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FemTech in Italia: il 79% delle startup è guidato da donne, ma il 38% è a secco di finanziamenti

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FemTech in Italia: il 79% delle startup è guidato da donne, ma il 38% è a secco di finanziamenti
FemTech in Italia: il 79% delle startup è guidato da donne, ma il 38% è a secco di finanziamenti
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Negli ultimi anni, il settore FemTech ha guadagnato sempre più attenzione a livello globale, e l’Italia non è rimasta indietro. Con il lancio del primo Osservatorio permanente promosso da Tech4Fem, in collaborazione con Minerva Lab della Sapienza Università di Roma, l’ecosistema FemTech italiano sta finalmente emergendo sulla mappa mondiale. Il recente Report 2025, appena pubblicato e scaricabile gratuitamente, offre una panoramica completa delle realtà attive in questo campo. Con 92 aziende attive, perlopiù fondate negli ultimi due anni, il FemTech in Italia sta rivoluzionando la salute femminile attraverso tecnologie innovative, servizi e nuovi modelli di cura.

La presenza femminile nel FemTech

Una delle peculiarità di questo settore è la sua giovinezza e la forte presenza femminile: quasi la metà delle imprese è stata fondata dal 2023 in poi, e il 79% delle startup ha almeno una donna tra i fondatori. Questa cifra è particolarmente significativa se confrontata con la media nazionale, dove solo il 19% delle startup è guidato da donne. Inoltre, un terzo delle aziende FemTech è gestito da founder singole, prevalentemente donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni. Questo fenomeno dimostra una crescente volontà da parte delle donne di trasformare le proprie esperienze personali in opportunità per supportare altre donne, creando soluzioni innovative nel campo della salute.

Le sfide economiche del settore

Tuttavia, nonostante il dinamismo e la passione che caratterizzano il FemTech italiano, il settore si trova di fronte a sfide economiche significative. Ecco alcuni dati chiave:

  1. 38% delle realtà FemTech non ha mai effettuato fundraising.
  2. 64% delle aziende si autofinanzia.
  3. Solo il 13% ha raccolto oltre 1 milione di euro.
  4. Il 50% delle imprese genera un fatturato annuo inferiore ai 50mila euro.

Questi dati pongono interrogativi sulla sostenibilità e sulla crescita futura del settore. La situazione appare contraddittoria se si considera che, a livello globale, il mercato FemTech vale già oltre 60 miliardi di dollari e si prevede che raggiunga i 120 miliardi entro il 2033. Questa crescita esponenziale è alimentata da una crescente consapevolezza delle problematiche sanitarie specifiche delle donne.

L’importanza del supporto e dell’innovazione

Il FemTech italiano si distingue per la sua capacità di affrontare questioni cruciali legate alla salute femminile, come la salute riproduttiva, la menopausa, le malattie croniche e il benessere mentale. Le startup italiane stanno sviluppando soluzioni innovative, che spaziano da applicazioni per la gestione della salute mestruale a piattaforme per il monitoraggio della fertilità, passando per servizi di telemedicina specificamente pensati per le donne.

Inoltre, il supporto delle istituzioni e degli investitori sarà fondamentale per garantire che queste realtà possano crescere e prosperare. L’interesse crescente per il FemTech non è solo un’opportunità per le donne imprenditrici, ma anche un passo verso una società più equa, dove la salute delle donne è finalmente al centro dell’attenzione. Le donne che scelgono di affrontare le sfide del settore FemTech non solo contribuiscono al loro benessere, ma stanno anche aprendo la strada a un cambiamento culturale e sociale che potrebbe avere effetti duraturi nel tempo.

Written by
Mirko Fabrizi

Sono un appassionato narratore di storie di italiani che hanno deciso di intraprendere un viaggio all’estero, sia per lavoro che per dare vita a nuove avventure imprenditoriali. La mia penna si muove tra le esperienze di chi ha lasciato la propria terra d'origine per seguire sogni e aspirazioni, affrontando sfide e scoprendo opportunità in contesti diversi. Credo fermamente nel potere delle storie di ispirare e connettere le persone, e mi piace esplorare come la cultura italiana si intrecci con quella di altri paesi. Con ogni articolo su smetteredilavorare.it, cerco di dare voce a chi ha scelto di cambiare il proprio destino, portando un pezzo d'Italia nel mondo e dimostrando che la passione e la determinazione possono aprire le porte a nuove realtà.

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