiali, ci sono molte incertezze derivanti dalle dichiarazioni del presidente americano, Donald Trump. È fondamentale attendere gli sviluppi di ottobre per comprendere appieno la situazione. I dati più recenti forniti dall’Istat mostrano un calo del 7,7% delle esportazioni italiane di mobili verso il mercato americano, un segnale preoccupante che evidenzia già gli effetti negativi dei dazi.
Nel 2024, la filiera del legno e arredo ha fatturato 52 miliardi di euro, con il mercato americano che rappresenta un valore di 2,2 miliardi di euro, di cui 1,7 miliardi sono generati dagli arredi. Queste cifre sono significative, considerando che molte aziende italiane dipendono fortemente dal mercato statunitense, con alcune che ottengono addirittura il 30-40% del loro fatturato da questo mercato. L’aumento dei dazi potrebbe mettere in difficoltà queste imprese, creando un impatto significativo sull’intero settore.
l’impatto sui consumatori americani
Feltrin ha chiarito che la Federazione sta monitorando costantemente la situazione e rimarrà in contatto con le istituzioni competenti per valutare eventuali ripercussioni sulle aziende. Domani, la Federazione parteciperà a una riunione della Task Force dazi presso la Farnesina, con la speranza di ricevere rassicurazioni sulle incertezze attuali.
L’allerta tra le imprese è palpabile. Feltrin ha affermato che l’incertezza creata dai dazi è devastante per il business, non solo per le aziende italiane, ma anche per i partner commerciali americani. “I dazi, per quanto possa dire Trump, sono a carico del mercato che li applica, quindi ricadono sui consumatori americani”, ha spiegato. Questo impatto è particolarmente negativo per il mercato del “contract”, ovvero per i prodotti destinati a strutture come alberghi e uffici.
Ecco un esempio concreto:
- Un’azienda americana acquista un arredamento per un hotel al costo di 100.
- Con l’applicazione del dazio del 15%, il costo totale diventa 115.
- A questo si aggiunge la perdita di potere d’acquisto del dollaro, che può tradursi in un aumento complessivo dei costi del 30%.
Questo incremento di prezzo penalizza ulteriormente la competitività dei prodotti italiani sul mercato americano.
la concorrenza cinese e le soluzioni proposte
Un altro aspetto da considerare è l’effetto indiretto dei dazi, che potrebbe favorire la concorrenza cinese nel mercato statunitense. Con la perdita di quote di mercato da parte dei produttori americani, i produttori cinesi potrebbero cercare di penetrare maggiormente il mercato europeo. Questo è già evidente con un aumento del 38% delle importazioni di mobili cinesi in Europa, un dato preoccupante per le aziende italiane.
Feltrin ha sottolineato che la soluzione non è quella di introdurre dazi contro i prodotti cinesi, poiché ciò si ritorcerebbe contro il mercato e i consumatori. Propone invece l’adozione di normative che migliorino la qualità del prodotto e garantiscano certificazioni adeguate. “Dobbiamo assicurarci che, se i prodotti entrano, abbiano i requisiti necessari per proteggere i consumatori italiani”, ha dichiarato.
Il presidente di FederlegnoArredo ha anche esortato il governo italiano a prendere misure concrete a tutela delle imprese della filiera, suggerendo l’istituzione di un fondo che possa supportare le aziende in difficoltà a causa dei dazi americani. La creazione di mercati alternativi richiede anni di lavoro, investimenti e pazienza. Le aziende italiane hanno impiegato cinquant’anni per affermarsi nel mercato americano, quindi non è realistico aspettarsi un cambio di rotta immediato.
La situazione attuale è complessa e carica di sfide. La speranza è che le istituzioni possano offrire un supporto concreto per affrontare queste difficoltà e garantire un futuro sostenibile per il settore del legno e dell’arredo italiano.